Baby Doc: ad un anno dal suo ritorno la giustizia non procede
Ad Haiti, la Rete Nazionale di Difesa dei Diritti Umani (RNDDH), esattamente un anno dopo il ritorno nel paese dell’ex dittatore Jean Claude Duvalier, detto Baby Doc, chiede ancora una volta che questo venga giudicato per crimini contro l’umanità e denuncia la lentezza del sistema giudiziario haitiano rispetto all’unico procedimento aperto contro di lui, quello per corruzione e appropriazione indebita. Questo nonostante, denuncia l’associazione, le promesse che l’attuale presidente Martelly aveva fatto in campagna elettorale di voler combattere contro l’impunità imperante ad Haiti.
Baby Doc, succeduto nel 1971 a suo padre Francois Duvalier al potere dal 1956, aveva governato fino al 1986 quando fu costretto a fuggire in seguito a una violenta rivolta popolare, trovando rifugio in Francia. Qui ha trascorso gli ultimi 25 anni della sua vita, prima di far ritorno “improvvisamente ad Haiti” il 16 gennaio dell’anno scorso, probabilmente dietro accordo con le autorità locali e forse anche con la forza ONU presente nel paese. Pochi credono che le autorità haitiane fossero all’oscuro dell’intenzione di Jean Claude Duvalier per rientrare ad Haiti, dal momento che al suo arrivo in aeroporto era ad attenderlo una imponente scorta di mezzi della polizia e un gran numero di Caschi Blu dell’ONU. (altro…)
Haití en el ALBA? Yo lo dudo
Haití es país “observador” del ALBA desde 2007. El presidente Martelly ha declarado ayer a TeleSUR de estar evaluando la posibilidad que su pais sea miembro efectivo del ALBA. Yo no lo creo posible y pienso que también Martelly lo crea de verdad. En Haití hay intereses económicos enormes y no solamente de Estados Unidos, sino de toda la derecha latinoamericana y europea. También empresas asiáticas ya están haciendo inversiones estrictamente de huella neoliberal. El “desierto” haitiano económico, social y de derechos, bien se presta a eso. (altro…)
Haiti entra a far parte dell’Alba? Ci credo poco…
Haiti è paese “osservatore” dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America) dal 2007. Il presidente Michel Martelly ha dichiarato proprio oggi a TeleSUR di star valutando la possibilità di diventarne membro effettivo. Io non ci credo. E secondo me ci crede poco anche lui. Staremo a vedere. Intorno ad Haiti girano interessi enormi, e non solo degli Stati Uniti. Tutta la destra latinoamericana con l’aggiunta di elementi asiatici, ha già fatto la propria puntata. Martelly se pensa di poter entrare a far parte dell’ ALBA rischia di fare la fine di Mel Zelaya, se gli va bene… Egli pero non è nuovo a sparate del genere. (altro…)
Sonia Pierre: su vida, su lucha
Por Annalisa Melandri — www.annalisamelandri.it
El 4 de diciembre ha fallecido a los 48 años de edad, por complicaciones cardiacas, la activista dominicana de origen haitiano Sonia Pierre. Aunque en un primer momento se había difundido la noticia que la causa de la muerte había sido por infarto fulminante, solamente después de la autopsia se aclareció que Sonia ha muerto por una trombosis desencadenada por un coagulo a las válvulas cardiacas que llevaba después de una operación de urgencia realizada en los Estados Unidos. Parece que no había asumido el anticoagulante, medicamento fundamental en las patologías cardiacas como la que afectaba Sonia desde 48 horas. La militante y activista dominico haitiana deja 4 hijos.
Originaria del batey (altro…)
L’ALBA fa sentire la sua voce anche nel santuario del commercio internazionale
Si e’ tenuta recentemente l’VIII Conferenza Ministeriale dell’ OMC (WTO per la sua sigla in inglese), l’ Organizzazione Mondiale del Commercio. I paesi dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America), il 15 dicembre, appena 48 ore prima della chiusura dei lavori della conferenza hanno diffuso un documento che rappresenta un “approccio senza precedenti” in sede OMC e che farà senza dubbio discutere, dal titolo: “Comunicazione dello Stato Plurinazionale della Bolivia, della Repubblica di Cuba, della Repubblica dell’ Ecuador, della Repubblica del Nicaragua e della Repubblica Bolivariana del Venezuela”.
Umberto Mazzei, direttore dell’Istituto di Scienze Economiche di Ginevra, riporta per Rebelión parte del testo della comunicazione: (altro…)
Sonia Pierre: la sua vita, la sua lotta.
di Annalisa Melandri
E’ morta il 4 dicembre scorso, all’età di 48 anni, per complicazioni cardiache, l’attivista dominicana di origini haitiane Sonia Pierre. Sebbene in un primo momento si fosse diffusa la notizia che la causa della morte era imputabile a un infarto fulminante, soltanto alcuni giorni dopo il decesso l’esito della autopsia alla quale era stata sottoposta, ha confermato che Sonia è deceduta per una trombosi scatenata da un coagulo alle valvole cardiache che portava dopo un intervento urgente effettuato negli Stati Uniti. Sembra che non avesse presso l’anticoagulante, la cui assunzione è fondamentale nelle patologie come quelle di cui soffriva Sonia, da oltre 48 ore. La militante ed attivista dominico-haitiana lascia quattro figli.
Originaria del batey (comunità rurale dove risiedono i tagliatori di canna da zucchero) “La lechería” nel municipio di La Altagracia, aveva trascorso tutta la vita nella difesa del diritto all’identità degli haitiani di seconda generazione nati in Repubblica Dominicana.
