Oaxaca, un anno dopo la APPO ancora sotto il tiro della polizia di Ulises Rúiz.

48 commenti

Policia de Ulises Ruiz

Da Oaxaca giungono segnali preoccupanti che mostrano chiaramente che,  nonostante le rassicurazioni del governatore dello Stato  Ulises Rúiz, la situazione è tutt’altro che tornata alla normalità dopo i tragici avvenimenti dell’anno scorso.
La lucha sigue, la lotta continua,  come concludono i numerosi messaggi che giungono dalla cittadina messicana.
Il 16 luglio, giornata conclusiva della Guelaguetza magisterial — Popular, (come è stata ribattezzata l’antica festività indigena della Guelaguetza l’anno scorso dalla APPO e dalla XXII sezione del Sindacato dei Lavoratori dell’Istruzione di Oaxaca), ci sono stati violentissimi scontri tra gli organizzatori della manifestazione folkloristica e diversi reparti della polizia agli ordini del governatore Rúiz e della Presidenza della Repubblica.
La Guelaguetza Popular è stata organizzata dalla Appo e dal sindacato dei maestri per distinguere la festa popolare indigena dalle celebrazioni governative e ufficiali che si terranno a Oaxaca per tutto il mese di luglio e che hanno conferito ormai da anni un aspetto commerciale e consumistico a questa festività che ha a che fare con le antiche tradizioni di solidarietà e partecipazione comunitaria tra le 16 diverse etnie indigene dello stato di Oaxaca.
Purtroppo, l’ultimo giorno dei festeggiamenti, ai circa 10 mila manifestanti era stato negato l’uso dell’auditorium del Cerro del Fortín, luogo di grande valore simbolico per la città. Dopo due giorni di festeggiamenti svoltisi pacificamente per le vie del centro con sfilate in abiti tradizionali e con balli e canti, lunedì alcuni organizzatori tuttavia, pur avendo optato per svolgere lo spettacolo finale nella Plaza della Danza, avevano deciso di protestare contro la polizia che aveva vietato l’uso del Cerro e che si trovava nelle sue vicinanze per presidiarlo.
Ne sono nati violenti scontri in cui le forze dell’ordine  hanno  fatto un uso massiccio di gas lacrimogeni, lancio di sassi   e manganellate contro gli organizzatori della manifestazione. Il bilancio è stato di circa 76 detenuti di cui alcuni minorenni, e quaranta feriti alcuni gravi.
E così mentre nel Cerro del Fortín tra lacrimogeni e pestaggi si recitava l’ultimo atto di quello che era uno spettacolo annunciato da tempo, nella Plaza della Danza, sotto una pioggia leggera, migliaia di persone assistevano agli spettacoli di ogni delegazione indigena con le offerte al pubblico della “Guelaguetza”: frutta, artigianato e prodotti tipici nella manifestazione più tipica della solidarietà tra persone, quella dell’offrire doni.
Il giorno dopo l’accaduto la APPO in una conferenza stampa ha denunciato che “gli scontri e l’organizzazione sono stati perfettamente programmati e ci sono stati militari vestiti da civili con abiti scuri che hanno iniziato l’aggressione, attaccando con gas, pietre e sparando”.
A gran voce ora vengono nuovamente richieste le dimissioni di Ulises Rúiz.
È trascorso un anno dallo sciopero dei quasi sessantamila maestri dello stato di Oaxaca, che il 24 maggio 2006, riuniti nello Zócalo cittadino chiedevano niente altro che uno stipendio adeguato al costo della vita e condizioni lavorative più degne.
La violenta repressione delle forze di polizia ordinata dal governatore Ulises Rúiz del 14 giugno 2006 e la mancata volontà del governo di giungere ad un accordo,  hanno  fatto sì che uno sciopero iniziato esclusivamente per rivendicazioni sindacali  si trasformasse in una vera e propria mobilitazione popolare.
La società civile tutta, giovani, contadini, militanti della Otra campaña zapatista, associazioni di indigeni e privati cittadini,  si riunì allora intorno ai maestri e in una comunione d’agire e di intenti e con una rapidità sorprendente dette vita alla APPO, (Asamblea Popular de los   Pueblos de Oaxaca)  risposta civile e organizzata alla  repressione violenta contro una categoria da sempre considerata in Messico dalla  popolazione con grande rispetto per il ruolo spesso preponderante nell’intermediazione culturale tra le comunità indigene e la nuova società.
Si chiesero a gran voce le dimissioni del governatore violento dello stato, Ulises Rúiz Ortz, ritenuto il principale responsabile della situazione. Dimissioni che non sarebbero mai arrivate..
