In Cile gli studenti chiedono un nuovo “paradigma”
di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro — 3 luglio 2013
Sono tornati nuovamente a far parlare di sé gli studenti cileni, in mobilitazione da settimane. Violente proteste degli studenti delle scuole secondarie e delle università hanno preceduto le elezioni primarie per la scelta dei candidati presidenziali che si sono tenute proprio domenica scorsa.
Tuttavia, quella degli studenti cileni, può definirsi ormai una mobilitazione permanente. (altro…)
La storia di Yorio e Jálics
Il coinvolgimento di Bergoglio e di una Chiesa omertosa nel sequestro dei due gesuiti argentini
di Annalisa Melandri — in esclusiva per l'Indro- 20 Marzo 2013
Fu l’argentino Emilio Mignone, avvocato, scrittore, difensore dei diritti umani, vicepresidente dell’Assemblea Permanente per i Diritti Umani di Buenos Aires e fondatore del Centro di Studi Legali e Sociali (CELS) nel suo libro "Chiesa e Dittatura” del 1986 a citare per primo il coinvolgimento di Bergoglio nel sequestro dei due gesuiti Orlando Yorio e Francisco Jálics avvenuto il 23 maggio 1976. (altro…)
Intervista a Graciela Rosenblum, presidente della Lega Argentina per la Difesa dei Diritti dell’Uomo su Papa Francesco
Bergoglio e le reazioni della società civile
L’elezione di Papa Francesco ha creato profonde spaccature: “Bergoglio non agì in difesa dei diritti fondamentali del popolo argentino”
di Annalisa Melandri in esclusiva per L’Indro — 20 marzo 2013
In Argentina la nomina del cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio Pontificio ha creato profonde spaccature all’interno della società civile.
Il giornalista Horacio Verbitsky che da anni sta compiendo studi accurati e rigorosi sulle complicità della Chiesa Cattolica con il regime militare, denunciate in numerosi libri tra i quali ‘L’isola del silenzio’, ha reiterato le sue denunce dalle pagine del quotidiano ‘Página 12′ del quale è editorialista.
Adolfo Pérez Esquivel, premio Nobel per la pace, sorprendentemente in questo dibattito ha preso posizione a favore del Papa, arrivando anche a contraddire se stesso. In questa intervista del 2005 denunciava la complicità di Bergoglio con la dittatura (afferma: «Molti vescovi avevano un doppio discorso. Quando io ero in prigione mia moglie parlava con i vescovi che promettevano aiuti e poi facevano esattamente il contrario. L’attitudine di Bergoglio si iscrive in tutta questa politica per la quale tutti quelli che lavorano socialmente con i poveri erano comunisti, sovversivi, terroristi»). Diversa la reazione di Estela de Carlotto, presidente dell’associazione Abuelas de Plaza de Mayo, storica associazione che cerca di restituire alle loro legittime famiglie i nipoti (oggi generalmente uomini e donne di circa 30/40 anni) che vennero sottratti appena nati alle loro madri prima di ucciderle o fatte sparire, che ha avuto parole molto dure rispetto alla nomina dell’ex cardinale Bergoglio come Papa.
L’Indro’ ha intervistato in esclusiva Graciela Rosenblum, presidente della Lega Argentina per i Diritti dell’Uomo (altro…)
Le complicità della Chiesa con la dittatura argentina
di Annalisa Melandri in esclusiva per L’Indro — 22 febbraio 2013
Una sentenza di un tribunale argentino della provincia de La Rioja, emessa a dicembre ma diffusa solo la settimana scorsa, con la quale si condannano all’ergastolo alcuni ex militari argentini per l’omicidio di due sacerdoti avvenuto nel 1976, parla esplicitamente di’complicità’ della Chiesa Cattolica, indicandola come ‘un’istituzione che mostrò in molte delle sue autorità silenzio, adesione e complicità con il processo della dittatura’.
Sono stati condannati per crimini contro l’umanità gli ex militari Luciano Benjamín Menéndez, che all’epoca era comandante del III Corpo dell’Esercito, Luis Fernando Estrella e Domingo Benito Vera. (altro…)
Alfonso Podlech: certificato di impunità made in Italy
“Su mio padre un processo politico”
A due settimane dalla sentenza di assoluzione di Alfonso Podlech, il “piccolo Pinochet”, accusato della sparizione di Omar Venturelli nell’ottobre del ‘73 e centinaia di altri prigionieri, la figlia Maria Paz parla della sentenza e della sua lotta personale contro l’impunità per i torturatori.
D. Quale sensazione ha provato lo scorso 11 luglio quando la 1^ Corte d’Assise di Roma ha pronunciato la sentenza di assoluzione per Alfonso Podlech per tutti i reati attinenti alla sparizione di suo padre Omar Venturelli?
P.V. Sono rimasta autenticamente scioccata perché quando ho ascoltato la sentenza, avendo assistito a tutte le udienze, mi sembrava che quella decisione appartenesse ad un altro procedimento. Sono rimasta immobile e subito dopo mi sono girata verso il pubblico ministero chiedendo “Cosa succede adesso? Viene liberato?” e lui guardandomi negli occhi mi ha detto “Si, è libero per sempre”. Lì ho capito l’ineluttabilità della cosa, al di là di qualsiasi appello, di qualsiasi atto da parte nostra, Podlech sarebbe partito all’indomani per il Cile, libero ed innocente. Tale è stato lo shock, da non potermi muovere concretamente dall’aula. A mente fredda nei giorni successivi, ho provato molta rabbia, ripensando al danno reale e non solo morale ed ideologico che è stato provocato, perché quest’uomo ritornato in Cile può già intimorire i testimoni che sono venuti al processo oltre ad aver ottenuto, da assassino torturatore, un certificato di impunità made in Italy, quindi il “massimo della credibilità”, visto che la decisione è stata emessa addirittura in Europa. (altro…)