I suoi genitori erano giunti in Repubblica Dominicana dalla vicina Haiti, circa 50 anni fa, nell’ambito degli accordi stipulati tra il dittatore Trujillo e il governo haitiano per l’ingresso nel paese di manodopera da utilizzare nelle piantagioni di canna da zucchero. Il padre di Sonia muore lo stesso giorno nel quale lei viene al mondo, malato e vittima di una febbre altissima mentre si sta recando in ospedale e vedere la figlia appena nata. La madre resta sola al mondo con dieci figli e deve affrontare miseria e umiliazioni per poterli crescere. Sonia la aiuta fin da piccola come può anche con i lavori più umili ma già giovane adolescente inizia a sentire brucianti sulla sua pelle le ferite per le ingiustizie e le umiliazioni inferte da un sistema che se da un lato era profondamente razzista ed escludente, dall’altro si beneficiava altamente dell’ ingresso, anche illegale nel paese di braccia a basso costo e senza diritti proveniente dalla vicina Haiti per le esigenze del settore legato alla produzione e commercio dello zucchero. (altro…)
Víctor Polay Campos libero adesso!
Oggi 10 dicembre, Giornata Internazionale dei Diritti Umani, molte persone, avvenimenti, tragedie umane e sociali dovrebbero essere ricordate.
La Colombia martoriata da decenni di politiche sociali, economiche e militari escludenti e assassine, l’Honduras dove i crimini che continuano a commettersi impunemente non riescono ad uscire dal silenzio al quale gli organismi internazionali li condannano giorno dopo giorno, il Messico che sta continuando la sua folle corsa verso l’abisso, le rivendicazioni per una educazione pubblica, degna e di qualità che da Nord a Sud si rincorrono per tutta l’ America latina, gli emarginati, gli esclusi, i poveri di tutto il mondo, per quelli che lo saranno prossimamente anche in in occidente e nel nord del mondo dove la crisi e le misure adottate dai governi impongono ai cittadini politiche di lacrime e sangue…
Voglio tuttavia ricordare, come simbolo e immagine di questo 10 dicembre il militante dell’ MRTA (Movimiento Revolucionario Tùpac Amaru) Víctor Polay Campos rinchiuso nella base militare del Callao in Perú da oltre 20 anni, che con l’amica Marinella Correggia abbiamo intervistato per il manifesto qualche tempo fa tramite uno dei suoi avvocati.
Femminicidio e violenza di genere in Repubblica Dominicana: emergenza nazionale
Nella Repubblica Dominicana, i numeri della violenza contro le donne fanno venire i brividi. Sono già 211 i femminicidi commessi dall’inizio dell’anno. L’ultimo proprio oggi, Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Una giovane di appena 16 anni è stata uccisa a coltellate dal suo convivente ad Haina, non lontano dalla capitale Santo Domingo, proprio mentre vari settori e associazioni della società civile stavano marciando verso il Palazzo Nazionale chiedendo al governo di dichiarare lo stato di “emergenza nazionale” per l’elevato numero di femminicidi che si stanno registrando nel paese. Parliamo del fenomeno con la D.ssa Lourdes Contreras, coordinatrice del Centro di Studi di Genere dell’università INTEC, Istituto Tecnologico di Santo Domingo.
Di Annalisa Melandri/Héctor de la Rosa
Santo Domingo, 25 novembre 2011
D.ssa Contreras ci potrebbe fornire alcuni dati sulla violenza contro le donne nel paese, anche rispetto all’ America latina e centrale?
La Repubblica Dominicana è stata classificata come uno dei paesi con i più alti indici di violenze contro contro le donne, anche in relazione alla quantità di popolazione. Ci troviamo al primo o secondo posto insieme al Messico e al Guatemala. Dall’ inizio dell’ anno ad oggi sono state 210 le donne uccise dai loro compagni, ex compagni e uomini con i quali hanno avuto alcun legame intimo. (altro…)
CELAC…
Feminicidios y violencia de género en la República Dominicana: emergencia nacional
En la República Dominicana los números de la violencia contra las mujeres son escalofriantes. Son ya 211 los feminicidios cometidos desde el principio del año hasta la fecha. El ultimo, hoy mismo, Día Internacional de la No Violencia Contra la Mujer. Una joven de de 16 años asesinada a puñaladas en Haina mientras sectores y asociaciones de la sociedad civil marchaban hacia el Palacio Nacional pidiendo al gobierno que declare la “emergencia nacional” por los altos índices de violencia contra las mujeres que está enfrentando la sociedad. Hablamos del fenómeno con la Licda. Lourdes Contreras, coordinadora del Centro de Estudios de Genero del Instituto Tecnológico de Santo Domingo (INTEC).
Por Annalisa Melandri/Héctor de la Rosa
Santo Domingo, 25 noviembre de 2011
Licda. Contreras, ¿podría facilitarnos algunos datos sobre la violencia contra las mujeres en el país, relacionados también respecto a América latina y Caribe?
La República Dominicana ha sido catalogada como uno de los países donde la violencia contra las mujeres tiene mayor peso, incluso proporcionalmente hablando en relación a la cantidad de la población estamos en el primer y segundo lugar. Ahí nos disputamos con México y con Guatemala que también tiene altos índices de violencia de género y de feminicidios. La situación actual es que en el año 2011 van al dia de hoy unas 210 mujeres asesinadas en mano de su pareja, ex pareja o hombre con el cual ha tenido algún vinculo intimo. Esta cifra es alarmante porqué el año aún no ha terminado y normalmente noviembre y diciembre son meses de altos niveles de feminicidios. Frente a otros aspectos de la violencia de género, también estamos en una posición alta respecto a otros países y si los comparamos con países europeos es extraordinaria la distancia. (altro…)