DI JUAN GELMAN
Altercom
Non crediate che siano pochi gli eletti dotati di poteri occulti. Non negli Stati Uniti per lo meno. Nell’anno 2006 erano 67.000 i partecipanti a 900 comitati, sottocomitati, commissioni, assemblee e/o convegni che forniscono consulenza al Dipartimento dell’Agricoltura, al Pentagono, al Dipartimento dell’Energia e ad altri ministeri e organismi federali su argomenti più diversi, dalle violazioni dei diritti umani all’interno delle forze armate, fino al trasporto, la produzione e l’immagazzinamento del petrolio e del gas naturale. I loro nomi difficilmente appaiono sui media e costituiscono un potere invisibile. Manipolano la politica dello Stato e non poche volte lo fanno a favore di interessi diversi fra loro. I lobbisti del Congresso o del Potere Esecutivo sono noti. Loro forse no.
L’esistenza di questi organismi è perfettamente legale: la legge federale sul comitato consultivo (FACA, Federal Advisory Committee Act) fu approvata nel 1972. Solo che si applica in modo particolare: sembrerebbe che l’elezione di coloro che lo compongono abbia a che vedere più con le alleanze politiche ed economiche che con l’esperienza nelle materie che devono esaminare. Così la pensa il rappresentante democratico Brian Birdi “Accade” –ha detto– “che si travisi deliberatamente la selezione dei partecipanti al dibattito, si scelga quelli di una certa ideologia e si eliminino gli altri. Viene intenzionalmente contaminata l’informazione che riceviamo”. Ovviamente non si tratta solo di ideologie.
L’ispettore generale del Dipartimento di Educazione ha identificato, in un convegno cui partecipavano 25 membri, 6 che avevano “legami professionali importanti relativamente a un metodo pedagogico che prevede l’impiego di un determinato programma di lettura” il che fa prevedere l’invio in via preferenziale di fondi agli stati dove si applica tale metodo (The Center for Public Integrity, 29–03-07). Gli avvocati di Earthjustice — organismo non governativo che difende l’applicazione delle leggi ambientaliste — hanno dato il via ad un processo contro i Rappresentanti degli Interessi Commerciali statunitensi (USTR United States Trade Representative), ente che difende strenuamente le magnificenze del libero commercio: hanno presentato prove relative al fatto che 6 dei suoi comitati di consulenza erano dominati da interessi imprenditoriali. Questi comitati dovevano valutare i danni che i nuovi prodotti chimici e farmaceutici potevano arrecare alla popolazione. Perché si sa, la cosa principale è la salute. Delle imprese.
Il Dr. Hemnry Anderson e lo specialista Richard Espinosa furono rimossi nel 2005 dai loro incarichi nell’organo di consulenza che, tra le altre cose, amministrava i programmi di indennizzo ai lavoratori dell’industria nucleare. Ci sono indizi che il Dipartimento del Lavoro abbia considerato che erano troppo a favore dei danneggiati dalle radiazioni nucleari. Nell’ottobre 2005, poco dopo avergli comunicato la decisione, Shelby Hallmark — direttore dell’ufficio dei programmi di indennizzo ai dipendenti di quel dipartimento — promosse un memorandum nel quale si segnalava che l’organo al quale appartenevano i due specialisti ricorreva a criteri “confusi” per far sì che un certo numero di lavoratori ottenesse un indennizzo e altri benefici medici. Hallmark spiegò che il mandato dei due specialisti era scaduto e che sostituirli “avrebbe migliorato in modo considerevole l’equilibrio dell’assemblea” (www.judiciary.house.gov, 15–11-06). E così fu. Il Dipartimento del lavoro ha respinto fino al febbraio 2007 circa 56.000 reclami dei 90.000 che hanno presentato le vittime di cancro e di altre malattie provocate dall’esposizione al plutonio e all’uranio.
Cioè ha tolto le speranze a più del 62 per cento dei colpiti dai danni collaterali dell’industria nucleare.