Questi duri mesi sono costati ad Oaxaca una ventina di morti  e centinaia tra feriti e detenuti, tra i quali Flavio Sosa Villavicencio, leader della Appo ancora in carcere,   numerosi sono stati inoltre i casi registrati di gravi violazioni dei diritti umani, come la tortura e la violenza sessuale.
Intanto, è notizia recente, il giudice Juan N. Silva Meza della Corte Suprema di Giustizia Messicana proponendo formalmente alla corte l’avvio di indagini nello stato di Oaxaca per le numerose violazioni dei diritti umani, come da resoconto della Commissione Nazionale per i Diritti Umani nonché da numerosi osservatori internazionali, ha detto che “le autorità federali, statali e municipali hanno violato gravemente le garanzie individuali nello stato di Oaxaca nel periodo che va dal 2 giugno al 31 gennaio scorso”.
Oaxaca rappresenta in questo momento il punto focale indicativo della direzione che prenderà il paese nei prossimi mesi, anche se ormai è ben chiaro che la svolta repressiva impressa dal governo del presidente Felipe Calderón sta già dando i suoi frutti.
Con una campagna mediatica puntigliosa, di quelle che di solito in Messico e in tutto il Sud America accompagnano episodi così gravi della violazione dei diritti umani e dello smantellamento improvviso dello stato di diritto, si stava cercando di far passare l’idea che la APPO si trovasse in un momento di difficoltà nell’indecisione sulla strategia da seguire,  ma questo nuovo tragico episodio e la risposta comune che ne è seguita hanno dimostrato che la sua forza di coesione tra le varie realtà sociali è ancora forte.
Soprattutto intorno alla APPO si vanno manifestando giorno dopo giorno sempre maggior  fiducia e rispetto da parte della popolazione. Hanno giocato particolarmente a favore della credibilità della APPO, dimostrando chiaramente la persecuzione a cui sono stati sottoposti i suoi membri un anno fa, le scarcerazioni che stanno avvenendo in massa delle centinaia di persone che erano state detenute e condotte nelle carceri di massima sicurezza con le accuse più gravi e senza motivazioni legittime.
Flavio Sosa, leader e portavoce principale della APPO, resta ancora nel carcere di massima sicurezza del Altiplano, probabilmente a mò di monito per chi dovesse seguirne l’esempio, dove per circa sei mesi è stato rinchiuso in una piccolissima cella con la luce accesa 24 ore al giorno e svegliato continuamente ogni ora.
Occorre poi riflettere sul particolare momento in cui è avvenuta questa nuova controffensiva verso la APPO.
A Oaxaca infatti, il prossimo 5 agosto ci saranno le elezioni per scegliere  42 deputati locali.
Probabilmente in un governo molto debole che riesce ad avere potere solo tramite l’uso della forza fa molta paura un movimento sociale, che sebbene non contempli la scena politica come luogo di agire, acquista sempre più maggior vigore e credibilità.
Si dice che la repressione contro la APPO sia stata una delle più violente che la storia del Messico moderno ricordi.
Probabilmente la APPO fa ancora più paura di Marcos e della Otra Campaña,   mentre questa si rivolgeva essenzialmente alle popolazioni indigene e contadine particolarmente del Sud del Messico, e aveva per lo più valenze “comunitarie” (e forse questa è stata la sua forza di immagine iniziale ma anche il suo limite) la APPO si ramifica anche nella cosiddetta società civile raccogliendo consensi anche fra comuni cittadini, dimostrandosi in questo senso potente come una forza politica. La APPO fa ancora più paura della Otra Campaña in un momento in cui si vocifera di un Marcos sempre più isolato in giro per il Messico e di una Otra in pausa di riflessione.
La Asamblea  ha invece chiaramente espresso, con voce unitaria la sua sfiducia nella politica, ha ribadito il suo essere movimento popolare dal basso, democratico e indipendente dallo Stato e dai palazzi.
Il PRI a Oaxaca d’altra parte ha fatto di tutto per escludere la partecipazione alla politica alle persone vicine alla APPO e al movimento sociale di Oaxaca e per far questo ha addirittura candidato figure vicine a Ulises Rúiz.
Probabilmente l’aggressione del 16 luglio non è altro che una manovra politica per indebolire un avversario che sta diventando  troppo scomodo.
Su una cosa probabilmente ha ragione Marcos, ed è quando dice che “il Messico si trasformerà in una pentola a pressione ed esploderà”. Egli prevede questo per il 2010, esattamente 100 anni dopo la rivoluzione messicana, ma potrebbe accadere anche prima.
 
