Bertha Cáceres: E’ una lotta forte e pericolosa, ma degna, che rappresenta il retaggio che conserviamo di popolo ribelle

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Bertha Cáceres — Foto di Giorgio Trucchi /Opera Mundi

Lo scorso 24 maggio, mentre si stavano  recando nella zona del Río Blanco,  dove da quasi tre mesi  la popolazione indigena di etnia lenca della zona si trova in mobilitazione pacifica  contro  l’approvazione del progetto idroelettrico Agua Zarca, la dirigente del Copinh (Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras),  Bertha Cáceres[1] e il comunicatore Tomás Gomez,  furono arrestati – e rilasciati dopo 24 ore – nel corso di  un’operazione congiunta di esercito e polizia con l’accusa – falsa — di detenzione illegale di arma da fuoco.

Oltre all’evidente illegittimità della detenzione, effettuata senza ordine di cattura e con la costruzione di prove e testimonianze false contro Bertha, va ricordato che  sia la  dirigente indigena che altri membri del Copinh sono soggetti  dal 2009 alle misure cautelari di protezione emesse dalla Corte Interamericana dei Diritti Umani, a seguito delle numerose minacce di morte che hanno ricevuto fin dal colpo di Stato di quell’anno. (altro…)


Berta Cáceres: “La nuestra es una lucha digna”

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Berta Cáceres: La nuestra es una lucha digna que representa esta herencia que tenemos de pueblo rebelde

El 24 de mayo pasado, mientras viajaban en la zona de Río Blanco, donde desde hace casi tres meses los  indígenas de la etnia lenca de  la zona  se encuentran en  movilización pacífica contra el proyecto hidroeléctrico llamado Agua Zarca, la coordinadora del  Copinh (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras), Berta Cáceres y el comunicador Tomás Gómez, fueron detenidos — y puestos en libertad después de 24 horas — durante una operación conjunta de ejército y policía con la acusación   –falsa — de posesión ilegal de armas  de fuego.

Además de la evidente  ilegalidad  de la detención, llevada a cabo sin orden de arresto  y con la construcción de falsas pruebas y testimonios  en contra de Berta, hay que señalar que tanto la  líder indígena que otros miembros de Copinh desde el año 2009 están sujetos a las medidas cautelares de protección  dictadas por la Corte Interamericana de Protección de los Derechos Humanos (Cidh), como resultado de las múltiples amenazas de muerte recibidas desde el golpe de Estado de ese año.

El proyecto hidroeléctrico de Agua Zarca, financiado por el Banco Mundial y el Banco Centroamericano de Integración Económica, tiene como  objetivo el aprovechamiento de las aguas del río Gualcarque, en el noroeste del país, para la producción de aproximadamente 22 MW de energía.

La realización del proyecto, cuya aprobación se hizo sin consulta previa con las comunidades indígenas locales como lo exige la Convención 169 de la Organización Internacional del Trabajo de las Naciones Unidas (Oit), ha sido otorgada a la  compañía local Desa y a la empresa estatal china Sinohydro. (altro…)


Honduras e Palestina, protestano gli evangelici

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di Annalisa Melandri in esclusiva per L’ <a href=“http://www.l” onclick=“javascript:_gaq.push([’_trackEvent’,‘outbound-article’,‘http://www.l’]);“indro.it” target=“_blank”>Indro - 15 Maggio 2013

La decisione del governo dell’Honduras di avviare relazioni diplomatiche con la Palestina, a seguito della visita a Tegucigalpa del Ministro degli Affari Esteri palestinese Riyad al-Maliki, avvenuta la settimana scorsa, sembrerebbe che non sia stata bene accettata dai rappresentanti delle chiese evangeliche nel Paese. Al di là di valutazione strettamente politiche secondo le quali la decisione di stringere rapporti con la Palestina  potrebbe compromettere  gli ottimi  rapporti che intercorrono tra Honduras e Israele, altre analisi e critiche sono state fatte in senso puramente religioso, citando ipotetiche profezie che sarebbero contenute nella Bibbia, come ha fatto per esempio il presidente della Confraternita Evangelica dell’Honduras (CEH),  Alberto Solórzano, che ha dichiarato che «il mondo sarà testimone di come l’intero pianeta, […] si andrà allineando contro Israele, questa è una profezia fatta in funzione del fatto che l’unico popolo che starà con Israele sarà quello della Chiesa e questo scatenerà la venuta del Signore»(altro…)


Monocolture, agrocombustibili e repressione

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Milano, VENERDI’ 24 MAGGIO, ore 21.00
Presso PUNTO ROSSO – Libreria Les Mots
Via Guglielmo Pepe 14 (angolo Via Carmagnola, MM2 Garibaldi, uscita binario 20)MONOCOLTURE, AGROCOMBUSTIBILI E REPRESSIONE

