Filastrocca PRO INCENERITORI al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano

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I bambini in visita al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano possono ammirare il modellino dell’inceneritore Silla2 dell’AMSA (Azienda Milanese Servizi Ambientali) e leggere su dei pannelli una istruttiva filastrocca.
Il sacco esce di casa e lo attende un’avventura. Sale su un grande camion pieno di spazzatura. Fin dalla tangenziale si vede un gran camino, che sembra ancor più alto se visto da vicino. Il camion in via Silla si ferma ad un cancello, e dietro c’è l’impianto, si dice che sia bello! La botola si apre e i sacchi fanno un volo, giù tutti in una vasca, nessuno resta solo. Il secco brucia bene, sviluppa un gran calore, così si scalda l’acqua per farne del vapore. La cenere rimasta vien recuperata, infine il fumo esce, la polvere è filtrata. Che possa esser nocivo, qualcuno ha un po’ paura. Né zolfo, né diossine! L’ARPA ce lo assicura.”. Gli
inceneritori causano tumori, il Museo della Scienza(?) e della Tecnica gli dedica filastrocche. Inviate anche voi la vostra filastrocca sugli inceneritori al direttore del museo Fiorenzo Galli, mail: href=“direzioneatmuseoscienzadotit“>direzione@museoscienza.it


Nasce il Movimento Continentale Bolivariano

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di Giorgio SabaudoVaccamagra.blogspot.com
Caracas, dicembre 2009
Abbiamo partecipato, documentandola, alla nascita del Movimiento Continental Bolivariano. La dinamicitá e l’energia sentita ha ‚a tratti, commosso e dato speranze.
Il 7, l’8 e il 9 di Dicembre si é tenuta a Caracas la costituente. Trenta delegazioni da tutto il mondo hanno contribuito e agito intensamente per la creazione dal basso di questo nuovo attore politico, sociale e di lotta mondiale.
L’associazione bolivariana de prensa da tempo aveva lanciato pubblicamente questo incontro che si é aperto il 7 all’auditorium del Parque central di Caracas.
Circa duemila delegati hanno partecipato intensamente in questi tre giorni lavorando a quattro differenti tavoli di lavoro.
Tra questi erano  presenti Héctor Acevedo (poeta salvadoreño), Iñaki Gil de San Vicente (intellettuale basco), María Gurutxiaga (attivista femminista basca), Miguel Ángel Sandoval (ex candidato alla presidenza del Guatemala), Néstor Kohan (intellettuale argentino), Luís Barrios (sacerdote portoricano residente negli Stati Uniti) e tanti altri..
Le tavole di lavoro avevano come obiettivi:
.Il primo aveva il compito di sviluppare le strategie, le controffensive e la resistenza alla crisi economica e all’attacco imperialista in atto.
.Il secondo ha analizzato il ruolo dei movimenti sociali nella continentalizzazione delle lotte al fine di articolare, per un futuro sempre piú prossimo, i vari attori sociali per fare un fronte comune all’offensione neo e ultraliberale.
.Il terzo ha preso in considerazione i diritti umani e i diritti internazionali umanitari documentando la loro costante violazione nel mondo.
.L’ultimo tavolo ha avuto il compito di creare una rete internazionale dei mezzi e dei comunicatori bolivariani.
I quattro gruppi hanno lavorato per due giorni finendo col lanciare innumerevoli proposte e vari dibattiti che sono state incluse nella Dichiarazione di Caracas del 9 Dicembre 2009.
All’incontro ha partecipato gente da tutto il sud e centro America; delegazioni turche che hanno denunciato il genocidio curdo; baschi che hanno denunciato la repressione spagnola; francesi, australiani, statunitensi..
L’idea (attuata) era quella di creare un unico blocco che unisse tutte le varie forze di resistenza antimperialiste centro e sudamericane.
Per questo motivo la Costituente é stata aperta con un messaggio audiovisuale di Alfonso Cano, líder delle Farc-Ep (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia– Esercito Popular) che ha espresso la sua soddisfazione per questo nuovo passo verso una unitá bolivariana antimperialista:
 
 
 