.…
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    filomeno ha detto:

    OT, che novità ci sono su Marcos e l’ OTRA ?

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    walter ha detto:

    grazie Annalisa,
    per fortuna ci siete tu, Antonio Pagliula e pochi altri ad informare e riferire le notizie da Oaxaca.

    La APPO vive, la lucha sigue

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    Anonimo ha detto:

    Sono nuovo di questo sito, sono andata a fare una carrellata dei blog linkati e tra i molti interessanti ne ho trovato uno che mi ha lasciato agghiacciata. Si chiama Nuova Colombia, un inno alla violenza e al terrorismo mal camuffato, così mal camuffato da far pensare a uno scherzo. E’ uno scherzo? Se non lo è rettifico completamente la mia opinione su di lei, la qual cosa non impedirà né all’uno né all’altra di dormire. Però una domanda gliela devo fare. Davero lei pensa che un sito del genere possa in qualche modo essere funzionale alla corretta informazione sull’America Latina? A suo avviso questa è informazione costruttiva? Le invio il link.
    http://www.nuovacolombia.net

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    Anonimo ha detto:

    sono una donna, ho scritto in fretta e mi è sfuggito qualche o al posto della a.

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    Annalisa ha detto:

    @Anonimo/a, potrei dirti che l’unica violenza che si trova su Nuova Colombia è quella che racconta dei massacri paramilitari e della politica di Uribe, ma sarebbe anche fin troppo scontato. Nuova Colombia è il sito portavoce delle FARC e non ci trovo nulla di agghiacciante se consideriamo, come io reputo sia, l’opposizione delle FARC un’opposizione politica e non terroristica come fa il presidente colombiano, se consideriamo che in Colombia c’è da 50 anni una guerra civile in corso, in cui non lo metto in dubbio gravi responsabilità stanno da entrambe le parti. Credo che siano ben altre le cose che dovrebbero agghiacciarci che non un link che riporta solamente l’altra voce della guerra civile in corso. Ripeto con tutto il carico di errori e violenze che comporta una guerra civile, che il governo colombiano fa finta di ignorare ma che la comunità internazionale forse sta iniziando a comprendere.

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    Maurizia G. ha detto:

    Meno male che se ne sta accorgendo la comunità internazionale, visto che i colombiani non se ne sono accorti. Stando alla rivista Semana che lei mi pare ben conosca, il 95 per cento dei colombiani ha una pessima opinione delle Farc, e lo stesso settimanale si è chiesto in altre occasioni (se vuole le invio il link) come mai in Europa l’atteggiamento nel confronti di quell’organizzazione sia così meno severo.
    Quanto all’opposizione politica, lei definisce a questo modo il sequestro di civili e non, per anni, strappandoli ai propri cari e spesso uccidendoli? A lei sembra davvero che questa sia un’opposizione politica? Vuole dire che se io dichiaro guerra allo stato (qualunque stato sia) e mi metto ad ammazzare la gente questa è una guerra civile e ho il diritto di massacrare innocenti? E lei mi dirà che gli “ostaggi” sono solo poliziotti e soldati, o in gran parte. Ma non è vero. I soldati e i poliziotti sono gli ostaggi privilegiati, sono la merce di scambio, e quindi potranno rientrare in futuro nello scambio umanitario. Ma i civili no, e non sono sempre ricconi (quindi meritevoli di morire), sono anche poveracci. Conosco contadini e ne conoscerò anche lei che hanno congiunti sequestrati da anni, probabilmente sono morti. E si tratta di quegli stessi diseredati che lei afferma, nel suo blog, di volere salvare.

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    Maurizia ha detto:

    Mi amareggia vedere una persona che dice di essere animata di buoni sentimenti, difendere l’omicidio (va da sé, quando è necessario.….) e gli orrori quando arrivano dalla parte che le è comoda. Lei è così carica di odio e priva di compassione (mi era sembrato il contrario, avendola incrociata in passato su altri blog), che il travestimento da paladina dei diritti umani è per questo ancora più deludente e scoraggiante. In generale la compassione (intesa come pietas non necessariamente cristiana), se uno ce l’ha realmente, dovrebbe essere rivolta verso tutti gli esseri umani, ma nel suo caso è rigorosamente selettiva. Infatti quei poveracci che hanno la sf**a di essere fatti fuori dalle Farc non sono meritevoli di compassione. Chi se ne frega. Io le consiglierei di farsi un esamino di coscienza prima di raccontarci che lei combatte per la verità e la giustizia. Se non facesse rabbrividere, farebbe ridere.

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    Reynamiranda ha detto:

    Non devo difendere Annalisa che si difende benissimo da sola. Ma a me amareggia un’altra cosa.

    Amareggia che si usino due pesi e due misure, e che le violenze dello stato vengano sempre messe nell’ombra. Di fronte ad uno stato che rapisce, stupra, ammazza, usa i paramilitari, come dovrebbero difendersi i contadini?

    Credo che le FARC siano antistoriche e non voglio difenderle, ma che è successo quando l’Unione Patriottica? Sono stati tutti sterminati fino ad obbligarli a tornare nella selva.

    Le FARC in questi decenni hanno fatto errori e crimini, ma è e resta sempre una piccolezza di fronte alla violenza dello stato colombiano. Tutte le guerriglie hanno fatto errori e crimini, ma di fronte al genocidio…

    Mi dispiace, sei tu Maurizia che non hai compassione.

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    Annalisa ha detto:

    Fa ridere la sua invettiva piuttosto scontata, cara Maurizia, dal momento che nella mia risposta per ben due volte ho precisato che “errori e violenze” stanno da entrambe le parti. E non ci trovo niente di cui ironizzare sul fatto che se ne sta accorgendo la comunità internazionale ma non i colombiani, anzi dovrebbe far riflettere eccome, sicuramente non è perchè fuori dalla Colombia sono tutti simpatizzanti delle FARC.…i motivi forse sono altri.

