#Polyplas, a los medios, que no sean buitres de la informac...
En el caso de la explosión #Polyplast en #VillasAgricolas (Santo Domingo), estoy reflexionando sobre algo. Leo declaraciones de ciudadanos de que hay más de 100 muertos y alrededor de 200 heridos, que están escondiendo cadáveres no se entiende bien a que...
Relacionar dialecticamente el deslinde con el reformismo peq...
Contribución del Partido Comunista de Venezuela (PCV) al 20º Encuentro Internacional de Partidos Comunistas y Obreros (EIPCO), en Atenas, presentada por Carolus Wimmer, Secretario de Relaciones Internacionales del PCV, el 25 de noviembre de 2018. En el momento,...
Situación tensa en Haití se refleja en República Dominicana...
La tensa situación que se está viviendo en estas hora en Haití, debido al llamado a protestas para este domingo 18 de noviembre de la oposición y de sectores sociales quienes demandan el cese de la corrupción, la investigación de los contratos de Petrocaribe y...
Aplaudo al pueblo haitiano
Aplaudo a la rebelión del pueblo haitiano, aplaudo a la gente en la calle, a los machetes en alto, a las balas y las piedras, al humo y a la sangre si sangre hay que derramar. Aplaudo a los vehículos en llamas, a las calles que son trincheras y aplaudo a los...
Jair Bolsonaro, una amenaza a la vigencia de los derechos hu...
Mañana, domingo 28 de octubre, será un momento decisivo para Brasil. La segunda vuelta electoral entre los candidatos Jair Bolsonaro de extrema, muy extrema derecha y Haddad, candidato del PT, delfín de Lula, amenaza con llevar el país a una situación...
Apuntes sobre igualdad y vulnerabilidad
El concepto de igualdad representa uno de los pilares de la teoría y al mismo tiempo de la práctica de los derechos humanos. La igualdad con los demás seres humanos es al fin, paradójicamente, lo que nos hace libres. Más somos iguales a los demás y más...
In evidenza
Precedenti SuccessiveTensione al confine tra Repubblica Dominicana e Haiti
A migliaia di haitiani senza documenti è stato negato il rientro dopo le feste.
di Annalisa Melandri in esclusiva per L’Indro — 11 gennaio 2013
Momenti di tensione si stanno vivendo in questi giorni a Dajabòn in Repubblica Dominicana, nei pressi del confine dominico-haitiano.Migliaia di haitiani senza documenti hanno occupato il ponte sul fiume Masacre, teatro nel 1937 del massacro — di qui il nome — di circa 15mila haitiani che furono trucidati in due giorni a colpi di machete per mano dell’esercito del dittatore dominicanoLeónidas Trujillo. Una vera e propria pulizia etnica, una delle pagine più nere della storia recente dominicana.
Il 6 gennaio scorso, le autorità dominicane hanno negato l’ingresso a oltre duemila haitiani, che lavoravano privi di documenti nei campi e nei cantieri edili della zona nord orientale della Repubblica Dominicana, ai quali un accordo intercorso tra le autorità della Direzione Generale di Migrazione e il padre gesuita Regino Martínez, presidente dell’associazione Solidaridad Fronteriza, aveva permesso di poter trascorrere le vacanze natalizie ad Haiti insieme ai loro familiari. (altro…)
Elvira Corona: Lavorare senza padroni
LAVORARE SENZA PADRONI
Viaggio nelle imprese «recuperadas» d’Argentina
Elvira Corona
EMI, 2011, 14 euro
«Questo non vuol essere un lavoro esaustivo del tema, né tanto meno un saggio. Le storie raccontate possono essere invece utili per offrire alcuni spunti di riflessione e punti di vista differenti su di un fenomeno che ha contribuito a un cambiamento di prospettive nella società argentina.» Così la giornalista free-lance, Elvira Corona, descrive il suo libro.
Ben oltre dall’offrire soltanto «spunti di riflessione» o «punti di vista» sul fenomeno, quello che il testo propone invece è un esauriente panorama delle storie più emblematiche delle Ert, Empresas recuperadas por sus trabajadores (Imprese recuperate dai propri lavoratori) in Argentina dopo la grave crisi del 2001, che mise allora veramente in chiaro l’inadeguatezza e il fallimento del modello neoliberale imposto agli argentini dagli organismi finanziari internazionali. (altro…)
Tratta delle donne, nuova fonte di introiti per i narcos
Le bambine, appena adolescenti, vengono sequestrate per strada o all’uscita di scuola.
