Ringrazio marneven che mi ha segnalato la notizia e gli amici della Patria Grande per l’articolo che riprendo.
.
Vergognosa decisione del Vaticano che concede asilo politico al venezuelano Nixon Moreno, accusato di stupro e tentato omicidio.
Fonte: LPG, 16/09/2008
E’ veramente vergognosa la decisione presa dal Vaticano di concedere asilo politico ad una persona accustata di stupro e tentativo di omicidio. Nixon Moreno il 25/05/2006, all’epoca studente dell’Universitá delle Ande (ULA) di Merida, in Venezuela, fu uno dei protagonisti dei violenti disturbi che si ebbero in quella cittá. La polizia intervenne per sedare tali disturbi che i giovani studenti borghesi inscenavano contro il governo di Hugo Chávez.
Ad un certo punto due poliziotti, un uomo ed una donna, si ritrovano accerchiati dai facinorosi; uno di questi sparó un colpo di pistola al poliziotto che cadde ferito a terra; poi si diressero contro la poliziotta, che nel frattempo aveva cercato di sfuggire all’aggressione, ma venne rincorsa ed acciuffata da tre di questi facinorosi, i quali minacciandola con una pistola, la denudarono e tentarono di violentarla. La poliziotta vittima di questo tentativo di stupro, Sofia Aguilar, descrive con somma luciditá l’accaduto nel video annesso (in spagnolo), di fonte VTV, Venezolana de Television, ossia la televisone dello Stato Venezuelano.
La poliziotta dichiara, sia nel video che in Tribunale, di aver riconosciuto solo uno dei suoi assalitori, tale Nixon Moreno, leader studentesco di opposizione e che fu anche colui che sparó al collega poliziotto. Per la cronaca la violenza sessuale a danno della poliziota non si consumó per l’intervento dei colleghi poliziotti, allertati dalle grida di una donna, la stessa che offri poi una tuta da ginnastica alla poliziotta lasciata nuda a terra.
Sulla base della testimonianza della poliziotta, Nixon Moreno venne incriminato di tentato omicidio e stupro, ma non è mai finito in galera perchè riuscì a sfuggire la giustizia venezuelana, rifugiarsi nella Nunziatura Apostolica di Caracas e chidendo asilo politico al Papa Benedetto XVI. La Nunziatura Apostolica del Vaticano è equivalente ad una ambascita e quindi gode di immunità diplomatica.
Si è appreso oggi, che il Vaticano ha concesso asilo politico a Nixon Moreno per ragioni umanitarie! E’ la prima volta che uno Stato sovrano, in questo caso il Vaticano, concede asilo politico ad una persona accusata di gravissimi reati comuni, quali sono appunto il tentato omicido e lo stupro. Una decisione veramente vergognosa.
Nel caso non lo avesse ancora fatto, imvitiamo il Capo dello Stato del Vaticano, il Papa Benedetto XVI, a visionare il filmato della testimonianza della poliziotta vittima delle violenze di Nixon Moreno in modo da rendersi conto a che razza di delinquente ha concesso asilo politico.
Per concludere invitiamo ad apprfondire le tematiche sul Vaticano e dei preti pedofili, sia nel sito de La Patria Grande che in quello dell’agenzia di notizie specializzata Axteismo Press.
No… Permanecer y transcurrir No es perdurar, no es existir Ni honrar la vida Hay tantas maneras de no ser Tanta conciencia sin saber Adormecida.
Merecer la vida no es callar ni consentir Tantas injusticias repetidas Es una virtud, es dignidad Y es la actitud de identidad Mas definida.
Eso de durar y transcurrir No nos da derecho a presumir Por que no es lo mismo que vivir Honrar la vida.
No… Permanecer y transcurrir No siempre quiere sugerir Honrar la vida Hay tanta pequeña vanidad En nuestra tonta humanidad Enceguecida Merecer la vida es erguirse vertical Mas alla del mal, de las caidas.
Es igual que darle a la verdad Y a nuestra propia libertad La bienvenida.
Eso de durar y transcurrir No nos da el derecho a presumir Por que no es lo mismo que vivir Honrar la vida. (Eladia Blazquez)
Rapidissima trascrizione e traduzione del discorso di Hugo Chàvez:
Ci informano in questo momento, che proprio adesso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha annunciato l’espulsione dell’ambasciatore della Bolivia dal suo territorio.