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    Anonimo ha detto:

    Concordo con Maurizia e l’anonima: veramente da brivido…Uribe non sara’ la risposta ai problemi della Colombia ma provate ad immaginare se il potere dovesse cadere in mano a Reyes & co…E’ come immaginare l’Italia in mano ai Senzani ed ai Moretti…Chissa’ perche’ in questo sito mai un accenno a Iran,Corea del Nord,Siria…in nome dell’ antiamericanismo si perdona tutto… poi mai una parola sulle dittature di sinistra.Nel 1992 votai PRC ma ne sono profondamente pentito.

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    Maurizia G. ha detto:

    Ok Annalisa, dunque riassumendo: i colombiani non vogliono Reyes al potere perché sono degli idioti e non hanno capito niente, ma noi europei che invece capiamo tutto li conviceremo, dopo esserci convinti, che Reyes al potere è una fortuna. Non le sembra una presunzione molto occidentale? Non pensa che si un pochini giusto un pochino razzista pterendere di insegnare loro quale è il governo migliore per loro? A Reynamiranda: immagino che lei conosca bene i dati sulle violenze inflitte ai contadini dalle Farc e dai paracos. la vedo anche molto ferrata sul significato della parola genocidio. Con Annalisa concordo su un punto: no, non c’è proprio nulla da ironizzare.

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    M. ha detto:

    Per Anonimo: anche Prc sta cambiando, per fortuna, dunque non si penta.

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    Annalisa ha detto:

    Beh comunque sia di fantasia ne avete, credo che nemmeno le stesse Farc si immaginano ormai più al potere, voi avete già fatto Reyes presidente, una curiosità perchè non Tirofijo? Loro, i Colombiani, lo saprebbero benissimo cara Maurizia che governo darsi, peccato che tra paramilitarismo, brogli e motoseghe non ci riescano. Quando ci stavano provando con Unidad Patriotica, come ricorda Reynamiranda,sono stati sistematicamente eliminati, 3200, un morto ogni 19 ore per 7 anni. E a dare degli idioti ai Colombiani è stata lei, non mi permetterei mai, nemmeno per scherzo.

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    In un paese come la Colombia, parlare di sondaggi e opinioni comuni credo che sia alquanto fuorviante…
    Per ottenere un dato come il 95%, che una volata si definiva bulgaro, si dovrebbe pensare che ne restino fuori solo i guerriglieri stessi e forse qualche loro familiare, ma questo farebbe dubitare sulla capacità delle due formazioni principali di controllare quasi il 40% del territorio colombiano, e non si comprenderebbe il massiccio intervento nordamericano per combattere i guerriglieri: perchè dovrebbe fare tanta paura questi quattro terroristi senza seguito popolare…
    Molto spesso le file della guerriglia vengono continuamente rinforzate da tutti quei ragazzi e ragazze che lavorano nella società per i diritti umani e per il sociale, ma impossibilitate a lavorare per minacce, sabotaggi e violenze, scelgono l’unica via per lottare e sopravvivere: “me voy al monte” e se ne vanno ad arruolarsi nelle file della guerriglia…
    Molti sono ex sindacalisti e voglio ricordare che la categoria conta circa un morto alla settimana, i giornalisti circa uno al mese come gli operatori sociali…

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    se dovessi fare riferimento a persone casualmente conoscute in alcune chat
    colombiane, il mio personale sondaggio direbbe che i colombiani sono al 100% contro le guerriglie.
    Ma chi possiede un computer in Colombia?
    E chi si può permettere internet in Colombia?
    E chi ha coraggio di parlarne apertamente in chat in Colombia?

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    monique camus ha detto:

    El gobierno ilegitimo de Felipe Calderón y la frágil gubernatura de Ulises Ruiz arremeten nuevamente contra la APPO y sus simpatizantes, en una guerra sucia manejada por intereses políticos y económicos, creando una sociedad dividida entre los ricos y pobres de Oaxaca.
    Nuevamente la tierra de Juárez está militarizada por la polícia municipal, federal y el ejército, desestabilizando una de las economías más pobres de México. Intereses partidistas del PRI y el PAN negocian a espaldas del pueblo la caída de APPO y el magisterio.

    Un saludo fuerte desde México.
    Monique.

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    M.G. ha detto:

    Caro Paolo, che dire? Di fronte a dichiarazioni cosi sicure e perentorie non mi resta che ritirarmi augurandole buone vacanze e facendole i miei complimenti. Già, perché lei che presumibilmente in Colombia non ci è mai stato, ha capito di quel Paese piu di me che ci sono nata (mia madre è colombiana e metà della mia famiglia vive tuttora a Cali) ed i miei numerosi amici e parenti che in quel Paese vivono e lavorano (nessuno di loro è, le garantisco, estrato seis e meno che meno uribista).
    A una parte di loro (il resto ha ben altto da fare) ho inviato la frase sui giovani colombiani che se ne vanno “al monte” perché non riescono a lavorare sui diritti sociali e civili, debitamente tradotta. Chissà che non capiscano finalmente quello che a lei è cosi chiaro. O che, nel peggiore dei casi, non ne traggano spunto per scrivere un raccontino di fantascienza.
    Credo sia inutile augurarle di fare un viaggetto serio in Colombia. Ho come l’impressione che sarebbe lei a insegnare ai miei conterranei quello che devono pensare. Il problema è che i colombiani non sono condiscendenti come i cubani, hanno un orgoglio maledetto e non nutrono una gran simpatia per i grilli parlanti che arrivano dall’Europa.

