Michelle Bachelet in Italia, più ombre che luci.

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Qualche mese fa la presidente del Cile Michelle Bachelet a Ginevra negò la  presenza di prigionieri politici Mapuche nelle carceri del suo paese. “I prigionieri Mapuche sono persone che hanno cercato di risolvere le cose in modo che non è né democratico né pacifico. “Hanno commesso delitti e incendiato proprietà”. Questo diceva in una conferenza stampa durante il suo viaggio in Svizzera, aggiungendo che in Europa c’é una visione distorta sulla situazione dei prigionieri Mapuche e  sottolineando che non si tratta di prigionieri politici ma di detenuti comuni che hanno commesso dei crimini.
Vale la pena ricordare che uno dei punti più importanti della sua campagna elettorale riguardava proprio la situazione dei popoli indigeni del Cile, dal momento che questo è forse l’unico paese latinoamericano con una importante presenza di popolazione indigena che però non è riconosciuta nella sua Costituzione.
“Attueremo urgentemente il riconoscimento costituzionale dei popoli originari. Concorderemo con i dirigenti indigeni la redazione di un testo da proporre al Congresso Nazionale non appena inizi il nuovo governo” Inutile sottolineare che si è trattato di una delle tante promesse incompiute di Michelle Bachelet.
Le lotte del popolo Mapuche, al quale ancora oggi, complici  il governo “socialista” della Concertación, multinazionali e latifondisti,  sottraggono le terre e distruggono il loro ambiente, vengono represse duramente, i loro leader imprigionati, e condannati secondo la legge antiterrorista 18.314 emanata dal governo Pinochet . Il Comitato dei Diritti Umani nel marzo 2007 segnalò che la “definizione di terrorismo indicata nella legge 18.314 è troppo amplia” e pertanto membri della comunità vengono accusati di terrorismo soltanto per aver commesso atti di protesta o di richieste sociali.
Nel maggio di quest’anno è stata presentata da alcune associazioni solidali con la causa Mapuche   una lettera indirizzata ad alcuni parlamentari della Comunità Europea dove venivano esternate le  loro preoccupazioni per la situazione dei diritti umani dei popoli indigeni in Cile, dopo che la situazione era stata anche esposta  ad una riunione dei Comitati delle Nazioni Unite pochi mesi prima.
Carte alla mano (relazioni dell’ONU, della Federazione Internazionale dei Diritti Umani e di Amnesty International) si elencavano delle priorità che il governo avrebbe dovuto esaminare e risolvere:
1.         Ratifica della Convenzione 169 della OIL.
2.         Riconoscimento dei diritti dei Popoli Indigeni nella
            Costituzione.
3.         Modifica della politica e della legislazione penale e di polizia.
4.         Obbligo di consultare le Comunità Indigene prima di
            approvare progetti che danneggiano le loro terre.
5.         Garantire i diritti alla restituzione e protezione delle terre
            ancestrali.
6.         Modificare la legislazione locale che può recare danno alle
            terre ancestrali e ai diritti riconosciuti dal Patto
            Internazionale dei diritti civili e politici.
7.         Garantire i diritti all’istruzione e alla salute dei bambini
            indigeni.
e veniva fissato il termine del marzo 2008 entro il quale lo stato del Cile dovrà rendere noto al Comitato dei Diritti Umani i progressi fatti in tal senso.
Michelle Bachelet è in questi giorni in Italia, dove ha incontrato questa mattina  il presidente Napolitano all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Roma Tre, con Romano Prodi  con il quale discuterà importanti accordi bilaterali in campo scientifico, culturale,  tecnologico ed energetico, con il Papa nonché con tutte le personalità politiche tra cui Bertinotti e Marini. Domani a  Siena riceverà una laurea honoris causa in medicina.
La Bachelet  viaggia accompagnata da una numerosa delegazione politica e  da rappresentanti sindacali  e mentre in Italia la sua storia personale ampiamente  sbandierata in campagna elettorale di ex perseguitata dalla dittatura pinochettista (il papà morì in carcere a seguito delle torture subite) continua ad incantare la nostra sinistra che non perde occasione per tesserne le lodi,  a nessuno sembra quanto meno contraddittorio ma emblematico di cosa sia il suo governo, che nel suo viaggio venga  accompagnata da Maria Angelica Cristi deputata di destra e fedele pinochettista, tanto che proprio ora in occasione dell’arresto dei 23 collaboratori del dittatore e della moglie e dei figli di Pinochet, ha avuto da obiettare che ciò sia avvenuto non casualmente proprio nel momento di minor popolarità del governo Bachelet. Ed era proprio lei che nel 1998 in occasione dell’arresto a Londra di Pinochet viaggiava continuamente tra Londra e Santiago per rendere visita al generale nella London Clinic.
Mentre Michelle Bachelet,  nonostante si stia distinguendo con il suo governo “progressista” per la dura  repressione di ogni genere di manifestazione e richieste sociali, da quella dei “pinguinos” a quella dei lavoratori del legname, da quelle del settore minerario a quelle dei sindacati (salvo farsi accompagnare in Italia da delegazioni degli stessi,), a quella violenta che continua senza sosta dal periodo della dittatura ad oggi del popolo Mapuche,  viene elogiata in Italia  per una delle poche cose moderatamente di sinistra che ha tentato di fare, e cioè la pillola del giorno dopo, Maria Angelica Cristi è quella che ha votato contro in più di una occasione alla proposta di legge contro le molestie sessuali del 2005 che identifica le violenze contro le donne come delitto ed è sempre lei che ha votato contro la proposta di legge della pillola del giorno dopo.
Maria Angelica Cristi inoltre ha sostenuto e proposto l’amnistia per tutti i militari della dittatura che si sono macchiati di violazioni dei diritti umani con l’argomentazione che “bisogna finirla di guardare al passato”.
Maria Angelica Cristi fa parte della delegazione che segue Michelle Bachelet in Italia e, che verrà ricevuta dal Papa  e che la ha accompagnata questa mattina nella conferenza su “Diritti umani, inclusione sociale e democrazia” all’ Università di Roma Tre, la stessa deputata che meno di un anno fa proponeva un progetto di legge che promuoveva la costruzione di monumenti alla memoria di Pinochet tra i quali uno addirittura davanti al Palacio de la Moneda dove morì Salvador Allende l’11 settembre 1973.  
Queste alcune delle dichiarazioni di Maria Angelica Cristi in occasione dei funerali di Pinochet alal Camera dei Deputati Cilena:
“Continuiamo ad essere quasi la metà del Cile, così come in ottobre del 1988…il pinochettismo si è risvegliato, perchè la gente è ansiosa di avere un leader che dica la verità”…
“…abbia il paese la nobiltà di capire che qualsiasi causa che abbia afflitto al generale Pinochet non deve pagare la sua famiglia…Perchè la famiglia deve pagare per ciò che suppostamente si affibbia al generale Pinochet?
Questo è il Cile che piace tanto agli Italiani?
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  1. avatar
    morelia cancino sáez ha detto:

    Ringrazio lei per aver pubblicato e spiegato in modo eccellente una realtá davanti alla quale quasi tutti fan finta di niente.

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