Bene… noi iniziamo da questo momento a valutare le relazioni diplomatiche con il governo degli Stati Uniti. Ho parlato in questo momento con il ministro degli Esteri e affinché la Bolivia sappia di non essere sola, a partire… che ore sono, le 7 e 15 minuti, ha 72 ore, a partire da questo momento l’ambasciatore yankee a Caracas per lasciare il Venezuela, in solidarietà con la Bolivia e il popolo della Bolivia ed il governo boliviano… ha 72 ore l’ambasciatore per abbandonare il territorio venezuelano, e immediatamente, signor ministro Maduro, immediatamente disponga che rientri il nostro ambasciatore là, che ritorni prima che lo mandino via , il compagno Bernardo Álvarez che ritorni in patria. Quando ci sarà un nuovo governo negli Stati Uniti manderemo un ambasciatore, un governo che rispetti i popoli dell’America Latina, all’America di Simón Bolivar, diavolo!
Che vadano al diavolo! Yankee di merda, che qui c’è un popolo degno! Qui c’è un popolo degno, yankee di merda, se ne vadano al diavolo cento volte, siamo qui, i figli di Bolívar , i figli di Guaicaipuro, figli di Tupac Amaru , siamo determinati ad essere liberi! Dichiaro responsabile di tutto ciò e di quello che potrà succedere, il governo degli Stati Uniti, che sta dietro tutte le cospirazioni contro il nostro popolo, considero responsabile il governo degli Stati Uniti per il futuro delle esportazioni di petrolio in quel paese, se ci fosse qualche aggrassione contro il Venezuela, non ci sarà petrolio né per il popolo né per il governo degli Stati Uniti. Noi , yankee di merda, sappiatelo, siamo decisi ad essere liberi, succeda quello che succeda e costi quel che costi. Basta di tanta vostra merda!, yanquis, ora basta! Basta! Magari, o come dicono i nostri fratelli arabi Inshallah, Salam Aleikum, magari un giorno il popolo degli Stati Uniti abbia un governo con il quale si possa conversare… magari un giorno, quanto prima, questo paese abbia un governo che rispetti i popoli e i governi dell’America latina! Non chiediamo altro che di essere rispettati, perchè noi meritiamo rispetto…
Siccome la manifestazione è anche contro i provvedimenti sulle intercettazioni promossi dal governo Berlusconi e siccome sono settimane che leggo che editori e giornalisti sono sul “piede di guerra”, mi piacerebbe sapere chi tra questi (editori e giornalisti) ha aderito e parteciperà domani alla manifestazione.
Il presidente boliviano Evo Morales lo scorso fine settimana è stato costretto a sospendere improvvisamente il suo viaggio nella città di Sucre, capitale costituzionale della Bolivia, per motivi di sicurezza. Gruppi di estrema destra, organizzati dall’ Alcaldia (il Comune) e formati da studenti dell’Università Pontificia di San Francisco Xavier e da appartenenti al Comité Interinstitucional, come ha denunciato il ministro del Governo Alfredo Rada, hanno dato origine a gravi disordini il cui bilancio è stato di una cinquantina di feriti. Persone armate di bastoni e pietre si sono prima scontrate con le forze dell’ordine, accerchiandole e insultando i militari che si sono ritirati su disposizione del governo per evitare il degenerare della situazione. Successivamente hanno preso di mira 20 contadini ed indigeni di etnia quechua affiliati al Mas (il partito di Morales), aggredendoli, insultandoli e legandoli dopo averli denudati nella piazza principale della cittadina, dove sono stati costretti a baciare il terreno, a maledire il MAS e il governo centrale e a chiedere scusa per le tre vittime degli scontri avvenuti lo scorso novembre durante l’approvazione della bozza della Nuova Costituzione.
Il viaggio di Morales si doveva svolgere in occasione dei festeggiamenti per i 199 anni della città.
Il Comité Interinstitucional che da tempo rivendica il passaggio di tutti i poteri dalla capitale governativa La Paz alla città di Sucre dove invece risiede soltanto la Corte Suprema, si è trasformato in un vero e proprio gruppo ribelle.
L’alto commissariato Onu per i diritti umani in Bolivia ha condannato duramente quanto accaduto: “questi incidenti violenti sono incompatibili con il rispetto dei diritti umani, violano la dignità umana, il diritto all’integrità personale e il divieto di sottoporre una persona ad atti degradanti”.
E infatti quello che ha caratterizzato la protesta contro la visita di Morales è stata la forte connotazione razzista che questa ha assunto.
