Colombia, degenera il conflitto agrario nel Catatumbo

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro - 26 Giugno 2013

In Colombia, una protesta di circa 4mila contadini, (il cui numero si è quadruplicato negli ultimi giorni)  nella regione del Catatumbo (Norte de Santander), nella zona nordorientale del Paese  al confine con la Repubblica Bolivariana del Venezuela, iniziata pacificamente, è stata repressa duramente dall’esercito, provocando due morti e oltre trenta 30 feriti, alcuni in gravi condizioni. Decine i detenuti, anche nei giorni precedenti.

La situazione è degenerata il 22 giugno scorso, quando militari antisommossa del reparto mobile ESMAD e della controguerriglia  hanno attaccato i manifestanti che stavano cercando di occupare il piccolo aeroporto di Ocaña, dopo che da giorni si stava (altro…)


L’America latina condanna la prepotenza imperialista

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro

5 luglio 2013

La proibizione dei governi di Francia, Portogallo, Spagna e Italia, il 2 luglio scorso, di far volare sul proprio spazio l’aereo presidenziale boliviano dove viaggiava il presidente Evo Morales di ritorno dal vertice in Russia dei paesi esportatori di gas, sospettando che sullo stesso si fosse imbarcato  Edward Snowden, ha provocato come prevedibile, in America latina un coro di proteste generalizzate contro quello che è stato definito dal governo boliviano «un atto di prepotenza imperialista».

L’aereo di Morales, dopo circa 13 ore di peripezie, sorvolando il cielo di mezza Europa e vedendosi negare l’atterraggio prima da Francia, poi a ruota da Portogallo, Spagna e Italia, rischiando di rimanere senza carburante,  ha ottenuto l’autorizzazione infine dal governo austriaco ad atterrare all’aeroporto di Vienna per uno scalo tecnico. Una decisione, quella dei quattro Paesi europei, presa  in aperta violazione dei trattati internazionali rispetto all’immunità diplomatica dei capi di Stato e ovviamente eterodiretta dall’intelligence statunitense e che dimostra  da un lato il servilismo becero quanto illogico della vecchia Europa, dall’altro l’isteria degli Stati Uniti  rispetto al caso Snowden, ormai sfuggito definitivamente al loro controllo. (altro…)


L’agenda destabilizzatrice di Enrique Capriles

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per l’ Indro — 21 Giugno 2013

Si è dimostrato sicuramente più diplomatico e intelligente del  suo omologo colombiano, il presidente del Messico Enrique Peña Nieto, rifiutandosi di incontrare  Enrique Capriles Radonski, leader dell’opposizione venezuelana  uscito sconfitto dalle recenti elezioni del 14 aprile.

Se il colombiano Juan  Manuel Santos lo aveva ricevuto alla Casa de Nariño, sede del governo, il 29 maggio scorso, addirittura piantando in asso i leader della Comunità di San José di Apartadó  in un atto pubblico dove il governo doveva chiedere formalmente scusa alle vittime della comunità (il 25 febbraio del 2005 4 adulti e 4 bambini furono trucidati da esercito e paramilitari) (altro…)


Banca del Sud: integrazione regionale in Sudamerica

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro — 14 giugno 2013

Si è tenuta mercoledì scorso, presso la sede della Banca Centrale del Venezuela, a Caracas,  la prima riunione del Consiglio dei Ministri delle Finanze della Banca del Sud, nel corso della quale è stato  formalmente installato il consiglio di amministrazione  e sono stati messi a punto i meccanismi per la concessione dei primi crediti. Il presidente della Banca del Sud verrà invece designato di comune accordo dai capi di Stato dei paesi affiliati.  (altro…)


“Un incubo” la sparizione di persone in Messico

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por Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro  - 12 Giugno 2012

Affrontare un incubo. La sparizione forzata di persone in Messico’ questo è il titolo del nuovo rapporto di Amnesty International diffuso ai mezzi di comunicazione internazionali il 4 giugno scorso, che fa il punto e denuncia la gravissima  situazione della sparizione di persone nel paese. Tra il 2006 e il 2012, il «sessennio luttuoso»,  come le organizzazioni per la difesa dei diritti umani messicane definiscono il periodo di governo dell’ex presidente Felipe Calderón,  sono oltre 26mila le persone scomparse o delle quali non si sa più nulla,  secondo il registro della Procura della Repubblica. Sebbene già questo sia di per sé un numero  impressionante — oltre 4mila persone l’anno — si teme che  sia molto più alto, per l’approssimazione e per la mancanza di metodologia e procedure chiare e trasparenti nella raccolta dei dati da parte delle istituzioni pubbliche. (altro…)


Panama, la svolta energetica

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro — 7 Giugno 2013

Sarà il Parco Eolico Penonomé, il primo in costruzione a Panama in una zona centrale del Paese,  il parco eolico più grande dei Caraibi e di tutta l’America centrale. Nel porto di Colón sono già stati scaricati i primi generatori, prodotti dalla  cinese Goldwind,  che con «l’operazione logistica più importante della storia di Panama dopo la costruzione del canale» come ha dichiarato il direttore dell’Unión Eólica Panameña, Rafael Pérez-Pire, verranno trasferiti fino a Penonomé per essere installati. Sono in totale 110, che verranno distribuiti su un’area d 19mila ettari e si prevede che la loro messa in funzione avvenga tra novembre e dicembre di quest’anno.