La reazione del governo colombiano del presidente Alvaro Uribe e dell’alto comando militare, rappresentato dal generale Padilla, non s’é fatta attendere e l’8 la Costituente ha ricevuto una lettera dello stesso Padilla; questa minacciava di perseguire la presidenza collettiva del MCB se non avesse pubblicamente rifiutato la solidarietá e l’appoggio di Alfonso Cano delle Farc.
A sua volta la risposta della Costituente é stata radicale e il giorno seguente Alfonso Cano é stato nominato membro della Presidenza collettiva del Movimento Continentale Bolivariano.
Uribe e soci hanno chiesto l’estradizione dai loro rispettivi paesi per tutti i membri della presidenza e a tutti i firmatari della costituente.
Il MCB, essendo un movimento antimperialista continentale, appoggia tutte le forme di resistenza popolare al neoliberismo e all’imperialismo:
Non puó non incorporare una forza belligerante che esiste dal 1964 in Colombia, paese che vive una guerra civile ormai da decenni.
Il MCB incorpora il concetto di diversitá rivoluzionaria dei popoli oppressi portando solidarietá alla resistenza curda, afghana, irachena, palestinese, basca e a tutti i popoli oppressi del mondo.
Il MCB ha tra i suoi obiettivi:
.La lotta contro l’imperialismo attuando una strategia continentale di potere popolare partendo dalle esigenze locali sentendo come propria ogni ingiustizia nel mondo
.L’integrazione latinoamericana per un nuovo modello di uguaglianza e giustizia sociale che punti sulla difesa delle risorse.
.La liberazione di tutti i prigionieri politici dell’Impero:
Tra questi quella dei cinque cubani arrestati a Miami, quella di Carlo Alberto Torres, membro del Movimento rivoluzionario portoriqueño, incarcerato da 28 anni e del venezuelano Illich Ramirez (Comandante Carlos), incarcerato in Francia per aver intrapreso la lotta armata in favore della causa palestinese (nel Fronte popolare per la liberazione della Palestina).
Il fratello presente alla costituente ha denunciato le sue precarie condizioni di salute e la violazione dei diritti umani attuata dal regime carcerario francese.
.Una convocatoria internazionale per il primo di Marzo del 2010 in solidarietá alla lotta popolare messicana e alle vittime della repressione.
.La denuncia dell’imperialismo nordamericano incarnato dalle basi militari ad Haiti, nelle isole caraibiche olandesi, in Honduras, Colombia, Medio Oriente, Europa.
.La nascita di una scuola continentale culturale, umana, politica e strategica per la creazione di nuovi quadri politici bolivariani.
.La creazione di una rete di intelligenza e di contrintelligenza bolivariana.
.L’appoggio attivo alla resistenza portoriqueña e a quella del Fronte di Resistenza Hondureño che deve essere riconosciuto come forza belligerante.
.L’appoggio allo sciopero generale  in Porto Rico che sará il 9 Gennaio del 2010.
.Una unitá internazionale che porti alla nascita di una Quinta Internazionale.
.Superamento della societá patriarcale e un incontro culturale e politico in favore delle donne del mondo.
.La creazione di una Carta Bolivariana dei diritti umani che incorpori il diritto di Resistenza in risposta alla violazione dei diritti umani e in favore dell’autodeterminazione dei popoli di tutto il mondo.
.Essere avanguardia di lotta nella difesa delle popolazioni indigene e delle risorse naturali.
Padri intellettuali del Mcb sono Manuel Marulanda (creatore delle Farc Ep nel ’64), José Artigas, Simon Bolivar, José Martí, Ernesto Guevara, Antonio Sucre e Emiliano Zapata.
 