I convegni e i comitati dei consulenti solitamente si riuniscono a porte chiuse e sigillano gli atti delle riunioni. A volte si camuffano da gruppi di lavoro non previsti dalla legge e che non la rispettano. Il tribunale d’appello della giurisdizione di Washington ha considerato che non erano oggetto alla regolamentazione del FACA e la Suprema Corte di Giustizia ha deciso che nemmeno lo era il gruppo che il vicepresidente Dick Cheney aveva convocato per decidere le politiche energetiche del governo prima dell’invasione dell’Iraq. l dettaglio è che la maggior parte di questi “consulenti” aveva interessi dichiarati nelle industrie del settore, ma Dick non era un meticoloso. In verità nemmeno l’unico: nove dei trenta membri del Consiglio della Politica di Difesa del Pentagono sono legati a imprese che hanno vinto contratti per 76.000 milioni di dollari solo nel periodo 2001/2002 senza particolari clamori.
In passato i poteri occulti permettevano la levitazione, la telecinesi, la vera magia ed altre meraviglie. Oggi, negli Stati Uniti questi poteri si riducono a uno solo: fare soldi. Molti.
Altercom. Agenzia stampa dell’Ecuador, Comunicazione per la Libertà
Juan Gelman, (n. 1930) poeta e scrittore argentino. Dal 1976 risiede in Messico, dove fu costretto all’ esilio a causa della dittatura militare fascista che gli ha strappato suo figlio e la nuora in gravidanza. Tra la sua vasta opera spiccano i libri:
Los poemas de Sidney West (1969)
Fábulas (1971)
Hechos y relaciones (1980)
Citas y comentarios (1982)
La junta luz (1985)
Composiciones (1986)
Interrupciones I e II (1988)
Salarios del impío (1933)
Fonte: http://www.altercom.org/
Link: http://www.altercom.org/article148077.html
13.05.2007
Tradotto per www.comedonchisciotte.org da ANNALISA MELANDRI
Diputado Carolus Wimmer
“Las declaraciones del Papa Benedicto XVI y del Secretario de Estado del Vaticano, reflejan el desconocimiento del proceso de cambio social, político y económico que vive Venezuela y Latinoamérica.” , afirma Carolus Wimmer, diputado del Parlatino Grupo Venezolano.
“La condena a la existencia de supuestos regímenes autoritarios en la región, basados en promesas ideológica de pensamientos que se creían ya superados”, lanzada por el Papa, es un irrespeto al pueblo Latinoamericano, debido a que el mismo pueblo ha puesto en la dirigencia de sus gobiernos a los actuales líderes socialistas que dirigen los procesos de liberación nacional en sus países” sostuvo Wimmer, quien además es miembro del Buró político del PCV.
“El resurgir de las ideologías, del ideal socialista, no ha sido una imposición de nuestros gobiernos, ha sido una necesidad para nuestras naciones. Más bien la iglesia debería colaborar en estos procesos de cambios, en aras de seguir con sus principios morales del desarrollo y progreso de la sociedad”, señaló el parlamentario.
“También estamos concientes de los manejos irresponsables de la información por parte de los medios internacionales en su campaña por desacreditar los procesos revolucionarios de corte socialista en la región”, señaló Wimmer.
“Conocemos por nuestros representantes diplomáticos en el Vaticano que las relaciones bilaterales entre ambos Estados son óptimas y que las declaraciones, descontextualizadas , se usan por la derecha socialcristiana para mal poner al gobierno venezolano”, aclaró el dirigente comunista.
“Sin embargo, sería muy bueno si los miembros de la dirigencia del Vaticano se informaran mejor de lo que ocurre en América Latina, pues el Papa ha dicho que la iglesia no es política pero calificar de regímenes autoritarios a los gobiernos regionales ya es una posición política. Si estuviesen mejor informados sobre nuestras realidades, sabrían que nunca como ahora ha existido democracia de verdad en América Latina, que está siendo guiada por lideres y liderezas populares con claras posturas antiimperialistas” , finalizó el diputado.
Los Estados Unidos quieren instalar radar y sistemas de defensa antimisilistica en la Cecoslovaquia y en Polonia.
Bajo las ventanas de la Rusia. Que protesta.
Guerra fría bis?