Proiezione con presentazione e dibattito del Documentario “Bajo Aguán, grido per la terra
con:
GIORGIO TRUCCHI, corrispondente della Rel-Uita e collaboratore di Alba Sud
ANDREA DI STEFANO, direttore della rivista Valori
Introduce: Anna Camposampiero, Prc Milano

Bajo Aguán: el grito por la tierra
di Ernest Cañada (Spagna/Honduras 2012) 30′
una produzione Alba Sud — Rel Uita

“E’ un vero e proprio “grido per la terra” quello che si leva dalla valle del Bajo Aguán, una delle regioni più fertili dell’Honduras. La terra qui fa gola a tanti…”

L’agricoltura industriale si traduce in agrifinanziarizzazione, delocalizzazione, estensione della monocoltura e delle agro-energie, con perdita di terreno fertile. Porta con sé l’insicurezza alimentare, il land-grabbing, la privatizzazione e l’accaparramento delle risorse biologiche. In poche parole e in prospettiva: fame e guerre. Il Bajo Aguán, in Honduras, soffre da vari anni un conflitto provocato dalla perdita dell’accesso alla terra e dall’espansione delle piantagioni di palma africana, prodotto che ha visto una grande crescita della domanda internazionale. Dopo il colpo di Stato del 2009 contro il presidente Manuel Zelaya, il conflitto si è acutizzato e si è estesa la repressione contro il movimento contadino, in uno stato di totale impunità.

Organizzano: Ass. Italia-Nicaragua, Cica, C.s.a. Baraonda, Ass. La Comune Luigi Bottasini Onlus, Punto Rosso, Rifondazione Comunista Milano

 


Generale golpista corre alla presidenza dell’Honduras

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di Annalisa Melandri in esclusiva per l’Indro — 23 gennaio 2013

Romeo Vásquez Velásquez, ex militare, uno tra i principali protagonisti del colpo di Stato del 2009 in Honduras,  ha dichiarato domenica scorsa di aver accettato  la candidatura presidenziale per le prossime elezioni di  novembre propostagli dal suo partito, la Alianza Patriotica Hondureña. Il suo annuncio, ha scatenato un vespaio di polemiche  soprattutto negli ambienti progressisti legati all’ex presidente Manuel Zelayaperché l’ex generale Vásquez Velásquez all’epoca dei fatti Capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate,  fu colui il quale dette l’ordine, in seguito a pressioni ricevute dal Congresso,  di arrestare e cacciare dal paese — all’alba e in pigiama — il presidente legittimo Manuel Zelaya,  quel 28 giugno del 2009. (altro…)


Un intenso anno elettorale per l’America latina

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di Annalisa Melandri — per l’Indro* 4 gennaio 2012

Il 2013 appena iniziato si profila  un anno denso di appuntamenti elettorali per l’America latina. Si chiude invece il 2012, almeno per i venezuelani,  con molta  apprensione per le  condizioni di salute del presidente Hugo Chávez Frias,  che l’11 dicembre scorso è stato sottoposto  a Cuba ad un nuovo intervento chirurgico (il quarto in un anno e mezzo) per rimuovere una lesione cancerosa al colon.

Il decorso post’operatorio di quest’ultimo intervento appare notevolmente più complicato dei precedenti per una serie di gravi complicazioni, tanto da far circolare in queste ore alcune agenzie rispetto ad  un suo probabile ‘coma indotto’. Non è stato  tuttavia sufficiente l’intervista rilasciata il 1 gennaio scorso da l’Avana del vicepresidente Nicolás Maduro appena dopo il suo incontro con Chávez, nella quale afferma di averlo visto con una “forza gigantesca” a tranquillizzare i venezuelani simpatizzanti del presidente.    (altro…)


Honduras: un grido per la terra

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Una produzione sul conflitto agrario nella regione del Bajo Aguán. Che contrappone contadini trincerati a eserciti privati dei latifondisti
di Annalisa Melandri per l’Indro*
7 novembre 2012
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“Bajo Aguàn: Grito por la tierra” è il documentario realizzato da Alba Sud (associazionecatalana specializzata in ricerca e comunicazione per lo sviluppo) e dalla Rel-Uita (sezione latinoamericana del sindacato internazionale dei lavoratori del settore alimentario) sulconflitto agrario in Honduras.

La produzione è stata realizzata in collaborazione con il Movimento Mondiale dei Boschi Tropicali (WRM), con la FIAN internazionale (Fighting Hunger With Human Rights) e con ilCoordinamento delle Organizzazioni Popolari dell’Aguán (COPA) e vuole portare fuori dai confini del piccolo paese centroamericano, conosciuto in Italia probabilmente solo per una produzione televisiva di tutt’altro genere (l’Isola dei Famosi), “il conflitto agrario provocato dallo sviluppo delle grandi piantagioni di palma africana, dove il movimento contadino organizzato lotta per difendere il proprio diritto alla terra”.

