I bambini in visita al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano possono ammirare il modellino dell’inceneritore Silla2 dell’AMSA (Azienda Milanese Servizi Ambientali) e leggere su dei pannelli una istruttiva filastrocca. “Il sacco esce di casa e lo attende un’avventura. Sale su un grande camion pieno di spazzatura. Fin dalla tangenziale si vede un gran camino, che sembra ancor più alto se visto da vicino. Il camion in via Silla si ferma ad un cancello, e dietro c’è l’impianto, si dice che sia bello! La botola si apre e i sacchi fanno un volo, giù tutti in una vasca, nessuno resta solo. Il secco brucia bene, sviluppa un gran calore, così si scalda l’acqua per farne del vapore. La cenere rimasta vien recuperata, infine il fumo esce, la polvere è filtrata. Che possa esser nocivo, qualcuno ha un po’ paura. Né zolfo, né diossine! L’ARPA ce lo assicura.”. Gli inceneritori causano tumori, il Museo della Scienza(?) e della Tecnica gli dedica filastrocche. Inviate anche voi la vostra filastrocca sugli inceneritori al direttore del museo Fiorenzo Galli, mail: href=“direzionemuseoscienzait“>direzione@museoscienza.it
Abbiamo partecipato, documentandola, alla nascita del Movimiento Continental Bolivariano. La dinamicitá e l’energia sentita ha ‚a tratti, commosso e dato speranze.
Il 7, l’8 e il 9 di Dicembre si é tenuta a Caracas la costituente. Trenta delegazioni da tutto il mondo hanno contribuito e agito intensamente per la creazione dal basso di questo nuovo attore politico, sociale e di lotta mondiale.
L’associazione bolivariana de prensa da tempo aveva lanciato pubblicamente questo incontro che si é aperto il 7 all’auditorium del Parque central di Caracas.
Circa duemila delegati hanno partecipato intensamente in questi tre giorni lavorando a quattro differenti tavoli di lavoro.
Tra questi erano presenti Héctor Acevedo (poeta salvadoreño), Iñaki Gil de San Vicente (intellettuale basco), María Gurutxiaga (attivista femminista basca), Miguel Ángel Sandoval (ex candidato alla presidenza del Guatemala), Néstor Kohan (intellettuale argentino), Luís Barrios (sacerdote portoricano residente negli Stati Uniti) e tanti altri..
Le tavole di lavoro avevano come obiettivi:
.Il primo aveva il compito di sviluppare le strategie, le controffensive e la resistenza alla crisi economica e all’attacco imperialista in atto.
.Il secondo ha analizzato il ruolo dei movimenti sociali nella continentalizzazione delle lotte al fine di articolare, per un futuro sempre piú prossimo, i vari attori sociali per fare un fronte comune all’offensione neo e ultraliberale.
.Il terzo ha preso in considerazione i diritti umani e i diritti internazionali umanitari documentando la loro costante violazione nel mondo.
.L’ultimo tavolo ha avuto il compito di creare una rete internazionale dei mezzi e dei comunicatori bolivariani.
I quattro gruppi hanno lavorato per due giorni finendo col lanciare innumerevoli proposte e vari dibattiti che sono state incluse nella Dichiarazione di Caracas del 9 Dicembre 2009.
All’incontro ha partecipato gente da tutto il sud e centro America; delegazioni turche che hanno denunciato il genocidio curdo; baschi che hanno denunciato la repressione spagnola; francesi, australiani, statunitensi..
L’idea (attuata) era quella di creare un unico blocco che unisse tutte le varie forze di resistenza antimperialiste centro e sudamericane.
Per questo motivo la Costituente é stata aperta con un messaggio audiovisuale di Alfonso Cano, líder delle Farc-Ep (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia– Esercito Popular) che ha espresso la sua soddisfazione per questo nuovo passo verso una unitá bolivariana antimperialista:
La reazione del governo colombiano del presidente Alvaro Uribe e dell’alto comando militare, rappresentato dal generale Padilla, non s’é fatta attendere e l’8 la Costituente ha ricevuto una lettera dello stesso Padilla; questa minacciava di perseguire la presidenza collettiva del MCB se non avesse pubblicamente rifiutato la solidarietá e l’appoggio di Alfonso Cano delle Farc.
A sua volta la risposta della Costituente é stata radicale e il giorno seguente Alfonso Cano é stato nominato membro della Presidenza collettiva del Movimento Continentale Bolivariano.
