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In evidenza
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Fabrizio e Nicola Valsecchi: Giorni di neve, giorni di sole
Venerdì 19 febbraio 2010 ore 20.00
Presso il ristorante “Il Glicine”
Piazza Santo Stefano – frazione di Cernobbio
Presentazione del libro di
Fabrizio e Nicola Valsecchi
“Giorni di neve, giorni di sole”
Romanzo liberamente tratto dalla vita di Alfonso Mario Dell’Orto
Organizza la COOPERATIVA di PIAZZA SANTO STEFANO e OLZINO
seguirà rinfresco
Siete tutti invitati !
Port au Prince e la notte di pioggia a un mese dal terremoto
Delmas (Port au Prince) Foto Fabrizio Lorusso
Gli amici Fabrizio Lorusso e Diego Lucifreddi si sono recati da Città del Messico dove vivono ad Haiti, ospiti dell’associazione locale per la difesa dei Diritti Umani AUMOHD, il cui presidente è l’avvocato Evel Fanfan.
A questa piccola ma attivissima associazione ovviamente non è giunta nemmeno una briciola di tutti gli aiuti internazionali stanziati per l’emergenza terremoto eppure i suoi membri, quasi tutti avvocati, si prodigano costantemente fornendo internet gratuito per le comunicazioni a chi ne avesse bisogno, medicinali e assistenza di qualsiasi genere.
Da anni presenti sul territorio offrono consulenze gratuite in materia di lavoro e assistenza legale, accompagnando anche gli abitanti del quartiere di Delmas nella realizzazione di progetti di cucina comunitaria.
Per sostenere economicamente l’associazione AUMOHD, sottoscrivere qui. (AM)
Port au Prince e la notte di pioggia a un mese dal terremoto
di Fabrizio Lorusso
15 febbraio 2010
Ad Haiti non è ancora ufficialmente iniziata la stagione delle piogge, per fortuna manca ancora qualche mese come nel resto dei Caraibi, ma anche qui ci sono i mesi pazzi e alle 4 del mattino dell’11 febbraio, la capitale ha vissuto ore di disagio e paura per le piogge intense cadute durante alcune ore. Rispetto agli uragani che periodicamente sconvolgono il paese o alle piogge torrenziali di maggio e giugno quello dell’altra sera poteva considerarsi solo uno “sfogo temporalesco” notevole ma non eccessivo. Purtroppo anche un po’ d’acqua può far notizia.
Circa un milione e duecentomila sfollati si sono infatti ritrovati ai bordi di fiumi di fango e detriti, con le loro tende e i giacigli invasi dall’acqua, secondo un copione che potrebbe ripetersi ogni giorno se nelle prossime settimane non verrà risolto il problema delle abitazioni. Gli accampamenti ufficiali e spontanei che sono stati allestiti nei parchi, nelle piazze e per le strade non sono pronti per drenare i flussi d’acqua piovana e quindi gli interventi previsti dalla comunità internazionale, dalle autorità e dagli stessi campi autogestiti dovranno presto cercare di risolvere questo problema.
Ormai le cifre relative alle vittime hanno superato ogni stima iniziale e si parla di 220mila morti mentre dal punto di vista degli aiuti ricevuti i giornali locali (segnalo “Le Nouveliste”) riportano un altro dato allarmante fornito dal Bureau de coordination des affaires humanitaires (Ocha) che segnala che solo 50mila famiglie (cioè 272mila persone) hanno ottenuto “materiali d’emergenza” come tende e materassi. Per chi non ha un tetto proprio questi beni elementari si trasformano in preziose ancore di salvataggio e, sebbene non costituiscano una dimora stabile e dignitosa, sono pur sempre un appiglio utile e, direi, quasi un privilegio. Per questo motivo Evel Fanfan, il presidente dell’associazione (Aumohd) che ci ospita nel quartiere Delmas, ci aveva chiesto di portare tende e materiali da campeggio come le pile elettriche e i sacchi a pelo oltre alle sempre necessarie medicine. Anche qui nel parcheggio dove abbiamo piantato un paio di canadesi ci siamo dovuti svegliare all’improvviso per cercare protezione dallo scrosciare della pioggia che non dava segni di cedimento e soprattutto per evitare che i computer e le stampanti, protette solamente da un telone di plastica, non venissero danneggiati.
In una conferenza stampa l’ambasciatore americano a Porto Principe, Kenneth H. Merten, ha dichiarato che le tende non rappresentano l’unica priorità e che è meglio pensare già da ora a soluzioni più stabili come per esempio i prefabbricati di legno e plastica che sono più resistenti. Inoltre – sintetizzo le sue parole – l’idea è quella di evitare che la gente si abitui alle tendopoli che potrebbero trasformarsi in città permanenti che ostacolerebbero l’opera di ricostruzione generale e i piani di ricollocamento della popolazione in zone più sicure. Intanto però la gente se la deve cavare con quello che c’è o con i teloni di plastica che in città sono diventati carissimi e ricercatissimi tanto che alcune persone che ci hanno visto per la strada ci hanno chiesto di procuraglieli pensando che siamo americani.