Il documentario ha molteplici obiettivi, come ci spiega Giorgio Trucchi, corrispondente dellaRel-Uita in Centroamerica e collaboratore di Alba Sud, che dello stesso è produttore e realizzatore: “innanzitutto rompere il cerchio mediatico che si è creato sull’Honduras dopo il golpe, evidenziare i processi di concentrazione e accaparramento e stranierizzazione della terra per fomentare il modello delle monocoltivazioni in gran scala (in questo caso la palma africana) e la necessità di un cambiamento rispetto a tale modello, ma anche quello di far conoscere i processi di criminalizzazione della protesta e della lotta contadina nel BajoAguán e la violenza esercitata contro i settori organizzati della società”. (altro…)


Honduras: il lato oscuro delle città modello

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Lo stato centroamericano firma il primo contratto per la loro costruzione. Sono veramente la panacea di tutti i mali dei paesi in via di sviluppo? Assassinato l’avvocato Antonio Trejo, che aveva presentato ricorso contro il progetto delle ’aree modello’ e difensore delle comunità contadine

Aggiornamento: il presidente della Corte Suprema dell’Honduras ha convocato una riunione plenaria per il prossimo 17 ottobre per decidere rispetto alla costituzionalità o meno delle città modello dopo che una sentenza non all’unanimità  della Sala Costituzionale della Corte Suprema di Giustizia  ha dichiarato incostituzionale il progetto.

firma la petizione contro le città modello: http://www.avaaz.org/es/petition/NO_a_ley_RED_que_entrega_territorio_de_Honduras_a_extranjeros/

di Annalisa Melandri per L’Indro*
28 settembre 2012

Sono comunemente conosciute come ’città modello’ o ’città private’, il governo honduregno più tecnicamente le definisce invece Regiones Especiales de Desarrollo (RED) e cioè Regioni Speciali di Sviluppo, presentandole come “l’alternativa di richiamo di investimenti internazionali e di creazione di posti di lavoro più innovativa mai applicata da qualsiasi paese in America Latina negli ultimi anni”.

Il 4 settembre scorso, la Commissione per la Promozione del Partenariato Pubblico-Privato(Coalianza), statale, e dirigenti della compagnia statunitense NKG (rispetto alla quale tuttavia trapelano ben poche informazioni), hanno firmato il contratto per la costruzione della prima città modello nel paese. (altro…)


Berta Cáceres: attivista, femminista, ribelle “folle e sana”

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Berta Cáceres

di Annalisa Melandri

Berta Cáceres, attivista, femminista, ribelle “folle e sana nell’idea del superamento dei  limiti dell’immaginazione” come la descrive la militante e giornalista argentina Claudia Korol, è la cofondatrice e leader del COPINH , il  Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras. Appartiene all’etnia lenca[1], quella che maggiormente si oppose  alla dominazione spagnola in Honduras e che oggi continua in resistenza per la difesa del territorio e delle risorse naturali. Forse per questo o per essere figlia di una storica attivista del paese, Berta ha sangue ribelle nelle vene. Durante il colpo di S (altro…)


Berta Cáceres, activista, feminista, rebelde “loca y sana”

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Berta Cácerees

 

por Annalisa Melandri

Berta Cáceres, activista,  feminista, rebelde y “loca y sana a la hora de pensar como forzar los límites de la imaginación” como la describe la militante  y periodista argentina Claudia Korol,  es la cofundadora y líder del COPINH, el Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras. Pertenece  a la población lenca, la que más resistencia opuso a la dominación española en Honduras y  que hoy en día sigue en resistencia por la defensa del territorio y de los bienes naturales. Quizás sea por eso o por ser hija de una luchadora histórica del país, Berta  lleva la rebeldía en su sangre.  Durante el golpe de estado del junio 2009 ha sufrido persecución y cárcel. Es una luchadora incansable no solamente por los derechos de las poblaciones indígenas, también  por la defensa de los  derechos  humanos en su totalidad y es una de las representantes más reconocidas de la izquierda latinoamericana y del movimiento feminista. Ha recibido recientemente en  Alemania el premio “Shalom” otorgado cada año a “quienes luchan por la justicia y por la paz en el mundo y muchas veces arriesgan su vida a causa de su compromiso”.

Esta entrevista a Berta Cáceres ha sido realizada en Tocoa, Bajo Aguán  en febrero de 2012, a la víspera del Encuentro Internacional por los Derechos Humanos en solidaridad con Honduras.

 

 A.M. Berta, al ver los desafíos que tienen que enfrentar hoy en día  las  organizaciones indígenas en la sociedad moderna, estas  parecerían  ser el anillo  más débil de la cadena social.  ¿Cómo  viven los pueblos indígenas en Honduras en el 2012?

B.C. - ¡Yo no  diría  que somos débiles,  somos fuertes! A  pesar de 500 años de lucha,  (altro…)


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