Tra i membri della presidenza collettiva sono presenti:
–Salvador Tió, avvocato portoriqueño in difesa dei diritti umani.
–Mirella Baltra, ministro del lavoro durante il governo cileno di Salvador Allende.
–Alfonso CAno (Farc-Ep)
–Behel (Movimento internazionalista turco)
–Narciso Isa Conde (politico e scrittore dominicano. Combattente contro il tiranno Trujillo e gli invasori nordamericani nel 1965)
–Carlos Reyes (uno dei leader ed ex candidato alla presidenza del Fronte di Resistenza contro il Golpe in Honduras)
Segue la DICHIARAZIONE DI CARACAS del 9 Dicembre del 2009:
 
‘Hoy 09 de diciembre de 2009, a los 185 años de la trascendente batalla de Ayacucho que puso fin al colonialismo español y dio inicio a nuestra primera independencia…
Desde Caracas, cuna del libertador, capital de la revolución bolivariana liderada por el comandante Chávez, declaramos ante los pueblos del mundo:
¡Somos movimiento continental bolivariano!, después de transitar por la fructífera ruta de la Coordinadora Continental Bolivariana (CCB).
Somos Movimiento Continental Bolivariano (MCB) para asumir con inteligencia y pasión revolucionaria la causa heroica de la Patria Grande y el socialismo emancipador.
Somos “pensamiento y acción fundidos en armas contra las injusticias”. Unidad desde una gran diversidad y combinación de distintas identidades políticas, sociales, culturales revolucionarias.
Somos la conjugación de variadas formas y métodos de lucha.
En esta hora crucial para nuestros pueblos asumimos con determinación las respuestas que desde variadas resistencias y ofensivas en marcha ameritan el pérfido y desesperado contra-ataque que desde su evidente declinación como imperio ha emprendido contra nuestros pueblos la militarizada súper-potencia del “Norte revuelto y brutal”
La revolución bolivariana, punto de partida junto a la insurgencia zapatista en México, de esta nueva y promisoria época; y la heroica revolución cubana, principal conquista de los pueblos del continente americano en este siglo XX, serán defendidas con alma y corazón por nuestro movimiento. ¡Con sangre cargada de indignación si fuera necesario!
Los avances políticos y sociales de diferente calado en Ecuador, Bolivia, Nicaragua, El Salvador, Uruguay, Brasil… y muy especialmente la que encarna el ALBA y todo aquello que apunte en dirección a la autodeterminación, a las reformas avanzadas y a las transformaciones revolucionarias– así como a las perspectivas de profundización y ampliación de esos procesos– tendrán en el naciente MCB un bastión de solidaridad y de impulso desde las resistencias y las ofensivas de nuestros pueblos.
Contribuir a derrotar el régimen golpista en Honduras y abrir cauce a la constituyente popular es un compromiso de honor.
Enfrentar todo intento de golpe similar en Paraguay o donde sea, es un deber insoslayable.
Haremos hasta lo imposible para contribuir a aislar , acorralar y derrotar el engendro cipayo y narco-para-terrorista que representa el régimen de Álvaro Uribe, impuesto a sangre y fuego en ese hermano país con pretensiones de expansión a otras naciones de la región.
Contribuiremos al canje humanitario de prisioneros y prisioneras y a la solución política del conflicto armado colombiano en procura de la paz anhelada.
No hay chantaje sobre el planeta que nos conduzca a renunciar al merecido respaldo a la insurgencia y a todas las fuerzas sociales, políticas y democráticas que representan la libertad y emancipación del pueblo colombiano. La misma actitud asumimos frente a la insurgencia indígena Mexico y en cualquier parte del continente.