L’ambasciatore ha anche risposto a una domanda di un giornalista haitiano su una questione poco nota: una percentuale (intorno al 3%) dei soldi raccolti negli USA viene incamerata come contributo direttamente dall’esercito americano anziché venire usata per l’acquisto di ulteriori beni per gli haitiani e a questo Mr. Merten ha affermato che per ora gli Stati Uniti hanno stanziato ufficialmente 537 milioni di dollari e che quindi si giustifica un piccolo prelievo sulla raccolta fondi. E’ vero che ogni paese gestisce le proprie missioni umanitarie in modi differenti però possiamo dire che i cittadini americani che hanno donato per Haiti lo stanno effettivamente facendo col 97% del loro denaro e con il restante 3% stanno anche pagando la missione dell’esercito, cosa che forse non era chiarissima e che può assimilarsi a una tassa nascosta. E’ stato anche annunciato un relativo allentamento delle norme migratorie riguardanti gli haitiani che si trovavano negli USA prima del 12 gennaio e che potranno rimanere legalmente nel paese per altri 18 mesi.
Il 12 gennaio tutto il paese si ferma per ricordare le vittime del terremoto a un mese dalla catastrofe. Si pregherà dalle 7 del mattino alla sera tardi. Sarà un giorno di calma e di riflessione per cercare di intravedere la speranza, gli aiuti, la ricostruzione e il futuro.
Continuo a segnalare QUESTO LINK . per le donazioni dato che sto lavorando con loro qui a Port au Prince e stanno cercando in varti modi di aiutare la popolazione del quartiere esclusa dalla solidarietà internazionale ufficiale.
A questo link invece c’è un album fotografico sulla capitale haitiana che spero possa interessarvi e da cui si può attingere citando la fonte (!):
http://picasaweb.google.com/FabrizioLorussoMex/Haiti
Conferenza mondiale delle donne di base — Caracas 2011 (Prima assemblea nazionale preparatoria)
“Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.”
Naturalmente quest’articolo fa riferimento all’Art. 3 secondo cui “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Le donne sono quelle che oggi pagano il prezzo più alto di questa crisi, crisi economica, politica, sociale e culturale. Sono loro le prime a subire il licenziamento già alle prime avvisaglie di una crisi, sono loro a dover affrontare praticamente tutte le conseguenze legate al licenziamento dei propri mariti (vedi le mogli degli operai Fiat di Pomigliano che combattono al fianco dei propri uomini!). E’ su di esse che, alla pari degli extracomunitari, si abbatte maggiormente la mannaia della violenza, di quella violenza fisica e psicologica che annienta e distrugge. Si sta proponendo da tempo di cambiare la Costituzione. Bene! A noi basterebbe che si cominciasse finalmente a metterla in pratica questa Carta per la quale non solo tanti uomini ma anche tante donne hanno dato la vita.
Dobbiamo essere noi donne a prendere coscienza del fatto che la nostra emancipazione dobbiamo costruircela unendo le nostre forze e lottando per i nostri diritti, che poi sono i diritti di tutti!
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Il Gruppo donne bella ciao Pistoia saluta a pugno chiuso, le compagne e i compagni presenti a quest’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale che si terrà in Venezuela nel 2011. Noi compagne di questo comitato a causa della repressione in atto verso i compagni della Toscana non siamo potute intervenire fisicamente. Siamo quindi a Pistoia, ma anche con voi in questa giornata, che sicuramente sarà piena di cose belle e incontri proficui.
Inviamo pertanto la nostra solidarietà per prima a tutte le persone colpite dalla repressione e dal nuovo avvento del fascismo in atto.
La donna, oggi subisce discriminazioni pesanti e a volte insostenibili, sia sul posto di lavoro, che in casa e nella società. Viviamo in paese, l’Italia, che ha di fatto per ministra delle pari opportunità una “donna” che si chiama Mara Carfagna. Per contrastare questo modo di essere, due di noi, Laura e Rosanna, hanno partecipato alle elezioni amministrative del comune di Agliana, qui in provincia di Pistoia con la lista di Blocco Popolare. Noi non ci sentiamo femministe. Lottiamo con i compagni per la nostra e la loro libertà e anche emancipazione. Lottiamo con loro, per noi e i nostri figli.
La fascistizzazione in atto è la prima molla che ci muove a lottare.
Siamo state e siamo al centro di una battaglia antifascista, con i compagni del Carc, compagni, Anarchici e compagni non legati in modo stretto a nessun partito.
Il Partito dei Carc, è il più colpito dalla repressione.
Durante una riunione per contrastare l’avvio di ronde fasciste, in Toscana, abbiamo subito, l’irruzione della Digos nei locali che ci ospitavano, siamo stati identificati e poi deportati in questura (in tutto una ventina di persone) caricate sulle volanti della polizia, in pieno centro a Pistoia,
Questo “giustificato” dal fatto che la vicina Casa Pound, aveva subito poco prima della nostra riunione una irruzione, guarda caso da un ventina di persone che avevano come obbiettivo la devastazione dei loro locali. La cosa andrebbe presentata un po’ meglio, ma è conosciuta da tutti e non è il caso di ripetere fatti che magari compagni presenti a questo incontro vi possono chiarire meglio di persona.
Sta di fatto che il processo è in corso e che due di noi testimonieranno per i compagni. Laura che testimonierà per compagni che non sono suo marito (Yuri) io che testimonierò un po’ per tutti.
Le misure che hanno colpito questi compagni sono tra le più dure e incredibili quasi a raccontarsi. Questo nella rossa Toscana, nella Toscana, dove tanto i comunisti dettero per la liberazione.
della loro gente.
Noi abbiamo indivuato al momento in questa lotta, la lotta.
Ora siamo prese e presi solo dall’organizzare, riunioni, manifestazioni, incontri, dossier, anche pranzi e cene per dare un contributo alle spese processuali dei compagni.
Questo è quello che le donne devono fare per la loro liberazione? Noi pensiamo di sì, la liberazione, questa volta magari fisica, intesa come libertà dalle galere e dalle misure repressive passa per la liberazione nostra di donne.
Noi lotteremo ancora per la liberazione dei compagni.