Putin non quiere ser espiado en su casa y probablemente tiene razón. En consecuencia quiere adoptar contramedidas adecuadas: “Todos lo harían”. Imagínese, harían hasta de peor!
Pero no es esta la cuestión.
Los EEUU de vez en cuando, desde cuarenta años hasta ahora, refrescan el primitivo proyecto del escudo espacial del año 1967, llamado entonces “Sentinel” , al cual siguieron la mas varias y disparatadas versiones, entre las cuales probablemente la más ambiciosa fue la “versión estelar” del año 1983 de Ronald Reagan.
Ahora bajan a tierra y precisamente a tierra europea e intentan de nuevo, aunque con más cautela y aparentemente por lo menos con otras intenciones.
En el mismo tiempo pero, la OTAN se extende al oriente europeo. Y se extenden también las bases norteamericanas europeas .
El artículo 5 de la OTAN establece que:
“Las Partes acuerdan que un ataque armado contra una o más de ellas, que tenga lugar en Europa o en América del Norte, será con-siderado como un ataque dirigido contra todas ellas, y en conse-cuencia, acuerdan que si tal ataque se produce, cada una de ellas, en ejercicio del derecho de legítima defensa individual o colectiva reconocido por el artículo 51 de la Carta de las Naciones Unidas, ayudará a la Parte o Partes atacadas, adoptando seguidamente, de forma individual y de acuerdo con las otras Partes, las medidas que juzgue necesarias, incluso el empleo de la fuerza armada, para res-tablecer la seguridad en la zona del Atlántico Norte.”
De dónde nace la idea de la Alianza Atlántica? Como bien dijo Lester Pearson, ministro del Exterior de Canadá durante la ceremonia de la firma del tratado: “el Pacto Atlántico nació por un temor y por una desilusión : el temor de las maniobras agresivas y subversivas del comunismo y por las consecuencias de esas maniobras sobre nuestra paz , nuestra seguridad, nuestro bienestar. Por la desilusión por el pertinaz protagonismo que cruza en el camino nuestros esfuerzos para permitir que Estados Unidos puedan agir cómo un sistema universal de seguridad.”
Y eso es cierto todavía hoy. Es inevitable hacer confusión entre intenciones de la OTAN y ambiciones imperialistas de los Estados Unidos, y así podemos afirmar que el enemigo es diferente respecto al pasado , ahora los enemigos de Bush hablan Árabe y Pashtun.
En su discurso radial, el 18 de marzo del año 1949, Acheson , Secretario de Estado americano, así hacía notar revelando la verdadera naturaleza de la OTAN: “En el mundo de hoy, la seguridad de los Estados Unidos no puede ser establecida en términos de fronteras y de lineas de demarcación, y cada seria amenaza por la paz internacional y por la seguridad en cada lugar del mundo preocupa directamente los Estados Unidos. Nuestra política consiste por lo tanto en ayudar los pueblos a salvaguardar su integridad y su independencia no solamente en la Europa occidental o en la América sino hasta donde pueda ser eficaz la ayuda que los Estados Unidos pueden ofrecer”.
Y sobre todo hoy, recibir.
Porqué los Estados Unidos dan así tanto impulso al proyecto de escudo antimisile en la Europa central y oriental? Y eso no sigue al mismo paso el ensanche a Este de la OTAN?
La observación de la realidad histórica de los acontecimientos toma sentidos paradójicos. El tratado de la Alianza Atlántica fue estipulado para defender la Europa por la amenaza del comunismo, a este se contrapuso el Pacto de Varsovia. El Pacto de Varsovia, terminada la Guerra Fría, no tenía más razón de existir y fue disuelto el 1 de julio de 1991. No fue así por la OTAN que siguió su tarea de difusión del imperialismo norteamericano en Europa.
Fue así que la Comunidad Europea perdió una gran oportunidad y desgraciadamente la perdió sin posibilidad de remedio alguno. Irremediablemente, porqué apenas 24 horas después del ataque a las Torres Gemelas del 11 de septiembre 2001 , fue aplicada por primera vez la medida ofensiva prevista por el artículo 5 de la OTAN. Desde entonces la política de la OTAN fu dirigida esencialmente a la guerra contra el terrorismo de matriz islámica . Los enemigos ahora se llaman “estados canallas” y es contra ellos que Estados Unidos involucran a Europa en sus guerras preventivas.