Uribe e soci hanno chiesto l’estradizione dai loro rispettivi paesi per tutti i membri della presidenza e a tutti i firmatari della costituente.
Il MCB, essendo un movimento antimperialista continentale, appoggia tutte le forme di resistenza popolare al neoliberismo e all’imperialismo:
Non puó non incorporare una forza belligerante che esiste dal 1964 in Colombia, paese che vive una guerra civile ormai da decenni.
Il MCB incorpora il concetto di diversitá rivoluzionaria dei popoli oppressi portando solidarietá alla resistenza curda, afghana, irachena, palestinese, basca e a tutti i popoli oppressi del mondo.
Il MCB ha tra i suoi obiettivi:
.La lotta contro l’imperialismo attuando una strategia continentale di potere popolare partendo dalle esigenze locali sentendo come propria ogni ingiustizia nel mondo
.L’integrazione latinoamericana per un nuovo modello di uguaglianza e giustizia sociale che punti sulla difesa delle risorse.
.La liberazione di tutti i prigionieri politici dell’Impero:
Tra questi quella dei cinque cubani arrestati a Miami, quella di Carlo Alberto Torres, membro del Movimento rivoluzionario portoriqueño, incarcerato da 28 anni e del venezuelano Illich Ramirez (Comandante Carlos), incarcerato in Francia per aver intrapreso la lotta armata in favore della causa palestinese (nel Fronte popolare per la liberazione della Palestina).
Il fratello presente alla costituente ha denunciato le sue precarie condizioni di salute e la violazione dei diritti umani attuata dal regime carcerario francese.
.Una convocatoria internazionale per il primo di Marzo del 2010 in solidarietá alla lotta popolare messicana e alle vittime della repressione.
.La denuncia dell’imperialismo nordamericano incarnato dalle basi militari ad Haiti, nelle isole caraibiche olandesi, in Honduras, Colombia, Medio Oriente, Europa.
.La nascita di una scuola continentale culturale, umana, politica e strategica per la creazione di nuovi quadri politici bolivariani.
.La creazione di una rete di intelligenza e di contrintelligenza bolivariana.
.L’appoggio attivo alla resistenza portoriqueña e a quella del Fronte di Resistenza Hondureño che deve essere riconosciuto come forza belligerante.
.L’appoggio allo sciopero generale in Porto Rico che sará il 9 Gennaio del 2010.
.Una unitá internazionale che porti alla nascita di una Quinta Internazionale.
.Superamento della societá patriarcale e un incontro culturale e politico in favore delle donne del mondo.
.La creazione di una Carta Bolivariana dei diritti umani che incorpori il diritto di Resistenza in risposta alla violazione dei diritti umani e in favore dell’autodeterminazione dei popoli di tutto il mondo.
.Essere avanguardia di lotta nella difesa delle popolazioni indigene e delle risorse naturali.
Padri intellettuali del Mcb sono Manuel Marulanda (creatore delle Farc Ep nel ’64), José Artigas, Simon Bolivar, José Martí, Ernesto Guevara, Antonio Sucre e Emiliano Zapata.
Tra i membri della presidenza collettiva sono presenti:
–Salvador Tió, avvocato portoriqueño in difesa dei diritti umani.
–Mirella Baltra, ministro del lavoro durante il governo cileno di Salvador Allende.
–Alfonso CAno (Farc-Ep)
–Behel (Movimento internazionalista turco)
–Narciso Isa Conde (politico e scrittore dominicano. Combattente contro il tiranno Trujillo e gli invasori nordamericani nel 1965)
–Carlos Reyes (uno dei leader ed ex candidato alla presidenza del Fronte di Resistenza contro il Golpe in Honduras)
Segue la DICHIARAZIONE DI CARACAS del 9 Dicembre del 2009:
‘Hoy 09 de diciembre de 2009, a los 185 años de la trascendente batalla de Ayacucho que puso fin al colonialismo español y dio inicio a nuestra primera independencia…
Desde Caracas, cuna del libertador, capital de la revolución bolivariana liderada por el comandante Chávez, declaramos ante los pueblos del mundo:
¡Somos movimiento continental bolivariano!, después de transitar por la fructífera ruta de la Coordinadora Continental Bolivariana (CCB).
Somos Movimiento Continental Bolivariano (MCB) para asumir con inteligencia y pasión revolucionaria la causa heroica de la Patria Grande y el socialismo emancipador.