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    Maurizia ha detto:

    Dimenticavo: il 95 per cento, una percentuale bulgara, è comunque di quattro punti percentuale inferiore al 99 per cento di consenso che Castro sbandiera regolarmente come risultato dei suoi liberissimi sondaggi. E lei, mi creda, proprio non sa nulla della Colombia se crede che si finisca in galera per rispondere liberamente a sondaggi come questi.…..

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    Anonimo ha detto:

    Rossignoli,prova ad andare in qualsiasi citta’ colombiana,anche piccola e vedrai quanti internet-point ci sono…al costo medio di 1000 pesos (circa 30 centesimi di euro) la ora…sono sempre pieni!Forse non avranno voglia di parlare con te di guerriglia o di paramilitarismo perche’ in un paese dove c’e’ tanta violenza,probabilmente vogliono pensare ad altro,tendono ad esorcizzare.Ti ricordo che in Colombia al momento non esiste nessun vinto,ne’ vincitore…come in tutti i conflitti e che a volte gli stessi sindacalisti di cui tu parli sono veri campioni di propaganda,al pari del governo.Ci sono stati casi di sindacalisti che hanno finto di essere stati sequestrati per mettere in cattiva luce il governo.Altri fanno la bella vita con la scorta fornitagli dallo stato e non perdono occasione per insultare ogni volta il governo che gli brinda protezione…o altri che vanno a Cuba o in Venezuela a reunirsi con i guerriglieri,con i biglietti aerei pagati dallo stato…Quindi Rossignoli,ti consiglio un viaggio qua in Colombia e vedrai che come sempre la verita’ sta nel mezzo.

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    Spett. Anonimo, non si può andare in tutti i paesi del mondo, come non si possono rivendicare verità solamente per esserci nati… altrimenti potrei rivendicare la mia contrarietà al Berlusca solo perchè sono nato in Italia, e dire a tutti i colombiani che lo ammirano che non possono comprendere…
    Alcuni anni fa ho intervistato un ex sindaco di una cittadina colombiana, a cui, i suoi buoni governanti hanno fatto saltare la sua auto con lui dentro… è riuscito a sopravvivere e fuggire in europa… ancora oggi non posso rivelare la sua identità e i luoghi..
    Ho molti amici colombiani, rispetto il popolo colombiano anche per quello che deve subire, non mi parli di orgoglio e condiscendenza confrontando i popoli cubani e i colombiani, per favore che centra, non sarai il palumbo/ciai…
    Un mio autore colombiano vive in Francia, per aver scritto qualcosa che non andava ai suoi democratici amici…
    Vede in europa molti colombiani ottengono lo status di perseguitato politico, mentre di cubani, con tutta la propaganda nordamericana avversa, non c è nessuno che la ottiene… Si vede che gli rode dentro visto che immmediatamente ha voluto comparare con Cuba la colombia, solamente perchè è avverso alla politica cubana e non perchè tiene a cuore il popolo colombiano, mentre io parlavo solo di umanità…
    Lei interviene, se lo può permettere… altro che internet cafè… i poveri della colombia devono pensare a sopravvivere… chi crede di incantare…
    internet a 1000 pesos hora?
    a parte che il vero prezzo pro medio si aggira su 2000 pesos per ora, e dire che con un salario promedio di 400.000, circa 200 USD — al cambio 145 euro ci si può permettere di chattare con gli europei…
    Questo vale quando c’è un lavoro, visto la disoccupazione al 17%, quasi uno su cinque… Ci sono poi da contare 2.5 milioni di minori che lavorano clande

  21. avatar
    Paolo Rossignoli ha detto:

    Internet a 1000 pesos hora?
    a parte che il vero prezzo pro medio si aggira su 2000 pesos per ora, e dire che con un salario promedio di 400.000, circa 200 USD — al cambio 145 euro.
    Chi si può permettere di chattare con gli europei?
    Questo vale quando c’è un lavoro, visto la disoccupazione al 17%, quasi uno su cinque… Ci sono poi da contare 2.5 milioni di minori che lavorano clandestinamente, di cui 100.000 in miniera e 25.000 nella prostituzione.
    Viene calcolato che il salario minimo tra i lavoratori “in regola” viene rispettato solamente al 60%.
    Vuole che cominciamo a comparerare veramente Cuba e Colombia?

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    M. ha detto:

    Buone vacanze grillo parlante. Si riguardi.

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    M. ha detto:

    a proposito, c’entra si scrive con l’apostrofo e non centra come ha scritto lei nel suo post. E lei sarebbe un editore o uno che “intervista”? Siamo messi bene.…..