di Annalisa Melandri — L’Indro* 9 gennaio 2013
Il quotidiano messicano ‘La Jornada’ ha diffuso nei giorni scorsi le conclusioni di un recente rapporto redatto dalla Coalizione contro il Traffico di Donne e Bambine dell’America latina e Caraibi, (Catwlac, per le sue sigle in inglese) con riferimento all’influenza dei cartelli della droga in questa tipologia di crimine in Messico. “La tratta delle donne produce introiti per oltre 10 miliardi di dollari l’anno ai cartelli del narcotraffico” ha dichiarato a ‘la Jornada’ Teresa Ulloa Ziáurriz direttrice per l’America latina dell’organizzazione, che propone a livello nazionale e internazionale “la promozione del diritto delle donne e delle bambine a una vita libera da violenza e sfruttamento sessuale”. (altro…)
Un intenso anno elettorale per l’America latina
di Annalisa Melandri — per l’Indro* 4 gennaio 2012
Il 2013 appena iniziato si profila un anno denso di appuntamenti elettorali per l’America latina. Si chiude invece il 2012, almeno per i venezuelani, con molta apprensione per le condizioni di salute del presidente Hugo Chávez Frias, che l’11 dicembre scorso è stato sottoposto a Cuba ad un nuovo intervento chirurgico (il quarto in un anno e mezzo) per rimuovere una lesione cancerosa al colon.
Il decorso post’operatorio di quest’ultimo intervento appare notevolmente più complicato dei precedenti per una serie di gravi complicazioni, tanto da far circolare in queste ore alcune agenzie rispetto ad un suo probabile ‘coma indotto’. Non è stato tuttavia sufficiente l’intervista rilasciata il 1 gennaio scorso da l’Avana del vicepresidente Nicolás Maduro appena dopo il suo incontro con Chávez, nella quale afferma di averlo visto con una “forza gigantesca” a tranquillizzare i venezuelani simpatizzanti del presidente. (altro…)
La marcia silenziosa degli zapatisti
Hanno scelto ancora una volta una data simbolica per ritornare sulla scena politica e sociale gli zapatisti in Messico. Il 21 dicembre, giorno della fine del calendario Maya ed inizio di un nuovo ciclo, circa 40 mila ‘basi di appoggio’ (i comitati civili) zapatisti, hanno abbandonato i loro territori ‘liberati’ del Chiapas e sono scesi a valle, invadendo silenziosamente le strade di cinque comuni: San Cristóbal de las Casas, Palenque, Ocosingo, Altamirano e Las Margaritas.
A differenza di quanto avvenuto il 1 gennaio del 1994, quando fu proprio l’EZLN, l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale che allora invase e occupò, armi in pugno quelle stesse città, dichiarando nella Prima Dichiarazione della Selva Lacandona, “guerra allo Stato messicano”, questa volta tutto è avvenuto in forma pacifica e si potrebbe dire in “un assordante silenzio”, interrotto solo dal frusciare lento dei passi ordinati degli zapatisti indigeni, quasi tutti di discendenza maya, che compongono le basi di appoggio civile del EZLN.
Anche nel 1994, la data non fu scelta a caso, era infatti il giorno dell’entrata in vigore del NAFTA, il Trattato di libero commercio di stampo neoliberale tra Messico, Stati Uniti e Canada. Il movimento zapatista (che talvolta,correttamente, viene definito neozapatista per distinguerlo da quello che appoggiava Emiliano Zapata nel 1911), sicuramente fu il precursore del movimento internazionale che venne dopo, fortemente critico delle politiche neoliberiste imposte negli anni’90 in America latina dal ‘Washington Consensus’. (altro…)
Foglia di coca boliviana, l’ONU decide
L’8 gennaio il voto dei paesi membri della Convenzione della Nazioni Unite
di Annalisa Melandri per L’Indro* — 28 Dicembre 2012
L’8 gennaio prossimo scadrà il termine entro il quale le Nazioni Unite dovranno dare il loro parere rispetto alla depenalizzazione in Bolivia della pratica del ‘pijcheo” o ‘acullico’, la masticazione cioè delle foglie della Erythroxylum coca, o semplicemente, pianta della coca. Sembra ottimista in tal senso Evo Morales, presidente del paese e principale testimonial della campagna che sta portando avanti praticamente da tutta una vita, fin dalla sua militanza negli anni ’90 nel sindacato deicocaleros (produttori di coca) boliviani. Nella nuova Costituzione della Bolivia, redatta proprio dal governo Morales, la foglia di coca è dichiarata come parte del patrimonio nazionale del paese e della biodiversità. (altro…)
Javier Couso: los asesinos de nuestros familiares nos quieren amnésicos
Javier Couso: los asesinos de nuestros familiares nos quieren amnésicos
por Annalisa Melandri* – www.annalisamelandri.it
12 Enero 2012
Josè Couso murió el 8 de abril de 2003 en Bagdad a causa de un ataque de un carro de combate estadounidense contra el Hotel Palestine donde se alojaba en ese momento la mayor parte de la prensa internacional. Tenía 38 años, era casado con dos hijos y ese día, desde el balcón del 14avo piso del hotel junto a otros colegas, estaba dando seguimiento a los preparativos para la inminente invasión de la ciudad por las tropas estadounidense, apenas tres semanas después del inicio de la invasión en Irak. Era operador del canal español Tele5 y con él en el Palestine murió también el camarógrafo ucranio de la agencia Reuters, Taras Protsiuk, quien se encontraba en el balcón del piso inferior.