Le comunità indigene e contadine della zona sono molto scosse da quanto avvenuto. Scene come quelle che si sono viste nella piazza principale del paese, riportano la storia indietro di centinaia di anni e il fatto che a compiere tali azioni siano stati soprattutto giovani e persone vicine alle istituzioni locali rende la situazione, già di per sè preoccupante (per la spinta autonomista delle regioni della Media Luna che va avanti da tempo), ancora più grave. Evo Morales ha invitato la Chiesa Cattolica, Metodista ed Evangelica a farsi promotrici di una campagna nazionale contro il razzismo, ma i suoi sostenitori, per la maggior parte indigeni e contadini, chiedono a questo punto al presidente boliviano maggior fermezza nella lotta al razzismo, che nelle ricche regioni orientali del paese sta assumendo le connotazioni di una vera e propria guerra civile.
C'è chi usa la penna come un fucile al servizio di giustizia e verità e chi invece, come strumento di potere. E menzogna e falsità sono strumenti di potere. (AM)
“Colombia Invisible” largometraje de Unai Aranzadi. El nuevo teaser.
Lo que hizo Trujillo en el Rio Masacre fu un GENOCIDIO si asumimos la definición de genocidio dada por la el estatuto de Roma de la Corte Penal Internacional en su artículo n. 6:
A los efectos del presente Estatuto, se entenderá por “genocidio” cualquiera de los actos mencionados a continuación, perpetrados con la intención de destruir total o parcialmente a un grupo nacional, étnico, racial o religioso como tal:
a) Matanza de miembros del grupo;
b) Lesión grave a la integridad física o mental de los miembros del grupo;
c) Sometimiento intencional del grupo a condiciones de existencia que hayan de acarrear su destrucción física, total o parcial;
d) Medidas destinadas a impedir nacimientos en el seno del grupo;
e) Traslado por la fuerza de niños del grupo a otro grupo.
Reflexionando… cooperación internacional
Creo que la cooperación internacional tenga que dejar definitivamente ese rol compasivo y caritativo que caracteriza sus acciones, que además de permitirle recaudar mucho dinero (sobre el cual hasta cierto punto hay control) y una estructuración demasiado burocrática y clientelar de su aparato, funciona solo como paliativo de las situaciones de subdesarrollo. Si la cooperación no asume la tarea de impulsar cambios ESTRUCTURALES y definitivos en las realidades en las que trabaja nunca, nunca lograremos reducir pobreza y miseria, ya que estas confirmarán, definitivamente ser funcionales al mismo sistema neoliberista.
«Nadie es una isla completo en si mismo; cada hombre es un pedazo del continente, una parte de la Tierra. Si el mar se lleva una porción de tierra, toda Europa queda disminuida, como si fuera un promontorio, o la casa de uno de tus amigos, o la tuya propia; por eso la muerte de cualquier hombre me disminuye, porque estoy ligado a la humanidad; y por consiguiente, nunca preguntes por quién doblan las campanas porque están doblando por ti».
HONDURAS
23/9 E' stato ucciso l'avvocato Antonio Trejo difensore dei contadini che stanno portando avanti le lotte per la recuperazione delle terre appartenenti ai movimenti MOCSAM, MARCA y el MUCA; aveva presentato inoltre un ricorso di incostituzionalità delle Citta Modello
COLOMBIA/URIBE
El expresidente de Colombia, Álvaro Uribe, concedió docenas de licencias para disponer de pistas de aterrizaje al capo del narcotráfico Pablo Escobar, aseguró la periodista Virginia Vallejo, quien fuera amante del jefe del Cartel de Medellín.
"Por Pablo (Escobar) pude saber que (Álvaro) Uribe le concedió docenas de licencias para disponer de pistas de aterrizaje. Me decía que sin la ayuda de 'ese muchachito bendito' estaría trayendo la pasta de coca a pie desde Bolivia", dijo Vallejo en una entrevista a la revista argentina 'Noticias'. Fue organizada con el motivo de la reedición en Argentina de su libro 'Amando a Pablo, odiando a Escobar', lanzado en 2007.
Texto completo en: http://actualidad.rt.com/actualidad/view/124476-escobar-uribe-narcotrafico-colombia-aterrizaje-vallejo
MEMORIA
El 3 de octubre de 1984, Luis Fernando Lalinde Lalinde, de 26 años de edad, fue detenido y posteriormente desaparecido por el Ejercito colombiano. Desde ese día, Fabiola Lalinde emprendió la búsqueda de su hijo. Aunque sufrió constantes hostigamientos e intimidaciones, logró encontrar el cadáver de Luis Fernando después de 4.428 días de incesante búsqueda. Fue detenido en el marco de la “Operación Cuervos” adelantada por el ejército, cuando se encontraba en Jardín (Antioquia) tratando de rescatar un guerrillero herido del EPL, en 1984, durante el Proceso de Paz del Presidente Belisario Betancur, cuando este movimiento político se encontraba en cese al fuego.