Los Estados Unidos con el sistema de escudo antimisile y con el ensanche a Este de la Alianza, tienen un ojo atento sobre el Oriente, y en el mismo tiempo tienen a raya el ex gigante soviético. Y por lo que el ex gigante soviético patea y no se presta, amenazando de salir del tratado CFE que limita los armamentos en Europa y que además no ha sido nunca ratificado por los paises occidentales, la Rice por un lado lo picanea con una ocurrencia poco diplomatica (“ son ridículos los miedos años 80 de los Rusos”) y por otro lado lo embeleca tranquilizandolo que el escudo tiene funciones “anti Irán y Corea del Norte”.
Más, su jefe George Bush, dio a conocer a los Rusos que :”la participación en el sistema es algo en el cual ustedes tienen que pensar”.
Y tal vez lo dijo ponendo en guardia el ex gigante sobre su posición con respecto a Irán y su energía nuclear, la Rusia de hecho siempre ha apoyado la decisión de Irán de producir energía nuclear para finalidades energéticas y junto a la China ha sido siempre contraria a las sanciones de la Onu. Un estado que apoya un “estado canalla” no es afidable y por lo tanto hay que tenerlo bajo control, seguramente habrà pensado George Bush.
En toda esa cuestión, la Europa está dando demostración de su política desastrosa. Sería magnífico imaginarla libre de ejércitos y armamentos, unida también bajo la bandera de la Paz , pero más allá de los idealismos y de las utopías , probablemente la unica solución para salir de la OTAN sería el ejército europeo con funciones de defensa y autónomo de la OTAN cómo propusieron Francia, Alemania, Belgica y Luxemburgo y no el “pilar europeo de la OTAN” como quisieran los siempre armamentistas ingleses.
E Italia, siempre en el primer lugar en la complacencia hacia los Estados Unidos, con mucha diplomacia, por medio del ministro de los Asuntos Exteriores, D’Alema hace notar que :”el problema del escudo misilistico no puede ser examinado como una cuestión bilateral entre Moscú y Washington, pero hay que orientar hacia un aclaramiento con la trasparencia que permita evidenciar que ese sistema se coloca en el cuadro indivisible de las necesidades de defensa de la OTAN” . Feliz él!… que ve la diferencia!
Il corteo pacifico degli immigrati del 1 Maggio a Los Angeles è stato represso duramente dalle forze di polizia la quale ha usato manganelli e proiettili di gomma contro i manifestanti.
In alcune immagini trasmesse dai notiziari locali si vede la polizia picchiare brutalmente un giornalista, e persone ferite dai proiettili di gomma.
L’ FBI aprirà un’inchiesta sulla presunta violazione dei diritti civili commessi dal Dipartimento di Polizia di Los Angeles. Al vaglio ore di riprese-video della manifestazione.
Il capo della polizia Bretton respinge le accuse e dice che probabilmente un ordine di disperdere la manifestazione a seguito di alcuni incidenti provocati da un gruppo di circa 50/100 “agitatori” non fu inteso dalla folla perchè trasmesso in inglese da un elicottero, mentre la maggior parte dei manifestanti era di lingua spagnola.
Gli Stati Uniti vogliono installare radar e sistemi di difesa antimissile nella Repubblica Ceca e in Polonia.
Sotto casa dei Russi. I quali non ci stanno.
Guerra fredda bis?
Putin non ci sta ad essere spiato in casa sua e probabilmente ha anche ragione. Di conseguenza intende adottare contromisure adeguate: “Tutti lo farebbero”. Figuriamoci, farebbero anche di peggio!
Ma non è questo il punto.
Gli Stati Uniti ogni tanto, da quaranta anni a questa parte, rispolverano il primitivo progetto dello scudo spaziale del 1967, denominato allora “Sentinel”, al quale seguirono le più varie e disparate versioni, di cui la più ambiziosa probabilmente fu la “versione stellare” del 1983 di Ronald Reagan .