Somos “pensamiento y acción fundidos en armas contra las injusticias”. Unidad desde una gran diversidad y combinación de distintas identidades políticas, sociales, culturales revolucionarias.
Somos la conjugación de variadas formas y métodos de lucha.
En esta hora crucial para nuestros pueblos asumimos con determinación las respuestas que desde variadas resistencias y ofensivas en marcha ameritan el pérfido y desesperado contra-ataque que desde su evidente declinación como imperio ha emprendido contra nuestros pueblos la militarizada súper-potencia del “Norte revuelto y brutal”
La revolución bolivariana, punto de partida junto a la insurgencia zapatista en México, de esta nueva y promisoria época; y la heroica revolución cubana, principal conquista de los pueblos del continente americano en este siglo XX, serán defendidas con alma y corazón por nuestro movimiento. ¡Con sangre cargada de indignación si fuera necesario!
Los avances políticos y sociales de diferente calado en Ecuador, Bolivia, Nicaragua, El Salvador, Uruguay, Brasil… y muy especialmente la que encarna el ALBA y todo aquello que apunte en dirección a la autodeterminación, a las reformas avanzadas y a las transformaciones revolucionarias– así como a las perspectivas de profundización y ampliación de esos procesos– tendrán en el naciente MCB un bastión de solidaridad y de impulso desde las resistencias y las ofensivas de nuestros pueblos.
Contribuir a derrotar el régimen golpista en Honduras y abrir cauce a la constituyente popular es un compromiso de honor.
Enfrentar todo intento de golpe similar en Paraguay o donde sea, es un deber insoslayable.
Haremos hasta lo imposible para contribuir a aislar , acorralar y derrotar el engendro cipayo y narco-para-terrorista que representa el régimen de Álvaro Uribe, impuesto a sangre y fuego en ese hermano país con pretensiones de expansión a otras naciones de la región.
Contribuiremos al canje humanitario de prisioneros y prisioneras y a la solución política del conflicto armado colombiano en procura de la paz anhelada.
No hay chantaje sobre el planeta que nos conduzca a renunciar al merecido respaldo a la insurgencia y a todas las fuerzas sociales, políticas y democráticas que representan la libertad y emancipación del pueblo colombiano. La misma actitud asumimos frente a la insurgencia indígena Mexico y en cualquier parte del continente.
La arrogancia, la agresividad y la vocación guerrerista de un imperialismo decadente y senil, empecinado por imperiosas razones de sobre-vivencia e incierta continuidad a apropiarse mediante la fuerza militar del valioso patrimonio natural de nuestros pueblos, a intentar revertir su ofensiva transformadora y a desestabilizar y erradicar los gobiernos revolucionarios y progresistas de la región no nos atemorizan. Nadie podrá arrebatarnos lo conquistado.
Nadie podrá apoderarse impunemente de las fuentes de agua, biodiversidad, minerales, mares, bosques, playas, reservas científicas y valores culturales. ¡Ese pleito esta cazado y vamos a triunfar!
Desde nuestros territorios poblados por nuestros pueblos originarios, trabajadores y trabajadoras, campesinos y campesinas, jóvenes, niños y niñas, comunidades rurales y urbanas, mujeres discriminadas, iglesias de los pobres , negros /as, mestizos/as, etnias discriminadas, artistas e intelectuales, cooperativistas y productores nacionales…vamos a librar las luchas necesarias para preservar y asumir colectivamente esas riquezas, para impedir su conversión en fuentes de explotación , expansión y lucro del gran capital criollo y transnacional. Igual los acompañaremos en su insumisión frente a todas las modalidades de explotación, dominio y exclusión de que son víctimas.
Seremos luchadores por la liberación de los presos políticos colombianos, venezolanos, hondureños, vascos, peruanos y puertorriqueños que cumplen condenas por sus luchas libertadoras y solidarias en las cárceles de los imperios y de los gobiernos antidemocráticos de América, Europa, África, y Asia.
Nuestras queridas patrias chicas, camino a conformar la Patria Grande soñada por Bolívar, tendrán en el MCB un defensor inclaudicable frente a los desmanes de los imperialismos norteamericano y europeo.
Las bases gringas en Colombia, Honduras, Puerto Rico y en todo el continente habrán de enfrentar pronto el clamor y la movilización que las aísle; al tiempo que potencie la reacción capaz de disuadir los perversos planes de guerras que implican su presencia y expansión en Nuestra América, y que en caso de ejecutarse puedan ser derrotados por nuestros pueblos.