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    Anonimo ha detto:

    Rossignoli,non voglio entrare in polemiche sterili ed inutili con lei,tantomeno sui prezzi di internet in Colombia.Non ho mai accennato alla comparazione di Cuba con la Colombia,ne’ mi interessa anche perche’ entreremmo in un circolo vizioso dove in alcuni aspetti vincerebbe la sua Cuba,per altri la Colombia.Quindi se lei si sente nel giusto e leggitimato dal suo appoggio a Castro ‚puo’ andare in giro a sbandierare i suoi stendardi di giustizia sociale…vediamo chi riuscira’ ad incantare lei.

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    Anonimo 2 o 3 ha detto:

    be io pero eviterei di parlare dei salari a cuba come se fossero dei salari modello, che ne dice? e pure su internet stenderi un pietosissimo velo, o no? che poi mi tocca andare a controllare e ne sono un altro anonimo, anonimo 2 o 3.…..

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    Vede, prfessoressa mi sono permesso di studiare solamente tre anni d’istituto professionale dopo le scuole dell’obbligo.
    In terza media sono stato promosso pur non conoscendo bene la lingua italiana perchè “tanto dovevo fare l’operaio”, cosa che ho dignitosamente fatto per più di 10 anni, poi ho aperto una tipografia e alla fine sono diventato editore… lo sono diventato non perchè illuminato filosofo dalle spiccate capacità linguistiche, ma spinto dalla passione per una informazione corretta, per dar voce ai più deboli come senso di giustizia.
    Ancora adesso posso commette errori, magari solamente di tastiera, a volte scrivo anche “propio” (errore amplificato avendo imparato anche lo spagnolo), l’acca del verbo avere quella non la sbaglio quasi più… mentre a volte, per veri problemi di dizione, inverto la D con T…
    Tutto questo per dirle che non saranno piccoli errori grammaticali o di sintassi che mi faranno stare zitto, le assicuro che continuerò a controbattere tutti gli interventi faziosi, superficiali e non corretti, anche se scritti in perfetto italiano da chicchessia.
    buone vacanze anche a lei “M.”

  27. avatar
    Paolo Rossignoli ha detto:

    anonimo 2 o 3, per risolvere il tuo dilemma basterebbe mettere il proprio nome..
    comunque tempo permettendo sono a disposizione per qualsiasi discussione, che siano però supportate da elementi e
    non strettamente legate a opinioni personali.

  28. avatar
    Doppiafila ha detto:

    Mi fa piacere vedere che si parla e si discute di Colombia; un po’ meno constatare che i toni si accendono molto e molto rapidamente, fino agli insulti semi-personali ed alle accuse di non avere cuore, di non saper scrivere, eccetera.
    La discussione sul carattere politico o terrorista delle FARC é molto importante. A mio parere, hanno ormai molto poco di “politico”, nel senso che se si presentassero come partito non raccoglierebbero grandi consensi nelle città colombiane (dove vive il 75% della gente e risiede il 90% del poco voto d’opinione). La battaglia delle FARC — della quale ignoro le prime fasi, lo confesso — oggi pare persa contro la demografia… Quanto al terrorismo, é indubbio che le FARC attacchino la popolazione civile ed usino pratiche come il sequestro; certo non sono un gruppo “solo” terrorista, così come lo Stato colombiano appoggia le stesse pratiche è non si può definire uno stato “solo” terrorista.
    A voler riassumere, non metterei il link di Colombia Nuova sul mio sito — ed infatti non l’ho messo.
    Saluti, Doppiafila

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    Annalisa ha detto:

    Più che di libero accesso o meno a internet e comunque concordo con Paolo, quanti hanno accesso a internet? quanti hanno un computer, quanti lo sanno usare? e sono rappresentativi della totalità del popolo colombiano?(non credo proprio) parlerei dell’onnipresenza di Uribe e del potere sui media colombiani. E’ indicativo il fatto che non ho mai sentito un colombiano appoggiare Chavez, almeno quelli incontrati nelle chat. Anche il più antiuribista è antichavista. L’autore colombiano che vive in Francia, Paolo è un grandissimo autore, perchè non citarlo? Ti riferisci a Hernando Calvo Ospina? Quando mi riferisco all’opposizione delle Farc come a un’opposizione politica, mi riferisco particolarmente alle loro rivendicazioni, ovviamente non ai metodi con cui vengono portate avanti. Sicuramente se si presentassero come partito politico non raccoglierebbero grandi consensi e questo mi sembra piuttosto ovvio. La discesa delle FARC in politica è assolutamente impensabile perchè in Colombia c’è una guerra in corso e anche solo ipotizzarla mi sembra banale. D’altra parte quando i tempi erano maturi per questo, nel 1984, si sa bene cosa poi è successo. E’ sbagliato e poco corretto secondo me giudicare le Farc relativamente al presente, e non guardare indietro negli anni. Con questo non sto giustificando nulla, ma la violenza a un certo punto si incancrenisce e diventa un circolo vizioso, diventa percorso storico. E’ triste dirlo ma è così. E’ triste dire che se non si risolvono i problemi dei contadini, della povera gente, ci saranno sempre coloro i quali “se van al monte” come dice Paolo, possiamo dire che questo governo come quelli che ci sono stati ha interesse a risolvere questi problemi? Perchè è più facile accettare un presidente e tutta una classe politica che governano con terrorismo e non parte di un popolo al quale non è rimasto altro mezzo che risp

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    Annalisa ha detto:

    rimasto altro mezzo che rispondere probabilmente con gli stessi metodi. Siccome poi credo che i partecipanti al dibattito bene o male conoscano tutti lo spagnolo e non avendo tempo per tradurlo, credo che troverete il prossimo post molto interessante.