El 9 de abril, el día siguiente al ataque contra el hotel y contra otras sedes de la prensa independiente, no controladas por el Pentágono, el ejército estadounidense ocupó Bagdad. De la toma de la ciudad no circularon imágenes en vivo. Lo único que pudo ver la comunidad internacional fue el derribo de la estatua de Saddam Hussein por los iraquíes.
Javier Couso es el hermano de José. Y como José es periodista. Desde el día de su muerte está luchando junto con su familia para obtener justicia por la muerte de su hermano. En esta entrevista nos cuenta de cómo siguen las investigaciones del caso y de su batalla por la verdad.
A.M. — Javier, este 2013 se cumple una década del asesinato de tu hermano José en el Hotel Palestine en Bagdad; estos años han trascurrido para ti y tu familia en la búsqueda de justicia. ¿Cómo procede el caso?
J.C - El caso sigue abierto y lo lleva el Juzgado de Instrucción Nº 1 de la Audiencia Nacional a cargo del magistrado Santiago Pedráz. Ahora mismo se encuentra en fase de instrucción con tres procesados: el sargento Gibson, el capitán Wolford y el teniente coronel DeCamp, los cuales se encuentran en búsqueda y captura internacional acusados de un delito de lesa humanidad contra la comunidad internacional. Además, se encuentran imputados también los máximos responsables de la III División de Infantería Acorazada del ejército de EEUU en el momento de la invasión de Irak: el coronel Perkins y el general Bufor. A los procesados se les ha impuesto una fianza de 3 millones de dólares con lo cual se ha librado una comisión rogatoria para los preceptivos embargos en Estados Unidos o España. Lo último ocurrido (altro…)
Hotel Palestina
Colonia Dignidad, nazismo e impunità in Cile
Quattro gerarchi ancora alla guida dell’ ex Colonia Dignidad.La setta religiosa di Paul Schäfer responsabile di abusi sui bambini e collaboratrice con la dittatura di Pinochet
Di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro *- 21 Dicembre 2012
Due deputati cileni, Lautaro Carmona (Partito Comunista) e Sergio Aguiló (Sinistra Cristiana), hanno chiesto lo scorso mese di novembre alle autorità del loro paese di porre fine ai benefici dei quali godrebbero quattro cittadini tedeschi, ex dirigenti della tristemente nota Colonia Dignidad, i quali nonostante siano stati condannati per sequestro, privazione illegale della libertà, complicità in violenze sessuali contro minori, associazione a delinquere e altri reati finanziari, continuano ad agire pubblicamente come leader della comunità e a promuovere iniziative pubbliche in nome di essa.
La Colonia Dignidad, ribattezzata recentemente come “complesso turistico” Nuova Villa Baviera, è una comunità che si trova nei pressi di Parral, nella regione del Maule, in Cile. Fu fondata negli anni ’60 da un tedesco, Paul Schäfer Schneider, ex membro della Gioventù Hitleriana e medico della Wehrmacht, il quale in Germania dopo la guerra, aveva creato presunte società caritatevoli che si occupavano di bambini. Nel 1961 si rifugiò in Cile (probabilmente aiutato dalla potente organizzazione Odessa) in seguito alle accuse di abusi sessuali su minori. In Cile, insieme ad un nutrito gruppo (circa 300 persone) di tedeschi che erano emigrati con lui, fondò la Colonia Dignidad, che con il tempo divenne una vera e propria setta di matrice religiosa, alla guida della quale si assunse come leader e capo indiscusso. Alcuni dei residenti alla Colonia divennero suoi più stretti collaboratori e complici in tutta la serie infinita di orrori che si commisero all’interno della comunità, altri, la maggior parte, ne divennero loro malgrado vittime, come i bambini, dei quali abusò sistematicamente fin dal principio. (altro…)