La unidad antiimperialista será una de nuestras divisas relevantes. Confluiremos en todas las iniciativas que la amplíen y fortalezca.
No habrá causa justa en el mundo que no cuente con nuestro concurso militante. Las resistencias y luchas de los pueblos de Irak, Irán, Afganistán, Pakistán, Kurdistán, Turquía, Euskal Herria, Galicia, República Saharaui, y otros pueblos de África, tendrán en el MCB un aliado firme y leal.
Las demandas y los combates de las y los inmigrantes del tercer mundo en Estados Unidos y en Europa serán apoyadas con determinación. No habrá presos ni presas en las cárceles del imperio y de los estados represivos a los que no llegue nuestro clamor de libertad.
El colonialismo en Puerto Rico, las Malvinas y en todo el Caribe insular y en el mundo nos tendrá de frente.
¡ABAJO LAS COLONIAS! ¡VIVA LA LIBERTAD DE LOS PUEBLOS!
Di respirare la stessa aria di un secondino non mi va perciò ho deciso di rinunciare alla mia ora di libertà
se c’è qualcosa da spartire tra un prigioniero e il suo piantone che non sia l’aria di quel cortile voglio soltanto che sia prigione che non sia l’aria di quel cortile voglio soltanto che sia prigione.
È cominciata un’ora prima e un’ora dopo era già finita ho visto gente venire sola e poi insieme verso l’uscita
non mi aspettavo un vostro errore uomini e donne di tribunale se fossi stato al vostro posto… ma al vostro posto non ci so stare se fossi stato al vostro posto… ma al vostro posto non ci sono stare.
Fuori dell’aula sulla strada ma in mezzo al fuori anche fuori di là ho chiesto al meglio della mia faccia una polemica di dignità
tante le grinte, le ghigne, i musi, vagli a spiegare che è primavera e poi lo sanno ma preferiscono vederla togliere a chi va in galera e poi lo scanno ma preferiscono vederla togliere a chi va in galera.
Tante le grinte, le ghigne, i musi, poche le facce, tra loro lei, si sta chiedendo tutto in un giorno si suggerisce, ci giurerei quel che dirà di me alla gente quel che dirà ve lo dico io da un po’ di tempo era un po’ cambiato ma non nel dirmi amore mio da un po’ di tempo era un po’ cambiato ma non nel dirmi amore mio.
Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d’obbedienza fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni.
E adesso imparo un sacco di cose in mezzo agli altri vestiti uguali tranne qual’è il crimine giusto per non passare da criminali.
C’hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame.
Di respirare la stessa aria dei secondini non ci va e abbiamo deciso di imprigionarli durante l’ora di libertà venite adesso alla prigione state a sentire sulla porta la nostra ultima canzone che vi ripete un’altra volta per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti.
Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti.
Il trailer del documentario di prossima uscita che racconta il caso colombiano dei crimini di Stato noto come “falsos positivos”. Di Simone Bruno e Dado Carillo.
I “falsi positivi” sono vere e proprie esecuzioni extragiudiziali commesse dall’Esercito colombiano per giustificare in termini di numeri e cadaveri la lotta contro il terrorismo.
Da più di un anno è in resistenza e lotta pacifica il “Tianguis Cultural y Tradicional” , il caratteristico mercato dell’artigianato, meta di visitatori di ogni parte del paese e del mondo che si trova a Coyocán, in uno dei luoghi più caratteristici e importanti di Città del Messico. “Cuore culturale della città” è stato infatti più volte definito questo quartiere che nato originariamente come base di Hernán Cortés durante e dopo l’assedio di Tenochtitlán, venne assorbito via via dall’espansione della città.
Coyoacán, dove il palazzo di Cortés è ancora visitabile (al cui interno fu torturato l’imperatore Cuauhtémoc affinché rivelasse il nascondiglio del tesoro azteco e oggi sede del Municipio), con le sue stradine strette e lastricate e le sue piazzette e giardini rappresenta ancora l’anima bohemienne di Città del Messico. Qui nacque Frida Kalo e visse con Diego Rivera nella celebre Casa Azul, qui trovò rifugio e venne ucciso Lev Trotsky, qui vissero centinaia di esiliati in fuga dalle dittature latinoamericane, qui hanno vissuto e vivono tutt’ora decine di intellettuali e artisti messicani.