Crediamo, fortemente in questo progetto, in questa causa comune che ci porterà a costruire la Conferenza Mondiale delle donne in Venezuela, nel 2011 e che ci stà portando a conoscere tante persone che condividono le nostre idee e tante realtà come il Comitato Estella di Milano che abbiamo conosciuto durante lo svolgimento del secondo congresso nazionale del partito dei Carc.
Un saluto pieno d’affetto alle partigiane, che ci sostengono con loro insegnamento e la loro lotta e uno anche al Koe e a Konstantina Kuneva dirigente tra i più attivi del sindacato degli addetti alla pulizia della Grecia, così duramente colpita dal fascismo.
A pugno chiuso compagne e buon lavoro!
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Non ci è stato possibile partecipare fisicamente a questa manifestazione, nonostante la cosa ci facesse piacere. A questo proposito, ci piacerebbe condividere la nostra esperienza e le nostre opinioni attraverso una breve presentazione scritta con la speranza di essere insieme nelle attività future.… See More
Ci auguriamo che la vostra iniziativa abbia successo e che questo valga anche per la vostra lotta in generale, che allo stesso tempo è la nostra lotta.
I più cordiali saluti rivoluzionari,
SKM
Assemblea delle Donne Socialiste
Attività dell’Assemblea delle Donne Socialiste
Il 2009 è stato un anno ricco di molti eventi e di attività. Dal punto di vista politico ci sono state azioni a favore della pace e della libertà delle donne kurde, la lotta contro la guerra sporca in cui le madri kurde e turche hanno tentato di incontrarsi per portare avanti insieme una battaglia contro quella guerra e per ottenere pene più severe nei confronti degli abusi sui bambini e di chi usa violenza contro le donne. Inoltre, ci sono state alcune grandi azioni di resistenza alle quali hanno preso parte anche le donne delle grandi masse. Tra le operaie della compagnia del tabacco TEKEL, che hanno iniziato una lotta di resistenza a livello centrale nel dicembre 2009 ad Ankara, ci sono anche molte donne appartenenti alla grande massa che hanno lasciato le loro case, i loro bambini per venire ad Ankara a rivendicare il loro diritto di mantenere il proprio lavoro. I loro slogan sono prettamente politici e mostrano che queste lavoratrici hanno maturato la consapevolezza della loro condizione di donne operaie sfruttate. Alcune di loro hanno iniziato uno sciopero della fame e sono determinate a protrarlo fino alla morte se il governo non accetta le loro richieste. Riportiamo alcuni slogan che hanno lanciato: “Possiamo morire, ma non ritorniamo nelle nostre case”, “Lotteremo e vinceremo”, “Sciopero generale, resistenza generale”. I lavoratori sono stati colpiti, attaccati dalla polizia con bombolette al pepe e hanno dovuto combattere anche contro il freddo, ma tutti loro, soprattutto le donne, è determinato a continuare la lotta.
Recentemente, è stato fondato un nuovo mezzo per organizzare le donne: le Assemblee Socialiste delle Donne.
Il Partito Socialista degli Oppressi, che si è definito partito della rivoluzione delle donne, è stato creato l’8 novembre 2009. Successivamente a questo passo, è stata fondata la relativa Assemblea delle Donne Socialiste il 21 novembre dello stesso anno come organismo autonomo interno al partito che lavora sulla questione femminile. In molte città si terrà un’Assemblea delle Donne Socialiste. Si tratta di assemblee che operano a stretto contatto con l’Assemblea Generale delle Donne Socialiste. Questi incontri devono essere considerati come un nuovo modello volto ad organizzare le donne nell’azione pratica. La conferenza di fondazione, tenuta ad Istanbul, è stata realizzata da donne di tutte le età, con diversa istruzione, nazionalità ed appartenenti ad ambienti di lavoro diversi. Tra gli obiettivi della fondazione di queste assemblee, c’è quello che dice che le stesse assemblee agiranno come un partito all’interno del partito stesso. Questo significa che le donne membro del partito saranno organizzate nelle assemblee e che avranno il compito di unire la lotta proveniente dal fronte femminile.
Le Assemblee delle Donne Socialiste hanno un carattere autonomo. Questo vuol dire che le donne possono prendere le proprie decisioni e renderle valide per l’intero partito. Le donne membro del partito hanno il diritto di essere presentate a tutti gli organi del partito a cui appartengono ed hanno il diritto di voto.
Le Assemblee delle Donne Socialiste sono un modello utile ad organizzare nel modo più ampio le masse delle donne.
Le assemblee sono state fondate in molte città della Turchia e anche del Nord Kurdistan. Nel Kurdistan, L’”Assemblea delle Donne Socialiste Libere” è stata fondata il 4 gennaio 2010. Alla fondazione, le lavoratrici hanno affermato che, in qualità di donne socialiste libere, innalzano la loro voce contro la brutalità del regime che opprime il popolo kurdo che brama la libertà e la pace.
Attività delle Assemblee delle Donne Socialiste in relazione alla Conferenza Mondiale delle Donne
Le Assemblee delle Donne Socialiste hanno preso l’iniziativa per avviare il processo di organizzazione della Conferenza Mondiale delle Donne in Turchia e Nord Kurdistan ed in Medio Oriente.
A questo proposito, abbiamo organizzato un incontro delle organizzazioni delle donne del Medio Oriente a settembre a Diyarbakir, nel quale hanno partecipato le donne della Turchia, del Nord Kurdistan e della Giordania. A Diyarbakir erano anche presenti due organizzazioni delle donne della Palestina, ma hanno dovuto lasciare il paese a causa di alcuni problemi tecnici. Comunque, sono state informate degli sviluppi dell’iniziativa e hanno confermato il loro intervento nell’ambito del processo a livello teorico.