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    Annalisa ha detto:

    Dimenticavo, per l’anonimo M. devo dire che rispondere a un intervento come quello di Rossignoli facendogli notare unicamente l’uso dell’accento o dell’apostrofo che sia è veramente indice di ignoranza (nel senso di cafonaggine) oltre che di bassezza morale.

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    M (Maurizia). ha detto:

    Analisa, questi giochini da madonnina infilzata me li risparmi, please. Da una che considera l’omicidio (delle Farc, ovvio) come reazione comprensibile a una ingiustizia non accetto prediche. Il mio a Rossignoli era ovviamente un colpo basso ed era altrettanto giustificato da un comportamento ingiusto (la insopportabile abitudine a bacchettare chiunque del professor Grillo). Quanto alla richiesta di ribattere alle sue argomentazioni, mi spiegherebbe quali sono? L’elenco diligente delle ingiustizie in Colombia lo conosco fin troppo lema è come risolverle, quelle ingiustizie. Su questo non siamo d’accordo, io e il Grillo. E da qui in poi, sfortunatamente per lui, si tratta solo di opinioni. Perché dimostrare scientificamente che le Farc hanno ragione e i contadini colombiani che li odiamo hanno torto richierebbe almeno tutta l’estate. E mi auguro che Grillo abbia di meglio da fare.

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    Maurizia (M) ha detto:

    è saltata una frase: “il problema è come risolverle, quelle ingiustizie”, a metà post. Rossignoli, sia ben chiaro: non me ne frega niente di come uno scrive c’entra, per me può scriverlo pure con due t e tre r, e quanto all’operaio, massimo rispetto ma ho fatto una vita dura anche io.

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    Anonimo ha detto:

    Cara Maurizia… che tutti i campesinos colombiani provino odio verso le FARC-EP
    (dicitura corretta aggiungendo EP come Esercito del Popolo)è una sua opinione, ci sono interi municipi, nella selva, amministrati dalle FARC-EP che godono privilegi che molti altri municipi nemmeno possono sognare, scuole, ospedali, raccolti comunitari, trasporti garantiti, e su questo posso portare testimonianze dirette, non opinioni… è vero invece che non godono di molta popolarità nelle città, dove la forte presenza della propaganda mediatica del governo e il repressivo controllo poliziesco dei quartieri induce molte persone ad orientarsi contro le lotte della guerriglia…
    Pensare Poi, che in un paese come la Colombia, si riesca a fare chiarezza su chi sia che uccide, mette le bombe, crea posti di blocco, ecc. è straordinariamente sbalorditivo… tenendo conto che in Italia, paese liberale e democratico, non si è fatto ancora chiarezza su molte stragi, figuriamoci cosa può succedere in Colombia.
    Maurizia, io non ho certezze, anzi ho proprio molti dubbi su quello che mi raccontano sulla Colombia…

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    l’anonimo precedente sono io.. Paolo Rossignoli.

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    Maurizia ha detto:

    Caro Paolo, è indubbio che il dietro le quinte di molti stragi sia destinato a restare ignoto, ahimé, però è vero che le cose in Colombia stanno lentamente cambiando, almeno di questo mi dia atto, per quel che riguarda l’integrità di almeno una parte della magistratura e quindi la possibilità di appurare le responsabilità. Questo vuol dire che l’omertà e la collusione pesante e inaccettabile di qualche anno fa sembra — sembra dico — promettere di diradarsi almeno un pochino. Il procuratore capo Mario Iguaran sembra — ripeto sembra — una persona molto integra, e così molti altri. Detto questo, non creda che io sia così convinta che a buttare la bomba all’Università siano state le Farc. La do al 50 e 50.
    Meno d’accordo sono sul fatto delle encleve della guerriglia come isole felici. In primo luogo perché sono molto poche, quindi non particolarmente rappresentative. E poi perché le mie fonti mi parlano di una adesione non propio spontanea da parte dei contadini e di vessazioni continue dei guerriglieri i cui metodi sono altrettanto autoritari di quelli di un esercito invasore, informazioni alle quali non ho motivo di non dare credito per le persone da cui provengono.

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    Anonimo ha detto:

    ho scritto propio anziché proprio.

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    Maurizia ha detto:

    Una ultima cosa vorrei dire a Paolo e Annalisa. I ragazzini non vanno “al monte” per particolari ragioni politico-ideologiche. Ci vanno per una marea di altri motivi che sono quasi gli stessi che portano altrettanti ragazzini delle stessa età e condizione socio-economica ad arruolarsi nelle Autodefensa: in generale per sfuggire alla miseria, altre volte per vendicare un familiare ucciso dall’altra parte, oppure per scappare da un padre violento o a una famiglia disastrata, per trovare un “gruppo”. Queste cose in Colombia le sanno tutti, mi meraviglio che siano sfuggite ad Annalisa Melandri che ci ha vissuto, mi pare di capire. Non mettiamoci il carico da novanta delle nostre pippe.…..