Oggi il Tianguis, che non è solo mercato, bensì luogo dove fare musica, teatro, dove sviluppare diversi metodi di espressione in uno spazio aperto e libero, e che godeva ed esercitava questo diritto da oltre 20 anni, rischia di scomparire, confinato all’interno di un moderno “Bazar”, una sorta di supermercato dell’artigianato al coperto e su due piani, situato in una stradina poco lontano dai giardini Hidalgo e del Centenario che da un quarto di secolo ormai ospitavano le oltre 500 famiglie di artigiani rappresentanti di diversi gruppi indigeni e realtà sociali di tutto il paese.
Mario Cadena Godínez e Federico Sandoval Alcantara, rappresentanti del Tianguis, che abbiamo incontrato appena un mese fa a Città del Messico negli uffici della Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani che li sta accompagnando in questa battaglia, raccontano di un anno di lotta pacifica e organizzata, di resistenza resa ancora più difficile dai lavori di idraulica e di pavimentazione delle piazze che di fatto hanno dato il via allo sgombero e che erano propedeutici alla costruzione del bazar.
Raccontano di come non sono mai stati chiamati dalle autorità a partecipare al progetto e che di fatto questo è stato effettuato ed approvato senza averli consultati. “Abbiamo autorizzazioni e accordi con le autorità dal 1996, dal 1998 paghiamo regolarmente il suolo pubblico, i nostri permessi sono stati rinnovati trimestralmente, anno dopo anno…” spiegano.
“Siamo più di 500 gruppi artigianali e la nostra attività da lavoro a circa 500 famiglie. Tra i corsi di artigianato che realizziamo, il mercato e la produzione e la realizzazione del materiale, stiamo parlando di circa 7mila persone che lavorano in questo settore. Nel bazar appena c’è posto per 250 postazioni. Come faranno gli altri? Con che criterio verranno assegnati i posti? Di questo non se ne parla, né se ne è parlato per tutto il tempo in cui le trattative sono durate”.
Il quadro è desolante. Federico spiega di come in realtà secondo lui questo progetto nasconda l’intenzione di far scomparire la loro realtà per sempre. In uno degli articoli del regolamento che sono tenuti ad accettare è previsto per esempio che nel caso la loro postazione nel bazar registri un afflusso di visitatori tale che si rallenti la circolazione delle persone nel corridoio, essi verranno multati per intralcio alla libera circolazione. “E’ assurdo – dice – noi viviamo delle vendite e del commercio, ci multano se il nostro banco è affollato!”
Questo fa riflettere perchè la nuova politica di gestione dell’amministrazione di Città del Messico, in realtà risponde ad una tendenza più generalizzata a livello mondiale nell’organizzazione delle grandi città, volta a dirigere il flusso turistico verso percorsi più “globalizzati” e dedicati prevalentemente ad un’ utenza con risorse economiche più elevate, ma anche omologata nei gusti e nei bisogni. In poche parole quello che si vuole ottenere è un turismo più ordinato, più adulto in termini di età e più economicamente conveniente. Un turismo non più attivo, integrato con la città che scopre mano a mano e le sue diverse espressioni, ma sempre più “organizzato dall’alto” nei suoi percorsi stabiliti e sempre più spettatore passivo di ciò che gli si vuol far vedere.
Niente percorsi improvvisati nei quartieri da scoprire a caso, magari guidati da un suono che viene da lontano o da un odore o da un profumo di cucina tipica ma tracciati globalizzati per turisti tutti uguali.
Niente musicisti di strada ma anziani danarosi, niente giovani vagabondando tra bancarelle ma famigliole ordinate.
Niente spuntini improvvisati magari consumati in piedi o a su una panchina, ma pasti rigorosamente seduti, nei locali per turisti possibilmente di impostazione statunitense o di proprietà delle grandi multinazionali del settore della ristorazione. E infatti tutta la piazza di Coyoacan da tre anni a questa parte è invasa da punti vendita della catena di supermercati 7-Eleven e recentemente è stato aperto, tra le proteste dei ristoratori locali un Burgher King.
Questo per Coyoacán è stato il primo fine settimana senza Tianguis. Da giovedì i giardini erano praticamente vuoti, presidiati da più di 500 poliziotti antisommossa per tenerli liberi dalle bancarelle degli artigiani.
Anche il Bazar Artiginale di Coyoacán era vuoto, disertato in massa.