La arrogancia, la agresividad y la vocación guerrerista de un imperialismo decadente y senil, empecinado por imperiosas razones de sobre-vivencia e incierta continuidad a apropiarse mediante la fuerza militar del valioso patrimonio natural de nuestros pueblos, a intentar revertir su ofensiva transformadora y a desestabilizar y erradicar los gobiernos revolucionarios y progresistas de la región no nos atemorizan. Nadie podrá arrebatarnos lo conquistado.
Nadie podrá apoderarse impunemente de las fuentes de agua, biodiversidad, minerales, mares, bosques, playas, reservas científicas y valores culturales. ¡Ese pleito esta cazado y vamos a triunfar!
Desde nuestros territorios poblados por nuestros pueblos originarios, trabajadores y trabajadoras, campesinos y campesinas, jóvenes, niños y niñas, comunidades rurales y urbanas, mujeres discriminadas, iglesias de los pobres , negros /as, mestizos/as, etnias discriminadas, artistas e intelectuales, cooperativistas y productores nacionales…vamos a librar las luchas necesarias para preservar y asumir colectivamente esas riquezas, para impedir su conversión en fuentes de explotación , expansión y lucro del gran capital criollo y transnacional. Igual los acompañaremos en su insumisión frente a todas las modalidades de explotación, dominio y exclusión de que son víctimas.
Seremos luchadores por la liberación de los presos políticos colombianos, venezolanos, hondureños, vascos, peruanos y puertorriqueños que cumplen condenas por sus luchas libertadoras y solidarias en las cárceles de los imperios y de los gobiernos antidemocráticos de América, Europa, África, y Asia.
Nuestras queridas patrias chicas, camino a conformar la Patria Grande soñada por Bolívar, tendrán en el MCB un defensor inclaudicable frente a los desmanes de los imperialismos norteamericano y europeo.
Las bases gringas en Colombia, Honduras, Puerto Rico y en todo el continente habrán de enfrentar pronto el clamor y la movilización que las aísle; al tiempo que potencie la reacción capaz de disuadir los perversos planes de guerras que implican su presencia y expansión en Nuestra América, y que en caso de ejecutarse puedan ser derrotados por nuestros pueblos.
La unidad antiimperialista será una de nuestras divisas relevantes. Confluiremos en todas las iniciativas que la amplíen y fortalezca.
No habrá causa justa en el mundo que no cuente con nuestro concurso militante. Las resistencias y luchas de los pueblos de Irak, Irán, Afganistán, Pakistán, Kurdistán, Turquía, Euskal Herria, Galicia, República Saharaui, y otros pueblos de África, tendrán en el MCB un aliado firme y leal.
Las demandas y los combates de las y los inmigrantes del tercer mundo en Estados Unidos y en Europa serán apoyadas con determinación. No habrá presos ni presas en las cárceles del imperio y de los estados represivos a los que no llegue nuestro clamor de libertad.
El colonialismo en Puerto Rico, las Malvinas y en todo el Caribe insular y en el mundo nos tendrá de frente.
¡ABAJO LAS COLONIAS! ¡VIVA LA LIBERTAD DE LOS PUEBLOS!
¡SOMOS MCB!
¡SOMOS DEMOCRACIA VERDADERA, ANTI-IMPERIALISMO, ANTI-CAPITALISMO!
¡SOMOS SOCIALISMO SIN CALCO NI COPIA, SOMOS TRANSICIÓN CREADORA HACIA ÉL!
¡SOMOS REENCARNACIÓN COLECTIVA DEL LIBERTADOR, DEL CHE, DE LOS HEROES Y HEROINAS DE AMERICA!
¡SOMOS NUEVA INDEPENDENCIA!
NACIMOS HOY CONMEMORANDO AQUEL GLORIOSO AYACUCHO PARA DESDE SU INAGOTABLE FUENTE DE INSPIRACION CONTRIBUIR AL NUEVO Y DEFINITIVO AYACUCHO!
¡PARA CREAR PATRIA GRANDE Y SOCIALISMO!
¡SOMOS MCB PORQUE EN BOLÍVAR Y LAS Y LOS PRÓCERES DE NUESTRA AMÉRICA NOS ENCONTRAMOS TODAS Y TODOS!
¡HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!
CARACAS, 9 DE DICIEMBRE DE 2009′
Pubblicato da Vaccamagra a 08.07