In secondo luogo, le Assemblee delle Donne Socialiste hanno intrapreso l’iniziativa per una serie di incontri con la partecipazione di organizzazioni diverse delle donne della Turchia e del Nord Kurdistan allo scopo di incrementare il numero dei partecipanti.
In Europa, le organizzazioni delle donne immigrate turche e kurde che stanno portando avanti la nostra stessa linea hanno partecipato alla preparazione insieme agli organizzatori europei.
Seguiranno le seguenti ulteriori attività:
- Un incontro per tutto il medio oriente ad aprile in Libano allo scopo di garantire la partecipazione delle organizzazioni delle donne del Libano, della Palestina e della Giordania.
- Un festival delle masse femminili ad ottobre ad Istanbul per presentare la Conferenza Mondiale delle Donne per coinvolgere la maggior parte delle masse possibili e per l’autofinanziamento.
Siamo molto interessate ai movimenti di liberazione delle donne nel mondo, in particolare in America Latina, che è ricca di realtà femminili di lotta e di partecipazione. Abbiamo, tuttavia, qualche riserva sui vostri documenti e sulle vostre posizioni, che ci sembrano percorrere la tradizionale linea dell’alleanzismo con i movimenti del proletariato maschile. Noi ci muoviamo su un piano alquanto differente: la storia ci dimostra che le rivoluzioni “socialiste” messe in campo dal proletariato nel mondo non hanno mai “compreso” le donne. Non si tratta semplicemente di verificare la “doppia oppressione” femminile, si tratta di demistificare (e decostruire) il preteso soggetto neutro, cioè maschile. Il patriarcato nel mezzogiorno d’Italia è , ancora oggi, radicato nella cultura metropolitana e, in maggiore misura, nelle periferie e aree interne, condizionando la donna nel desiderio, nella ricerca della felicità e nella propria emancipazione. Tale condizionamento ha relegato le donne del sud alla cura della famiglia e della casa, all’ubbidienza verso l’uomo, sviluppando uno schematismo immobile nel tempo: padre, marito, figlio; schema riprodottosi anche nella dimensione produttiva imposta dal Capitale che è narrazione di sopraffazione del forte sul debole e violenza dell’uomo sulla donna (caporalato). Il patriarcato di sinistra è duro a morire, anche perché camuffato da universalismo, paternalismo, fraternalismo. Lo diceva anche Federico Engels, lo dimostra anche la storia del sindacato e del movimento operaio. Noi siamo per l’intreccio tra conflitto di classe e conflitto di genere (e generi), siamo contro la visione “collaborativa” e compatibile, per l’autodeterminazione e l’asimmetria delle soggettività femminili e femministe.
Saluti femministi e comunisti
Il Forum delle donne del Prc
A NAPOLI IL 30/1/2010
Invio un caloroso saluto ed un apprezzamento per questa pregevole iniziativa.
Come donna, combattente fin dalla lotta di Liberazione contro il nazifascismo posso dire che mi gratifica molto l ‘ idea che oggi, giovani donne sentano la stessa esigenza di lottare che ho sentito io quando ancora studentessa ero una diciassettenne.
La società degli uomini, basata sulla proprietà, ha sempre calpestato il ruolo primario nel quale la natura ha collocato la donna.
E’ la femmina, e nel caso dell’ umanità è la donna che ha, per natura avuto il compito di preservare e mantenere la sopravvivenza delle diverse specie viventi.
Questo ruolo lo rivendichiamo e rivendichiamo tutti i diritti e i doveri che ne conseguono lontane da superstizioni e religioni che inquinano le coscienze.
Non vogliamo guerre. Esigiamo il rispetto tra i singoli e tra i popoli. Non riconosciamo differenze di pelle, di lingua, di religione, di cittadinanza, perché noi donne siamo cittadine del mondo.
Non crediamo che ci siano continenti che valgano più di altri, che ci siano culture superiori o religioni migliori ed esigiamo il rispetto che si deve all’ ateismo basato sulla scienza dimostrata.
Stiamo dalla parte di coloro che lottano contro le ingiustizie, in qualunque parte del mondo siano.
Dalla parte di chi lotta contro il nemico invasore, con qualunque etichetta si sia infiltrato nella loro terra.
Stiamo dalla parte dei lavoratori, dei disoccupati e dei precari.
Dalla parte degli studenti che reclamano nuovi programmi, più qualificati e non manipolati e per l’ inalienabile diritto e dovere alla ricerca scientifica.
Stiamo dalla parte del mondo animale che va rispettato, stiamo contro l’ inquinamento dei mari, dell’ atmosfera e della terra, causato da dettami speculativi per lo sporco interesse di pochi.
Siamo coscienti che per ricoprire interamente il ruolo che la natura ci ha affidato, è necessario lottare alacremente e senza tregua, per togliere la proprietà e il potere che si serve di maschilismo e religioni per conservarlo ed ampliarlo.
Una delle nostre armi più valide e più vincenti è la cultura scientifica. La cultura della nostra classe e gli esempi che i grandi maestri ci hanno dato quando hanno saputo strappare il potere ai tiranni.
Con la bandiera della cultura scientifica camminiamo e costruiamo la nostra lotta perché Donne, madri, figlie, sorelle, compagne non debbano più accettare guerre, sfruttamento, razzismo, e macabra superiorità maschile.