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    Annalisa ha detto:

    “E’ triste dire che se non si risolvono i problemi dei contadini, della povera gente, ci saranno sempre coloro i quali “se van al monte”…” Secondo lei cara Maurizia cosa volevo dire?

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    quevaina... ha detto:

    Ma questa tal “Maurizia” da chi è pagata?
    Si riempie la bocca di starnazzi uribisti, molto simili a quelli che nei commenti agli articoli su El Tiempo scrivono gli untori dei servizi segreti colombiani preposti alla guerra psicologica.

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    Ass. Nuova Colombia ha detto:

    Agghiaccianti sono lo sterminio dell’Unión Patriotica, le 2000 fosse comuni in Colombia con i resti dei massacrati dal paramilitarismo di Stato, un presidente narco-mafioso come Uribe, le fumigazioni col glifosato della Monsanto sulla biodiversità e sulle teste della gente.
    Aggiacciante è strapparsi le vesti per i mafiosi, papponi, politicanti, sbirri e milicos di ogni risma che la guerriglia arresta; una guerriglia che è uno Stato parallelo, e non un manipolo di quattro pellegrini, e che quindi esercita autorità.
    E poi, oltre alla guerriglia ci sono molte altre espressioni di lotta: gli studenti che mettono a ferro e fuoco diverse città in scontri furibondi con gli antisommossa dell’Uribestia, i contadini ed indigeni che occupano latifondi e combattono con pietre e machetes, le popolazioni rurali che (come avvenuto recentemente nel Santander) appiccano il fuoco alle stazioni di polizia perchè vi si rifugiano noti paramilitari dopo aver assassinato impunemente gente del posto, i trasportatori che distruggono a martellate i caselli-capestro imposti vergognosamente dalla mafia politiquera.
    Non diciamo menzogne: in Colombia è in atto uno scontro di vaste proporzioni, e sempre più colombiani, asfissiati dal fascismo uribista, si lanciano alla lotta. Chiedetelo alle centinaia di migliaia di lavoratori della sanità, dell’istruzione, del settore pubblico come di quello privato, che si mobilitano contro il Plan de Desarrollo, il Trattato di Libero Commercio, la difesa dei diritti sindacali.
    Il resto è aria fritta, tanto più nausebonda quanto più è in malafede.

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    Ass. Nuova Colombia ha detto:

    Infine, una precisazione per tutti: il sito di Nuova Colombia non è un sito delle FARC; è il sito di un’associazione nazionale, composta da italiani internazionalisti come da colombiani e latinoamericani, che da quasi un decennio si è costituita in solidarietà con le lotte sociali, politiche e popolari del popolo colombiano. Riconosciamo le FARC come espressione del movimento popolare in Colombia, e come tale un soggetto importante nella lotta di liberazione nazionale e sociale. Ma ciò non significa che siamo la stessa cosa.
    La nostra Associazione si è sempre battuta per rafforzare, estendere e far crescere il movimento internazionale di sostegno ad una soluzione politica del conflitto sociale ed armato colombiano.
    Siamo convinti che la pace con giustizia sociale possa essere costruita, superando il conflitto armato, a patto che le causa che l’hanno storicamete generato siano rimosse.

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    Annalisa ha detto:

    Ringrazio l’Ass. Nuova Colombia per le notizie e le importanti precisazioni, anche quelle relative al loro sito.

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    Maurizia ha detto:

    Seriamente per Nuova Colombia: sarebbe interessante aprofondire ma per farlo dovrei ricorrere a situazioni e persone di cui preferisco non parlare per email. Spero ci sia occasione per un confronto/scontro (verbale, ovvio ; - ), personalmente non ho paura degli scontri verbali duri (mi fanno molta più paura le madonnine infilzate). Un chiarimnto per tutti: mi pare eidente che condannare le Farc non significa assolvere i paramilitari né parteggiare per il governo Uribe. Ma per molti l’alternativa è inevitabile.

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    Maurizia ha detto:

    Volevo dire che per molte persone condannare l’uno significa automaticamente assolvere l’altro. E’ un discorso che viene fatto anche dall’altra parte, ovviamente invertito.
    Per queivina: chi mi paga? Cia, multinazionali (tutte), governo Usa, Uribe, Fondo Monetario e Mossad. Anche Saramago.

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    M ha detto:

    rettifico gli errori di battitura, erano approfondire ed evidente…

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    anonima ha detto:

    molto interessante questo sito volevo sapere più notizie anche perchè il mio raga proviene da oxaca e volevamo avere notizie recenti

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    Annalisa ha detto:

    @Anonima, adesso la situazione a Oaxaca è “abbastanza” tranquilla,almeno rispetto agli ultimi tragici avvenimenti, purtroppo la situazione in generale in Messico per i diritti umani non è buona.
    Cari saluti.

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