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P.S. Per coloro che si recano in visita a Città del Messico sarebbe importante passare per i giardini di Coyoacán per portare solidarietà direttamente ai compagni del Tianguis in lotta. A Città del Messico si può contattare anche la LIMEDDH direttamente, qui i recapiti.
C'è chi usa la penna come un fucile al servizio di giustizia e verità e chi invece, come strumento di potere. E menzogna e falsità sono strumenti di potere. (AM)
“Colombia Invisible” largometraje de Unai Aranzadi. El nuevo teaser.
Lo que hizo Trujillo en el Rio Masacre fu un GENOCIDIO si asumimos la definición de genocidio dada por la el estatuto de Roma de la Corte Penal Internacional en su artículo n. 6:
A los efectos del presente Estatuto, se entenderá por “genocidio” cualquiera de los actos mencionados a continuación, perpetrados con la intención de destruir total o parcialmente a un grupo nacional, étnico, racial o religioso como tal:
a) Matanza de miembros del grupo;
b) Lesión grave a la integridad física o mental de los miembros del grupo;
c) Sometimiento intencional del grupo a condiciones de existencia que hayan de acarrear su destrucción física, total o parcial;
d) Medidas destinadas a impedir nacimientos en el seno del grupo;
e) Traslado por la fuerza de niños del grupo a otro grupo.
Reflexionando… cooperación internacional
Creo que la cooperación internacional tenga que dejar definitivamente ese rol compasivo y caritativo que caracteriza sus acciones, que además de permitirle recaudar mucho dinero (sobre el cual hasta cierto punto hay control) y una estructuración demasiado burocrática y clientelar de su aparato, funciona solo como paliativo de las situaciones de subdesarrollo. Si la cooperación no asume la tarea de impulsar cambios ESTRUCTURALES y definitivos en las realidades en las que trabaja nunca, nunca lograremos reducir pobreza y miseria, ya que estas confirmarán, definitivamente ser funcionales al mismo sistema neoliberista.
«Nadie es una isla completo en si mismo; cada hombre es un pedazo del continente, una parte de la Tierra. Si el mar se lleva una porción de tierra, toda Europa queda disminuida, como si fuera un promontorio, o la casa de uno de tus amigos, o la tuya propia; por eso la muerte de cualquier hombre me disminuye, porque estoy ligado a la humanidad; y por consiguiente, nunca preguntes por quién doblan las campanas porque están doblando por ti».
HONDURAS
23/9 E' stato ucciso l'avvocato Antonio Trejo difensore dei contadini che stanno portando avanti le lotte per la recuperazione delle terre appartenenti ai movimenti MOCSAM, MARCA y el MUCA; aveva presentato inoltre un ricorso di incostituzionalità delle Citta Modello
COLOMBIA/URIBE
El expresidente de Colombia, Álvaro Uribe, concedió docenas de licencias para disponer de pistas de aterrizaje al capo del narcotráfico Pablo Escobar, aseguró la periodista Virginia Vallejo, quien fuera amante del jefe del Cartel de Medellín.
"Por Pablo (Escobar) pude saber que (Álvaro) Uribe le concedió docenas de licencias para disponer de pistas de aterrizaje. Me decía que sin la ayuda de 'ese muchachito bendito' estaría trayendo la pasta de coca a pie desde Bolivia", dijo Vallejo en una entrevista a la revista argentina 'Noticias'. Fue organizada con el motivo de la reedición en Argentina de su libro 'Amando a Pablo, odiando a Escobar', lanzado en 2007.
Texto completo en: http://actualidad.rt.com/actualidad/view/124476-escobar-uribe-narcotrafico-colombia-aterrizaje-vallejo
MEMORIA
El 3 de octubre de 1984, Luis Fernando Lalinde Lalinde, de 26 años de edad, fue detenido y posteriormente desaparecido por el Ejercito colombiano. Desde ese día, Fabiola Lalinde emprendió la búsqueda de su hijo. Aunque sufrió constantes hostigamientos e intimidaciones, logró encontrar el cadáver de Luis Fernando después de 4.428 días de incesante búsqueda. Fue detenido en el marco de la “Operación Cuervos” adelantada por el ejército, cuando se encontraba en Jardín (Antioquia) tratando de rescatar un guerrillero herido del EPL, en 1984, durante el Proceso de Paz del Presidente Belisario Betancur, cuando este movimiento político se encontraba en cese al fuego.