Miriam Pellegrini Ferri
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Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che nel 2011 riunirà in Venezuela organizzazioni e associazioni che in tutto il mondo promuovono e lottano per emancipare le donne e con esse tutte le masse popolari dalla discriminazione, dalla miseria, dallo sfruttamento economico, dall’oppressione politica e dall’arretratezza culturale - sostengono e promuovono ogni iniziativa di lotta per difendere i diritti conquistati dalle masse popolari del nostro paese e, al suo interno, dal movimento di emancipazione delle donne e per garantire il loro effettivo esercizio (dal voto al divorzio, dalla legge 194 alle leggi a tutela del lavoro femminile, dall’equiparazione salariale agli asili, dalla sanità all’istruzione pubblica); … See More
- denunciano il Vaticano come principale ispiratore e promotore della campagna per eliminare la legge 194 per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza e negare nei fatti alle donne di usufruirne riaprendo la piaga dell’aborto clandestino, condannano la sua pretesa di dettare legge sulla società civile (fecondazione assistita, riconoscimento dei diritti delle famiglie di fatto e dei conviventi, legge 194 e RU486, alimentazione forzata, testamento biologico, ecc.) e il tentativo del governo Berlusconi di costringere le donne e tutta la popolazione del nostro paese a regolarsi secondo i dogmi e la morale antiquata e bigotta del Vaticano, dogmi e morale che invece, come è noto, gli esponenti di questo governo personalmente si guardano bene dal seguire;
- si impegnano a partecipare e contribuire, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, alle iniziative del movimento NO VAT di cui sono parte integrante;
- chiedono che le autorità, gli esponenti dei partiti di opposizioni e quanti hanno a cuore il progresso della società civile, se sono conseguenti ai loro impegni e compiti in merito alla tutela dei diritti delle donne e della laicità dello Stato, si adoperino per garantire l’effettivo esercizio di tali diritti contro le ingerenze del Vaticano indegne di uno Stato laico di fatto e non solo di nome.
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Mozione n.2
Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- esprimono la propria solidarietà alle masse popolari della Repubblica Bolivariana del Venezuela, paese che nel 2011 ospiterà la Conferenza che stiamo preparando, e al percorso che stanno compiendo per emanciparsi dal dominio dell’imperialismo mondiale (in primo luogo da quello USA) e con esso dallo sfruttamento, dall’oppressione e dall’arretratezza e la convinzione che tale percorso costituisca una speranza per i popoli che in tutto il mondo lottano per gli stessi obiettivi;
- denunciano e condannano l’intensificarsi delle operazioni militari con cui l’Amministrazione USA minaccia la rivoluzione democratica e viola la sovranità nazionale del Venezuela (dall’accordo di cooperazione militare sottoscritto tra il governo USA e quello della Colombia per condurre dalle basi militari colombiane “operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione” nei confronti del Venezuela classificato dal Dipartimento di Stato USA come “nazione non cooperante”; alla costruzione, con attrezzature e finanziamenti provenienti dagli USA, di una nuova base militare al confine con il Venezuela annunciata dallo stesso governo colombiano; alla violazione dello spazio aereo venezuelano compiuta da alcuni droni statunitensi MQ-1 Predator, gli stessi utilizzati in Afghanistan e Pakistan per compiere “omicidi mirati”; all’invio, compiuto dal governo USA con il consenso di quello dell’Olanda, di agenti segreti, navi militari e aerei spia nelle isole delle Antille Olandesi di Aruba, Curacao e Bonaire, situate a 50 miglia dalle coste venezuelane);
- si impegnano a operare, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, per sostenere e difendere la rivoluzione democratica venezuelana dalle minacce del governo USA e dei suoi complici;
- chiedono che le autorità locali e gli esponenti dei partiti di opposizione, se le loro dichiarazioni in difesa della democrazia, della pace e della sovranità nazionale degli Stati non sono solo uno strumento per ingannare l’opinione pubblica e giustificare le aggressioni militari contro paesi colpevoli di non sottomettersi ai diktat del governo USA e dei suoi complici, promuovano la più ampia informazione su quanto sta avvenendo in America Latina, si adoperino in ogni modo per far desistere il governo degli USA da ogni manovra mirante a mettere fine alla rivoluzione democratica del popolo venezuelano e a rovesciarne il legittimo governo, si impegnino a condannare ogni complicità del governo Berlusconi, notoriamente “buon amico” di quello USA, con i preparativi di guerra che quest’ultimo sta compiendo ai danni del popolo venezuelano.
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Mozione n.3
Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- condannano fermamente l’operazione militare (Green Hunt — Caccia Verde) che il governo indiano si appresta a lanciare a partire dal mese di marzo (con l’impiego di decine di migliaia di soldati e dell’aeronautica militare) contro una vasta area dell’India centrale e settentrionale abitata dagli adivasi, popolazioni tribali fuori casta proprietarie di diritto della zona secondo quanto sancito dalla costituzione dello Stato indiano e dove il Partito Comunista Indiano (maoista) ha da anni istituito forme di produzione più moderne, strutture sanitarie e scolastiche, organismi di governo, di amministrazione e di giustizia popolari, promuovendo in particolare il protagonismo delle donne, che in questa come in generale nelle strutture sociali arretrate sono i soggetti più deboli e oppressi;
- denunciano che per ottemperare agli impegni assunti negli accordi (Memoranda of Understanding) sottoscritti con numerose multinazionali indiane e straniere (tra cui la Vedanta, la POSCO, la RioTinto, la Tata, la Hindalco, la Jindal and Mittal) interessate ad appropriarsi del territorio degli adivasi e delle sue risorse, in primo luogo del legname, il governo indiano si appresta a compiere un vero e proprio genocidio, sterminando e deportando milioni di persone e a eliminare uno dei (pochi) polmoni verdi ancora esistenti, provocando una catastrofe ambientale di proporzioni planetarie;
- esprimono la propria solidarietà e sostegno alla resistenza delle popolazioni adivasi e del Partito comunista indiano (maoista) che costituiscono il principale baluardo contro i programmi criminali del governo indiano e delle multinazionali coinvolte nell’operazione Green Hunt;
- si impegnano a contribuire, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, alle campagne internazionali che vanno sotto il nome di Spring Thunder (Tuono di Primavera) che hanno l’obiettivo di denunciare all’opinione pubblica internazionale i programmi criminali del governo indiano e delle multinazionali coinvolte, promuovere ogni forma di protesta contro di essi e sostenere la lotta delle popolazioni adivasi e dei comunisti indiani;
- chiedono che le autorità locali e nazionali del nostro paese, se le loro dichiarazioni in difesa dei diritti umani e della tutela dell’ambiente non sono solo uno strumento per ingannare l’opinione pubblica, promuovano a livello nazionale e internazionale la più ampia informazione su quanto sta avvenendo in India e si adoperino in ogni modo per far retrocedere il governo indiano dai suoi programmi di sterminio e devastazione ambientale.
Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- esprimono la propria solidarietà agli operai e alle operaie della FIAT di Pomigliano d’Arco e Termini Imprese e a tutti i lavoratori e le lavoratrici che stanno lottando per difendere il loro posto di lavoro e a tutti i disoccupati/e e precari/e in lotta per conquistare un lavoro dignitoso, e con esso la possibilità di vivere;
- condannano le cariche poliziesche e le sanzioni amministrative con cui le autorità colpiscono quanti lottano per difendere e affermare il sacrosanto diritto ad avere un lavoro e un salario dignitosi;
- sostengono e promuovono ogni iniziativa di lotta “per non pagare la crisi dei padroni” che sta peggiorando le condizioni di tutte le masse, ma in particolare delle donne (la privatizzazione e la riduzione dei servizi pubblici fanno ricadere principalmente sulle loro spalle la cura dei bambini, degli anziani, dei malati; il carovita le costringe ad arrabattarsi per arrivare a fine mese, a dedicare gran parte delle loro energie e del loro tempo alla sopravvivenza; alle donne vengono riservati i salari più bassi, i lavori più sporchi e modesti o precari e sono loro le prime ad essere licenziate; i soprusi, le violenze e gli stupri contro le donne aumentano giorno per giorno), nella convinzione che solo in questo modo è possibile sia imporre alle autorità e ai padroni i provvedimenti più urgenti necessari per far fronte agli effetti peggiori della crisi sia costruire le condizioni generali per farvi fronte in proprio;
- chiedono che le autorità, se le loro promesse in difesa del diritto al lavoro non sono solo parole vuote, usino le risorse e i mezzi di cui dispongono per adottare tutti quei provvedimenti necessari ad arginare gli effetti peggiori della crisi.
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Mozione n.5
Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- esprimono il proprio appoggio a tutte le migranti e i migranti che si ribellano alle condizioni indegne a cui il governo Berlusconi e i partiti che lo compongono, in primis la Lega Nord, li condannano con misure e leggi razziste e criminali come il pacchetto sicurezza, l’istituzionalizzazione delle ronde razziste, la politica dei respingimenti, i CIE, i rastrellamenti e le deportazioni razziali e la miriade di provvedimenti apertamente razzisti ad esse ispirati adottati da Comuni più o meno grandi; con una capillare campagna di propaganda razzista che addita gli immigrati come responsabili della miseria, del degrado e dell’insicurezza delle nostre città; con la copertura e l’appoggio dati a gruppi e organizzazioni fasciste come Forza Nuova, Casapound, Blocco Studentesco, La Destra, ecc. che sono in prima fila nel promuovere e organizzare la “caccia all’immigrato”;
- esprimono, nello spirito della Conferenza Mondiale delle Donne, la propria solidarietà a tutti gli antifascisti che, in Toscana come nel resto del nostro paese, sempre più spesso sono inquisiti, arrestati, processati perché, tenendo alti i valori della Resistenza partigiana, promuovono e organizzano la reazione popolare contro il fascismo e lo squadrismo fascista mentre, al contrario, i gruppi e partiti fascisti possono tranquillamente e impunemente aprire sedi, aggredire immigrati, omosessuali, emarginati così come militanti e sedi della sinistra, seminare in particolare tra i giovani una cultura di odio, razzismo, violenza e sopraffazione, inneggiare al fascismo ed esibire svastiche, croci celtiche e tutto l’armamentario della simbologia fascista e nazista nonostante la Costituzione e altre leggi (legge Scelba e legge Mancino) tuttora in vigore nel nostro paese vietino e condannino la ricostituzione del partito fascista, l’apologia di fascismo e di razzismo;
- si impegnano a sostenere e promuovere, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, ogni iniziativa per stroncare quelle che costituiscono vere e proprie prove di fascismo promosse dalla destra più reazionaria del nostro paese al fine di scatenare su scala maggiore dell’attuale la guerra tra poveri, spingere ancora più in basso le masse popolari del nostro paese, creare le condizioni per trascinare tutti ad aggredire e saccheggiare altri paesi e nazioni;
- visto che il fascismo e il razzismo oltre che illegittimi nel nostro paese sono anche un reato, chiamano le autorità, se sono conseguenti ai compiti cui sono preposte, a far rispettare quanto sancito dalla Costituzione e dalle altre leggi vigenti nei confronti delle attività e delle organizzazioni fasciste e intervenire perché sia posto fine a ogni tipo di persecuzione e repressione contro gli antifascisti;
- chiamano i partiti di opposizione, le organizzazioni sindacali, i vescovi, le grandi associazioni che hanno i mezzi e il seguito necessari, se la loro opposizione alle misure razziste del governo Berlusconi è opposizione reale e non complicità camuffata, a promuovere la disobbedienza di massa nei confronti delle leggi e delle misure razziste varate dal governo Berlusconi e dalle amministrazioni locali.