Ora scendono in terra e precisamente in terra europea e ci riprovano, seppur più cautamente e all’apparenza almeno con altre intenzioni.
Nel contempo però la Nato si allarga ad Est. E si allargano anche le basi americane in Europa.
L’articolo 5 della Nato stabilisce che:
Le parti concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o Nord America, deve essere considerato come un attacco contro tutte e di conseguenza concordano che, se tale attacco armato avviene, ognuna di esse, in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate prendendo immediatamente, individualmente o in concerto con le altre parti, tutte le azioni che ritiene necessarie, incluso l’uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell’area Nord Atlantica.
Da cosa ebbe origine l’idea di un’Alleanza Atlantica? Come ben ebbe a dire Lester Pearson, ministro degli Affari Esteri del Canada durante la cerimonia della firma del trattato, “Il Patto Atlantico è nato dal timore e dalla delusione: dal timore delle manovre aggressive e sovversive del comunismo e delle conseguenze di queste manovre sulla nostra pace, la nostra sicurezza, il nostro benessere; dalla delusione per il pervicace ostruzionismo che sbarra la strada ai nostri sforzi intesi a permettere alle Nazioni Unite di operare effettivamente come un sistema universale di sicurezza”.
E tanto è vero ancora oggi. Confondendo inevitabilmente i propositi della Nato con le ambizioni imperialiste degli Stati Uniti, possiamo dire che il nemico è cambiato, i nemici di Bush ora parlano Arabo o Pashtun.
Nel suo discorso alla radio, il 18 marzo 1949 Acheson segretario di Stato Americano così osservava rivelando la vera natura della Nato: “Nel mondo di oggi, la sicurezza degli Stati Uniti non può essere definita in termini di frontiere e di linee di demarcazione, e ogni seria minaccia per la pace internazionale e per la sicurezza in ogni parte del mondo interessa direttamente gli Stati Uniti. La nostra politica consiste dunque nell’aiutare i popoli a salvaguardare la propria integrità e la propria indipendenza non soltanto nell’Europa Occidentale o in America ma ovunque si possa risultare efficace l’aiuto che gli Stati Uniti sono in grado di offrire”.
E soprattutto oggi, di ricevere.
Perchè gli Stati Uniti hanno dato così grande impulso al progetto di scudo antimissile in Europa centrale ed orientale? E questo non va di pari passo con l’allargamento a Est della Nato? L’osservazione della realtà storica dei fatti assume connotati paradossali. Il trattato di Alleanza Atlantica fu stipulato per difendere l’Europa dalla minaccia del comunismo, a esso si contrappose il Patto di Varsavia. Il Patto di Varsavia con la fine della Guerra Fredda, non avendo più ragione di esistere si sciolse il 1 luglio 1991. Non fu così per la Nato che continuò il suo compito di diffusione dell’imperialismo americano in Europa.
Accadde quindi che la Comunità Europea perse una grande occasione e purtroppo la perse senza possibilità alcuna di porvi rimedio. Irrimediabilmente, perchè appena 24 ore dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, venne applicata per la prima volta la misura offensiva prevista dall’articolo 5 della Nato. Da quel momento la politica della Nato è volta essenzialmente alla lotta contro il terrorismo di matrice islamica. I nemici vengono indicati genericamente con il termine di “Stati canaglia” ed è contro di essi che l’America trascina l’Europa nelle sue guerre preventive e non. Gli Stati Uniti con il sistema di scudo antimissile e con l’allargamento dell’Alleanza a Est, hanno un occhio vigile sull’Oriente, e tengono a bada l’ex gigante sovietico.
E poiché l’ex gigante sovietico scalpita e non ci sta, minacciando di uscire dal trattato Cfe che limita gli armamenti in Europa e che tra l’altro non è mai stato ratificato dai paesi occidentali, la Rice da una parte lo pungola con una battuta di spirito poco diplomatica (“sono ridicole le paure anni 80 dei Russi”) e dall’altra lo imbonisce rassicurandolo che lo scudo ha funzioni “anti Iran e Corea del Nord”.