Fabrizio De Andrè: Nella mia ora di libertà

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Di respirare la stessa aria
di un secondino non mi va
perciò ho deciso di rinunciare
alla mia ora di libertà

se c’è qualcosa da spartire
tra un prigioniero e il suo piantone
che non sia l’aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione
che non sia l’aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione.

È cominciata un’ora prima
e un’ora dopo era già finita
ho visto gente venire sola
e poi insieme verso l’uscita

non mi aspettavo un vostro errore
uomini e donne di tribunale
se fossi stato al vostro posto…
ma al vostro posto non ci so stare
se fossi stato al vostro posto…
ma al vostro posto non ci sono stare.

Fuori dell’aula sulla strada
ma in mezzo al fuori anche fuori di là
ho chiesto al meglio della mia faccia
una polemica di dignità

tante le grinte, le ghigne, i musi,
vagli a spiegare che è primavera
e poi lo sanno ma preferiscono
vederla togliere a chi va in galera
e poi lo scanno ma preferiscono
vederla togliere a chi va in galera.

Tante le grinte, le ghigne, i musi,
poche le facce, tra loro lei,
si sta chiedendo tutto in un giorno
si suggerisce, ci giurerei
quel che dirà di me alla gente
quel che dirà ve lo dico io
da un po’ di tempo era un po’ cambiato
ma non nel dirmi amore mio
da un po’ di tempo era un po’ cambiato
ma non nel dirmi amore mio.

Certo bisogna farne di strada
da una ginnastica d’obbedienza
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza
però bisogna farne altrettanta
per diventare così coglioni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni.

E adesso imparo un sacco di cose
in mezzo agli altri vestiti uguali
tranne qual’è il crimine giusto
per non passare da criminali.

C’hanno insegnato la meraviglia
verso la gente che ruba il pane
ora sappiamo che è un delitto
il non rubare quando si ha fame
ora sappiamo che è un delitto
il non rubare quando si ha fame.

Di respirare la stessa aria
dei secondini non ci va
e abbiamo deciso di imprigionarli
durante l’ora di libertà
venite adesso alla prigione
state a sentire sulla porta
la nostra ultima canzone
che vi ripete un’altra volta
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.

Per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.


Aggressione a Berlusconi: legittimi dubbi.

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Consentiteceli. Senza per questo farci sentire o chiamarci terroristi (o cretini)… 


Copenhagen, 16 dicembre 2009

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Resistance silenced in Honduras

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11 de septiembre 1973 — Las ultimas palabras

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“Las ultimas palabras” è una canzone di Marcelo Coulon che utilizza come testo l’ultimo discorso fatto da Salvador Allende.

Ringrazio  Stefano AbulQasim. per la segnalazione del video


La vida loca — trailer

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Questo il sito del film


Falsi Positivi/Falsos Positivos

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Il trailer del documentario di prossima uscita che racconta il caso colombiano dei crimini di Stato noto come “falsos positivos”.  Di Simone Bruno e Dado Carillo.

I “falsi positivi” sono vere e proprie esecuzioni extragiudiziali commesse dall’Esercito colombiano per giustificare in termini di numeri e cadaveri la lotta contro il terrorismo.


Il Tianguis culturale a Coyoacán, Città del Messico. Un mercato in resistenza

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Da più di un anno è  in resistenza e lotta pacifica il “Tianguis Cultural y Tradicional” , il caratteristico mercato dell’artigianato, meta di visitatori di ogni parte del paese e del mondo   che si trova a Coyocán,  in uno dei luoghi più caratteristici e importanti di  Città del Messico. “Cuore culturale della città” è stato infatti più volte definito questo quartiere  che  nato originariamente come base di Hernán Cortés durante e dopo l’assedio di Tenochtitlán,  venne assorbito via via dall’espansione della città.
 
Coyoacán, dove il palazzo di Cortés è ancora visitabile (al cui interno fu torturato l’imperatore Cuauhtémoc affinché rivelasse il nascondiglio del tesoro azteco e oggi sede del Municipio),  con le sue stradine strette e lastricate e le sue piazzette e giardini rappresenta ancora  l’anima bohemienne di Città del Messico. Qui nacque Frida Kalo e visse con Diego Rivera nella celebre Casa Azul, qui trovò rifugio e venne ucciso  Lev Trotsky, qui vissero centinaia di esiliati in fuga dalle dittature latinoamericane,  qui hanno vissuto e vivono tutt’ora decine di  intellettuali e artisti messicani.
 
Oggi il Tianguis, che non è solo mercato, bensì luogo dove fare musica, teatro, dove sviluppare diversi metodi di espressione in uno spazio aperto e libero, e che godeva ed esercitava  questo diritto da oltre 20 anni,   rischia di scomparire, confinato all’interno di un moderno “Bazar”, una sorta di supermercato dell’artigianato  al coperto e su due piani, situato  in una stradina poco lontano dai giardini Hidalgo e del Centenario  che da un quarto di secolo ormai ospitavano le oltre 500 famiglie di artigiani rappresentanti di diversi gruppi indigeni e realtà sociali di tutto il paese.
 