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Mozione n.6
Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- denunciano che gli imperialisti USA e di altri paesi (tra cui l’Italia) come veri e propri sciacalli stanno occupando militarmente Haiti per mettere le mani sul bottino della ricostruzione e impedire che la ribellione popolare rovesci il governo haitiano e si saldi con le forze e i governi progressisti dell’America Latina. Con la scusa degli aiuti umanitari e speculando vergognosamente sulle morti e le distruzioni causate dal terremoto, il governo Obama ha inviato più di 10.000 marines e occupato l’aeroporto di Pourt-au-Prince per prendere il controllo dell’isola (già occupata tra l’altro dalle truppe ONU in seguito al colpo di stato del 2004) ostacolando e ritardando le stesse operazioni di soccorso e la distribuzione di cibo, medicinali e altri beni di prima necessità alle popolazioni terremotate e aggravando ulteriormente la loro situazione;
- esprimono la propria solidarietà alle masse popolari di Haiti che, sostenute dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela, da Cuba, dall’associazionismo di base e dalle organizzazioni popolari di vari paesi del mondo, si stanno organizzando direttamente per essere promotrici e protagoniste della ricostruzione del loro paese;
- si impegnano a operare, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, per sostenere le masse popolari haitiane nella ricostruzione del loro paese e nell’opposizione all’occupazione degli imperialisti USA e dei governi loro complici; in particolare fanno appello a tutte le organizzazioni promotrici e le singole partecipanti alla Conferenza Mondiale affinché promuovano la partecipazione delle donne haitiane alla Conferenza stessa;
- chiedono che le autorità locali e gli esponenti dei partiti di opposizione, se le loro dichiarazioni in difesa dei diritti umani, della democrazia, della pace e della sovranità nazionale degli Stati non sono solo uno strumento per ingannare l’opinione pubblica, denuncino e contrastino l’occupazione militare di Haiti da parte del governo USA, di quello italiano e di altri paesi imperialisti e appoggino le organizzazioni popolari che stanno intervenendo in sostegno delle masse popolari haitiane.
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Proposta per la struttura/funzionamento delle Commissione
Le nostre proposte per la costruzione di una Commissione nazionale preparatoria della Conferenza Mondiale delle Donne sono le seguenti:
1. Linee guida per il lavoro:- Autorganizzazione e mobilitazione nelle lotte: perché non esiste emancipazione femminile se non è la donna a essere la promotrice e la dirigente di questo processo
- Coordinamento e solidarietà: perché senza l’unione e la solidarietà reciproca con le altre lotte per la difesa dei diritti conquistati con la Resistenza e con le lotte successive e che fanno parte della stessa nostra classe, la donna non si emanciperà mai definitivamente. È solo con l’unità d’azione, il coordinamento, la solidarietà e il sostegno alle altre lotte che potremmo finalmente renderci artefici del nostro futuro, partecipare attivamente e senza deleghe a governi dei grandi elettori (Vaticano, Confindustria e organizzazioni Criminali)
2. Composizione e funzionamento
Per la funzionalità e lo sviluppo del lavoro di promozione della Conferenza Mondiale proponiamo di stabilire degli incontri con cadenza regolare una volta ogni due mesi, che vedranno la partecipazione delle delegate delle varie organizzazioni che aderiscono alla commissione e le responsabili dei vari gruppi di lavoro.
Anzi proponiamo che ogni organismo comunichi entro e non oltre due settimane le delegate/rappresentanti degli organismi che parteciperanno alla commissione e alle riunioni organizzative che essa promuoverà, questo per dare più continuità al lavoro della Commissione.
3. Compiti e obiettivi
È in base ai compiti e agli obiettivi che la Commissione deve perseguire che formuliamo le nostre proposte di struttura e funzionamento:
- promozione della CMD attraverso iniziative dei singoli aderenti, iniziative comuni tra i singoli aderenti, partecipazione a scadenze e ad iniziative comuni (NO VAT, Sciopero dei migranti, 08 marzo — Giornata internazionale della Donna, ad esempio);
- gestione dei rapporti e coordinamento tra gli aderenti, con i comitati nazionali di altri stati e con il comitato promotore internazionale;
- gestione e preparazione del lavoro per la costruzione e partecipazione alla CMD, ossia
a) elaborazione 1. dei criteri per l’elezione delle delegate, 2. dei contributi e tematiche da portare all’Assemblea Generale della CMD, 3. delle attività per il Programma di Massa;
b) organizzazione del seminario nazionale conclusivo durante il quale verranno elette le delegate, scelte le tematiche e le attività di massa da portare in Venezuela (si dovrà svolgere entro novembre 2010);
- gestione e organizzazione delle attività di autofinanziamento.
4. Struttura
Proponiamo che si costituiscano dei gruppi (con rappresentanti delle diverse realtà che hanno aderito e che aderiranno) che si occupino nello specifico dell’organizzazione, della promozione e del finanziamento della Commissione nazionale e della Conferenza Mondiale, nonché che mantengano e sviluppino le relazioni con i comitati promotori e le organizzazioni degli altri paesi.