Anzi, il suo capo,. George Bush ha fatto sapere ai russi che : “il sistema è qualcosa a cui voi dovete pensare di partecipare”.
E forse lo ha fatto ammonendo l’ex gigante sulla sua posizione riguardo l’Iran e il suo nucleare, la Russia infatti ha sempre appoggiato la decisione dell’Iran di dotarsi di energia nucleare a scopi energetici e insieme alla Cina è sempre stata contraria alle sanzioni dell’Onu. Uno stato che appoggia uno “stato canaglia” non è affidabile e quindi da tenere sotto controllo, avrà pensato Bush.
In tutta questa vicenda l’Europa sta dimostrando la sua politica fallimentare su tutti i fronti.
Sarebbe bellissimo immaginare un’Europa libera da eserciti e armamenti, unita anche sotto la bandiera della Pace, ma al di là degli idealismi e delle utopie, forse l’unica soluzione per poter uscire dalla Nato è rappresentata ancora da quell’esercito europeo con funzioni difensive e autonomo dalla Nato come da proposta di Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo e non il “pilastro europeo della Nato” come vorrebbero i sempre guerrafondai inglesi.
E l’Italia, sempre in prima fila nella compiacenza verso gli Stati Uniti, molto diplomaticamente, per mezzo del Ministro per gli Esteri D’Alema fa notare che “il problema dello scudo missilistico non può essere affrontato come una questione bilaterale tra Mosca e Washington, ma bisogna avviare un chiarimento con la trasparenza che consenta di rendere evidente che questo sistema si colloca nel quadro indivisibile delle esigenze di difesa della Nato”. Beato lui che ne coglie la differenza.
A causa del ritardo nella concessione del visto d’ingresso negli Stati Uniti, al Presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad è stato impossibile presenziare alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul programma nucleare di Teheran.
Ahmadinejad ha dichiarato in un’intervista al canale 2 della televisione francese che il programma nucleare iranianao è legale e che rispetta le norme del Trattato di Non Proliferazione delle Armi Atomiche.
“Cuando miras al cielo buscando una explicación , de porqué?” Aurelio Antona
L’11 marzo nella stazione ferroviaria di Atocha a Madrid è stato inaugurato il monumento alla memoria, in ricordo delle 191 vittime dell’attentato terroristico del 2004.
La struttura è alta 11 metri ed è formata da frammenti di vetro ognuno dello spessore di 15 cm.
L’opera rappresenta il “grido di dolore” che arriva dall’interno della stazione, infatti è posta su di una sala dalla quale si può osservare la torre di cristallo dal basso e leggere tutti i messaggi che i cittadini di Madrid e i turisti lasciarono all’indomani della strage.
Le immagini di questo post sono del fotografo madrileño Aurelio Antona .
Consiglio a tutti una visita al suo blog (cliccando sul nome) dove è possibile vedere altre fotografie del monumento nonchè apprezzare tutta la sua sensibilità artistica.
In Iran la nuova banconota da 50mila Rial, circa 4 Euro, celebra l’energia nucleare, in circolazione dal prossimo 12 Marzo.
DI NAZANIN AMIRIAN
Rebelión
En español
Tutto è pronto per un’aggressione militare di Israele, Stati Uniti e dei loro alleati contro l’Iran, dalle conseguenze letteralmente inimmaginabili.
Un “incidente” accenderà la miccia della guerra. Gli ultimi atteggiamenti propagandistici di Bush, soprattutto nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, manifestano che il mandatario yankee abbia abbandonato il nemico Al Qaeda per convertire gli sciiti (cioè l’Iran) nel peggior nemico dell’intera umanità.
Per questo, oltre alle misure attuate nella regione con il fine di intraprendere la nuova follia bellica (come per esempio stimolare un’incipiente guerra civile in Libano, schierare i soldati della NATO in questo paese con lo scopo di destabilizzare Hezbollah in quanto alleato dell’Iran, provocare un conflitto tra Hamas e Al Fatah in Palestina e aumentare il numero delle truppe di occupazione in Iraq e Afghanistan) minaccia direttamente l’Iran con l’obiettivo di preparare l’opinione pubblica mondiale, così come per misurare le possibili reazioni della Repubblica Islamica.