Mario Cadena Godínez e Federico Sandoval Alcantara, rappresentanti del Tianguis,  che abbiamo incontrato appena un mese fa a Città del Messico negli uffici della Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani che li sta accompagnando in questa battaglia,  raccontano di un anno di lotta pacifica e organizzata, di resistenza resa ancora più difficile  dai lavori di idraulica e di pavimentazione delle piazze  che di fatto hanno dato il via allo sgombero e che erano propedeutici alla costruzione del bazar.
 
Raccontano di come non sono mai stati chiamati dalle autorità a partecipare al   progetto   e che di fatto questo è stato effettuato ed approvato senza averli consultati. “Abbiamo autorizzazioni e accordi con le autorità dal 1996, dal 1998 paghiamo regolarmente il suolo pubblico, i nostri permessi sono stati rinnovati trimestralmente, anno dopo anno…” spiegano.
 
“Siamo più di 500 gruppi artigianali e la nostra attività da lavoro a circa 500 famiglie. Tra i corsi di artigianato che realizziamo,  il mercato e la  produzione e la realizzazione del materiale, stiamo parlando di circa 7mila persone che lavorano in questo settore. Nel bazar appena c’è posto per 250 postazioni. Come faranno gli altri? Con che criterio verranno assegnati i posti? Di questo non se ne parla, né se ne è parlato per tutto il tempo in cui le trattative sono durate”.
 
Il quadro è desolante. Federico  spiega di come in realtà secondo lui questo progetto nasconda l’intenzione di far scomparire la loro realtà per sempre. In uno degli articoli del regolamento che  sono tenuti ad accettare è previsto per esempio che nel caso la loro postazione nel bazar registri un afflusso di visitatori  tale che si rallenti la circolazione delle persone nel corridoio, essi verranno multati per intralcio  alla libera circolazione. “E’ assurdo – dice – noi viviamo delle vendite e del commercio, ci multano se il nostro banco è affollato!”
 
Questo fa riflettere perchè la nuova politica di gestione dell’amministrazione di Città del Messico, in realtà risponde ad una tendenza  più generalizzata a livello mondiale nell’organizzazione delle grandi città, volta a dirigere il flusso turistico  verso percorsi più “globalizzati”  e dedicati prevalentemente  ad un’ utenza con risorse economiche più elevate, ma anche omologata nei gusti e nei bisogni.  In poche parole quello che si vuole ottenere è un turismo più ordinato, più adulto in termini di età e più economicamente conveniente. Un turismo non più attivo,  integrato con la città che scopre mano a mano  e le sue diverse espressioni,  ma sempre più “organizzato dall’alto” nei suoi percorsi stabiliti e sempre più spettatore passivo di ciò che gli si vuol far vedere.
 
Niente percorsi improvvisati nei quartieri da scoprire a caso, magari guidati da un suono che viene da lontano o da un odore o da un profumo di cucina tipica ma tracciati globalizzati per turisti tutti uguali.
Niente musicisti di strada ma anziani danarosi, niente giovani vagabondando tra bancarelle ma famigliole ordinate.
Niente spuntini improvvisati  magari consumati in piedi o a su una panchina, ma pasti rigorosamente seduti, nei locali per turisti possibilmente di impostazione statunitense o di proprietà delle grandi multinazionali del settore della  ristorazione.  E  infatti tutta la piazza di Coyoacan da tre anni a questa parte è invasa da punti vendita della catena di supermercati  7-Eleven   e recentemente è stato aperto, tra le proteste dei ristoratori locali un Burgher King.
 
Questo per  Coyoacán è stato il primo fine settimana  senza Tianguis. Da giovedì i giardini  erano praticamente vuoti,  presidiati da più di 500 poliziotti antisommossa per tenerli  liberi  dalle bancarelle degli artigiani.
 
Anche il  Bazar  Artiginale di Coyoacán   era vuoto, disertato in massa.
 
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P.S. Per coloro che si recano in visita a Città del Messico sarebbe importante passare per i giardini di Coyoacán per portare solidarietà direttamente ai compagni del Tianguis in lotta. A Città del Messico si può contattare anche la LIMEDDH direttamente, qui i recapiti.
Qui i video di Mario e Federico.


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