4.1 Gruppo ORGANIZZATIVO che si dovrà occupare di
- della gestione dei contatti e della casella mail,
- inchiesta a livello nazionale sulle realtà da coinvolgere e a cui proporre l’adesione,
- raccogliere le nuove adesioni,
- organizzare le riunioni della Commissione,
- organizzare e coordinare le iniziative comuni ad alcune mobilitazioni che decideremo di dedicare alla promozione della CMD (NO VAT Day, Sciopero migranti del I marzo, 08 marzo, giornata contro la violenza sulle donne ad esempio),
- in sinergia con gli altri gruppi di lavoro deve promuovere almeno un grande evento di promozione della CMD e di autofinanziamento (concerto, festa, campeggio, ecc.).
In questo modo realizziamo e concretizziamo il Coordinamento tra gli aderenti in questo percorso comune, sviluppiamo un fronte unitario di solidarietà e lotta.
4.2 Gruppo PROPAGANDA che si dovrà occupare di
- istituire un Ufficio Stampa, che lavori nello specifico sulle relazioni con la stampa, sia quella che già simpatizza per il nostro progetto, che quella che ancora non lo conosce ed è apertamente schierata con questo regime borghese
- si occuperà inoltre di redigere comunicati, volantini, locandine di iniziative della Commissione,
- apertura di un sito.
In questo modo promoviamo la CMD e il lavoro della Commissione affinché confluiscano sempre più forze verso i nostri obiettivi comuni.
4.3 Gruppo AUTOFINANZIAMENTO che si dovrà occupare di
- istituire una cassa e organizzarne lo sviluppo (es. proposta di realizzare una fascia con il logo della commissione di autofinanziamento, vendita di gadget, richiesta di fondi economici alle istituzioni, a partire dalle circoscrizioni, di zona e continuando verso altri livelli…richieste di patrocinio per iniziative che faremo nella zona dove propaganderemo la Conferenza Mondiale),
- pianificare e organizzare iniziative congiunte in sinergia con il GRUPPO ORGANIZZATIVO per raccogliere sottoscrizioni,
Proponiamo anche che ogni aderente a seconda della propria possibilità versi una quota alla Commissione.
4.4 Gruppo RELAZIONI INTERNAZIONALI e TRADUZIONI che si dovrà occupare di
- gestione dei rapporti con le delegazioni e con i comitati degli altri paesi,
- costruzione e gestione di un ufficio traduzioni sia per il mantenimento della relazioni internazionali sia che assista le delegate e le compagne che andranno alla CMD (lingue principali: inglese e spagnolo; per il Coordinamento europeo sarebbe buono avere anche una traduttrice tedesca).
In questo modo sviluppiamo la solidarietà internazionale e lo scambio di esperienza con le donne di tutto il mondo.
4.5 Gruppo di PREPARAZIONE della CMD che si dovrà occupare di raccogliere ed elaborare
- le proposte di elezione delle delegate che rappresenteranno l’Italia alla CMD,
- le proposte e le tematiche di contenuti che porteremo all’Assemblea generale come delegazione e dei workshop e attività che proporremo al Programma di Massa della CMD.
Occasione di propaganda e raccolta di adesioni è la preparazione dell’8 marzo, il NO VAT Day e lo sciopero dei migranti del I marzo (importanti momenti per dare concretamente il nostro sostegno e solidarietà, oltre che allargare la mobilitazione per la CMD)
Le compagne della Commissione Donne del P-CARC
Geraldina Colotti: La guardia è stanca
Lettera a Álvaro Uribe a 5 anni dal massacro di San José de Apartadó
ACAT Action des chretiens pour l’abolition de la torture, programmes Amérique latine href=“mariaceciliagomezacatfrancefr” target=“_blank”>mariaceciliagomezacatfrancefr( Francia)
- Fiscal de la Corte Penal Internacional
- Comisión Interamericana de derechos humanos
- Corte interamericana por los DD.HH.
- Vicepresidente de la Republica de Colombia
- Director Programma Presidencial de DDD.HH. y DIH, Colombia
- Oficina del Alto Comisionado de las Naciones Unidas para Colombia
- Delegación de la Unión européa en Colombia
- Embajada de Colombia en Italia
- Embajada de Italia en Colombia
- Embajadas de las asociaciones firmantes tanto en Colombia como en los países respectivos
- Ministerio de relaciones exteriores de los países de las asociaciones firmantes
Il ritorno del condor
Il circolo di Roma dell’Ass.ne Naz.le di Amicizia Italia-Cuba organizza:
Incontro pubblico con Esly Banegas Avila del Fronte della Resistenza contro il Golpe in Honduras, con il giornalista e documentarista Fulvio Grimaldi,
che presenterà il suo ultimo video sull’Honduras e sull’America Latina
” Il ritorno del Condor”.
Presiede Marco Papacci dell’Ass.ne Italia-Cuba circolo di Roma.
LIBRERIA RINASCITA
2 febbraio 2010
LARGO AGOSTA, 36 (zona Tor de’ Schiavi) ore 18.30.
Info: href=“infoitaliacubanet “>infoitaliacubanet
tel. 331 3774048
ENI e Chávez
Fonte: la Repubblica del 27 gennaio 2010
Rctv e Chávez, stavolta l’ENI mette il bavaglio a Omero Ciai e a Repubblica
La decisione di questi giorni del governo venezuelano di sospendere momentaneamente le trasmissioni via cavo all’emittente Rctv International che trasmette da Miami in Florida, in attesa che si metta in regola con la legge nazionale Ley Resorte, non poteva non scatenare la solita bagarre mediatica disinformativa su ciò che realmente accade nel paese e sulle politiche adottate dal presidente Hugo Chávez.