Da lì l’assalto al consolato iraniano nel Kurdistan iracheno e la detenzione dei suoi funzionari, la fuga di notizie sul settimanale britannico The Sunday Times dei piani israeliani per lanciare un attacco nucleare all’Iran (ciò vuol dire che è Israele a possedere armi nucleari illegali mentre l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica le cerca in Iran!), che secondo militari iraniani hanno come obiettivo circa 1500 bersagli militari e civili; l’imposizione di sanzioni contro il commercio iraniano di materiali e tecnologia nucleare per il Consiglio di Sicurezza dell’ONU; gli ordini di Bush di uccidere gli agenti iraniani in Iraq, in un chiaro stile mafioso, e i suoi progetti per ridurre il peso degli sciiti nel governo iracheno in favore dei sunniti e l’approvazione dell’Assemblea Generale dell’ONU di una risoluzione che condanna le negazioni dell’Olocausto, con lo sguardo rivolto all’Iran.
Proprio per questo ultimo atto, credo sia opportuno spiegare la posizione dei differenti settori del regime islamico rispetto a quella polemica conferenza del presidente Ahmadinejad, così come aghiungere una breve menzione sulle relazioni storiche tra gli Iraniani e gli Ebrei.
L’iniziativa del presidente Ahmadinejad, nel Dicembre scorso, di celebrare un incontro per “verificare se l’Olocausto realmente abbia avuto luogo durante la II Guerra mondiale” e che ha riunito elementi di estrema destra, nazisti, veterani razzisti, leader del Ku Klux Klan, tra gli altri, non solo ha provocato proteste fuori dal paese ma anche nei circoli politici iraniani e perfino in seno al frammentato regime islamico, dove lo scontro tra il clero conservatore e i militari islamici, rappresentato dal capo dell’esecutivo si è acuito più che mai. In mezzo si sono trovati i cittadini rassegnati che continuavano a domandarsi: “perché il presidente improvvisamente si occupa di alcuni fatti successi sessanta anni fa, all’altro capo del mondo e che non solo non hanno nulla a che vedere con l’Iran e i suoi interessi, ma al contrario con quello che sta accadendo nella regione?”.
È importante chiarire che né il discorso antisemita, né qualcosa di somigliante all’Olocausto hanno mai avuto luogo in Iran né nel resto del Medio Oriente. Le persecuzioni sistematiche che hanno subito gli ebrei in questa regione da parte dei diversi sistemi politici più che per motivi religiosi sono state per motivi politici; nello stesso modo in cui ci sono state persecuzioni contro gli sciiti, i sunniti, i comunisti, gli armeni e i curdi. Pertanto sebbene esista il fenomeno dell’antisionismo, dalla fondazione di Israele, questa regione non riconosce l’antisemitismo come una corrente politico-ideologica.
L’estemporaneo dibattito sull’Olocausto promosso da Ahmadinejad la cui intenzione forse non è stata altro che che quella di smascherare il doppio volto con il quale gli organismi internazionali misurano i crimini commessi da parte dei differenti stati e il suo intento di capeggiare la causa palestinese, sono stati duramente criticati nel paese. Questa retorica contro Israele non ha precedenti nei 27 anni della storia della Repubblica Islamica. Perfino Baztab, uno dei principali giornali digitali del regime, ha lanciato in internet la teoria secondo la quale una mano oscura tra coloro vicini al presidente avrebbe tessuto la trappola della conferenza. Per supportare la sua tesi, il giornale ricordava che anche l’ayatollah Khomeini, pur avendo una chiara posizione contro Israele non dubitò mai della veridicità dell’Olocausto, né tanto meno organizzò mai un seminario internazionale al riguardo.
Per questo si domanda: “Quali motivi aveva per spendere milioni di dollari e parlare di qualcosa che successe a migliaia di chilometri di distanza dall’Iran? E ricorda al capo dell’esecutivo che “lei è il presidente dell’Iran e non della Palestina”. Dal canto suo il quotidiano Jomhuri-e-Eslmi principale portavoce religioso, crede che con questo dibattito il presidente pretende di “stendere una cortina di fumo e sviare l’attenzione dell’opinione pubblica interna sui gravi problemi economici e politici che affliggono il paese”.