Vicente Prescott, segretario nazionale di Energia, ha dichiarato che si tratta di un “momento storico” per il Paese, che negli ultimi mesi si è trovato ad affrontare una gravissima  crisi energetica dovuta ad un periodo di forte siccità. Ha informato inoltre che il parco eolico genererà 200MW di energia pulita per il fabbisogno di circa 100mila famiglie, pari al 7 per cento del consumo totale. Il  75 per cento di questa energia  verrà prodotta in estate, proprio durante la stagione secca, che è anche  la più ventosa, permettendo un risparmio sulle risorse idriche del Paese. Anche l’impatto sull’ambiente è importante:  Panama riuscirà ad evitare l’emissione di oltre 450 mila tonnellate di carbonio.

La compagnia Unión Eólica Panameña, filiale locale della Unión Eólica Española,  che sviluppa il progetto,  ha investito nello stesso circa  440 milioni  di dollari ed ha in programma la produzione di oltre 350 MW di energia che verrà fornita da altri progetti  di parchi eolici le cui aree di installazione sono già state identificate. La produzione di energia elettrica a Panama per la maggior parte, circa il 60 per cento, avviene tramite centrali idroelettriche e dipende quindi dalle precipitazioni atmosferiche, per la restante parte proviene dai  combustibili fossili. Quest’anno, la peggior siccità mai registrata da oltre 15 anni, legata al fenomeno climatico  de El Niño, ha messo in ginocchio il Paese rendendo necessari razionamenti e limitazioni dell’uso di energia e la chiusura per  alcuni giorni di scuole  ed uffici.

Proprio per ridurre  la dipendenza  dall’energia idroelettrica, Panama sta investendo molto sulle energie alternative come eolico e fotovoltaico. Nel corso di quest’anno entrerà  in funzione infatti anche il primo parco solare, installato nel parco  nazionale Sarigua, che prevede inizialmente una  produzione  di 2,4 MW di energia, da raddoppiare nella seconda fase della sua realizzazione. Approvata a Panama inoltre un progetto di legge che ha come fine quello di ridurre la dipendenza dalle energie non rinnovabili tramite una serie di incentivi per l’installazione di pannelli solari o la costruzione di centrali per la produzione di energia pulita.

 


La Colombia punta alla Nato o viceversa?

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro — 5 Giugno 2013

In queste ultime settimane, l’impressione che offre l’attento esame di alcuni avvenimenti di carattere non solo politico ma anche economico e strategico che hanno avuto luogo in America latina, è  che la Colombia sembra ormai decisa a volersi allontanare  il più in fretta possibile — a  passi lunghi e ben distesi — dal progetto di integrazione regionale che fu tanto caro a Hugo Chávez e Néstor Kirchner, gli ex presidenti di Venezuela e Argentina entrambi ormai scomparsi.

Prima a livello economico, con la costituzione e promozione dell’Alleanza del Pacifico, un progetto neoliberale (altro…)


Crisis comercial dominico haitiana ya es casi crisis diplomática. Entrevista a Hecmilio Galván

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Por Annalisa Melandri — www.annalisamelandri.it

Podría convertirse  en una crisis diplomática entre los dos países, la decisión tomada por el  gobierno de Haití de  detener el comercio de pollos y huevos desde la vecina República Dominicana. La decisión fue tomada hace dos semanas, sobre la base de una presunta — cuanto inverosímil – presencia de  gripe aviar (H5N1) en la República Dominicana.

La  situación por algunos aspectos es paradójica. No hay, de hecho, ningún caso de gripe aviar en el país, como también  declarado por  la Organización Panamericana de la Salud y las autoridades dominicanas. La decisión de las autoridades de Haití, tomada por indicaciones  de la ministra de Salud Pública y Población, Florencia Guillaume Duperval — y esta es la primera paradoja — se adoptó sobre la base de una interpretación errónea de un comunicado del Ministerio de Comercio e Industria, que indicaba  la presencia de la gripe aviar en la República Dominicana. (altro…)


Reciclaje: una interesante experiencia comunitaria en la República Dominicana

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Por Annalisa Melandri —  L’Indro - 8 de mayo 2013

Al parecer se trataría de una  cuestión muy marginal — y quizás lo sea — respecto a las problemáticas seguramente de mayor y más urgente impacto social y humano que aun hoy en día plagan  el Caribe y América latina,  sin embrago no debería subestimarse  por lo menos en cuanto a su proyección a largo plazo.

Si el reciclaje de la basura en el norte del mundo representa todavía un reto para  aquellos gobiernos que desean entrar en el Olimpo de la civilización, en el sur del planeta  respecto a ese tema  nos encontramos todavía a los albores de la modernidad.  Sin embargo algo se mueve.  (altro…)


Honduras, tregua con le “maras” — Intervista a Félix Molina

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per l’Indro — 31 maggio 2013

Circa un anno fa  in El Salvador iniziava  un dialogo tra il governo e i principali capi delle due maras più violente e sanguinarie della regione, la Mara  Salvatrucha (MS-13) e la Mara Barrio 18 (M18). Adesso è la volta dell’Honduras. Martedì scorso, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nel carcere di San Pedro Sula, la seconda città del Paese, alla presenza di esponenti della Chiesa Cattolica e di funzionari dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA),  in sostanza gli stessi attori mediatori  del processo salvadoregno, i capi delle  “filiali” locali delle stesse maras, la MS-13 e la M18, separatamente,  hanno chiesto perdono agli honduregni per i crimini commessi e hanno espresso l’intenzione di voler intraprendere una tregua per porre fine alla violenza nel Paese. (altro…)


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