Un’altra critica viene mossa da parte dell’ex presidente Mohamed Jatami il quale considera insensato discutere sulla possibile esagerazione di alcuni storici e ricorda che “la morte anche solo di un ebreo è un crimine”. Un altro religioso riflettendo ad alta voce: “questo fatto non ha nulla a che vedere né con l’Iran, né con l’Islam né con nessuna delle necessità del paese. Non è giusto che il mondo intero veda agli iraniani, un popolo con tanta civiltà alle sue spalle, seduto al fianco di nazisti e fascisti”.
Farad Bagherzadeh, giornalista, va oltre e propone di condurre in tribunale gli organizzatori del congresso per aver “attentato contro la sicurezza nazionale del paese, in questo delicato momento”.
La storia delle relazioni tra gli iraniani e gli ebrei si fa risalire al secolo VI prima di Cristo. I racconti biblici di Ezra, Ester, Neemia e Daniele non solo situano il popolo ebraico in Persia, ma i testi di storia testimoniano che Ester (“stella” in persiano) fu una regina ebrea che governò l’Iran e che i 32 luoghi sacri degli ebrei, tra i quali la tomba del profeta Daniele situata nella vecchia città di Susa, nel sud dell’Iran, continuano ad essere luoghi di pellegrinaggio per gli ebrei e musulmani della regione.
Oggi circa 25000 Parsim, “persiani” in ebraico, il nome con il quale si indicano gli ebrei iraniani, fanno si che l’Iran sia dopo Israele, lo stato con il maggior numero di membri di questa comunità in Medio Oriente. Essi sono i discendenti degli ebrei liberati da Ciro il Grande dopo la conquista di Babilonia nel 539 a.C. Quell’imperatore persiano, promulgò, nella prima Dichiarazione dei Diritti Umani, un decreto con il quale si autorizzavano gli ebrei esiliati a far ritorno a Gerusalemme e riedificare il loro tempio, con la libertà totale di praticare la loro religione, parlare la loro lingua e mantenere vive le loro tradizioni. Oggi la comunità ebraico-iraniana possiede 43 sinagoghe attive, beneficia dei servizi sociali propri come vigilanza, case di riposo per anziani e un ospedale nella capitale di 102 camere che dà accoglienza anche ai connazionali non ebrei. Operano inoltre associazioni come il Consiglio centrale degli ebrei in Iran, la comunità ebraica di Teheran, così come organizzazioni di donne, giovani e circoli sportivi.
Pertanto, fatto salvo le multinazionali delle armi
e i settori relazionati, a nessuno, sia musulmano, cristiano e ebreo, conviene revisionare la storia e provocare ulteriori guerre e sofferenze in questa martoriata zona del pianeta.
Fonte: http://www.rebelion.org
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=45629
29.01.2007
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANNALISA MELANDRI
…L’unica mia arma era la mia onestà.
Ma mi hanno condannato.
…sono come un colombo che si guarda sempre intorno, incuriosito e impaurito…
… sapete che cosa vuol dire imprigionare il corpo e la mente di un uomo nella paura di un colombo?…
…Chissà quali ingiustizie mi troverò davanti.
Ma nel mio cuore impaurito di colombo so che la gente di questo paese non mi toccherà.
Perché qui non si fa male ai colombi. I colombi vivono fra gli uomini.
Impauriti, come me, ma come me liberi.
E’ l’ultimo articolo pubblicato da Hrant Disk giornalista e scrittore turco armeno su Agos, il settimanale di cui era direttore, ieri mattina, poche ore prima di essere ucciso a Istanbul davanti alla redazione del suo giornale con tre colpi di pistola alla testa.In base all’articolo 301 del codice penale turco era stato ritenuto colpevole di offesa all’identità turca per aver parlato apertamente del genocidio armeno del 1915 e contro di lui si era scatenata una campagna mediatica diffamatoria che forse lo aveva ucciso ancor prima che lo raggiungessero le tre pallottole.
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