Italia, “refugium peccatorum” per para-diplomatici colombiani? No grazie!

8 commenti

Situazione sempre più difficile in Colombia per Álvaro Uribe, ma probabilmente si profilano  tempi duri anche  per l’attuale ambasciatore colombiano in Italia, Sabas Pretelt de la Vega e per altri funzionari, tra i quali il Fiscal General (la massima carica della magistratura colombiana) Mario Iguarán. La Corte Suprema di Giustizia, forse l’unica ancora di salvezza che rimane alla Colombia, sta indagando addirittura sulle modalità con la quale fu approvata nel 2004 la  riforma costituzionale che ha reso possibile la  rielezione del presidente colombiano due anni più tardi.
E’ stato emesso infatti  un mandato di arresto per la parlamentare Yidis Medina, la quale una settimana fa ha rivelato in un’ intervista ai mezzi di comunicazione, di aver  accettato  incarichi pubblici, tra i quali probabilmente un consolato,  in cambio del suo voto favorevole che fu decisivo proprio per l’approvazione di quella riforma costituzionale. La  stessa Medina ha affermato inoltre in quell’intervista, che  sia Uribe, sia alcuni suoi stretti collaboratori, quali l’allora segretario generale della Presidenza  Alberto Velásquez,  l’attuale ambasciatore colombiano a Roma e all’epoca ministro dell’Interno, Sabas Pretelt de la Vega ‚  nonché  l’attuale Fiscal General  Mario Iguaráni,  erano perfettamente a conoscenza della proposta dello scambio del voto contro incarichi pubblici. La Medina attualmente è latitante, ma ha comunicato tramite il suo avvocato, Ramón Ballesteros, che probabilmente si consegnerà alla giustizia tra lunedì e martedì prossimo.
Tutte le persone coinvolte potrebbero essere  pertanto inserite nelle indagini e l’attuale ambasciatore colombiano essere richiamato in patria. Egli operò nella  vicenda come tramite tra le proposte del governo e Yidis Medina.
La storia si ripete quindi,  e per il corpo diplomatico di via  Pisanelli, sede dell’ambasciata colombiana a Roma,   potrebbe figurarsi un nuovo cambio al vertice   se la Corte Suprema di Giustizia della Colombia decidesse di procedere anche contro l’ambasciatore Sabas  Pretelt de la Vega e se  lui dovesse quindi far ritorno in patria per far luce  sul suo ruolo nell’intera vicenda. Già in passato sorte analoga era toccata all ’ex console di Milano Jorge Noguera Cote e al precedente ambasciatore a Roma,   Luis Camilo Osorio.
Luis Camilo Osorio,  fu trasferito da Roma alle sede diplomatica messicana,  e fu costretto a ritornare in patria  per rispondere in tre processi tutt’ora aperti in cui è accusato di  aver favorito l’ingerenza dei paramilitari quando ricopriva la carica di Fiscal General tra il 2001 e il 2005. Secondo le accuse e le testimonianze fornite, favorì l’impunità dei criminali e politici che avevano commesso crimini contro l’umanità legati al paramilitarismo e al narcotraffico, proteggendo tra gli altri il generale Rito Alejo del Río, indicato da Salvatore Mancuso come artefice dell’espansione del paramilitarismo in Colombia. Nel 2002 fu denunciato da Human Right Watch per aver ostacolato la giustizia con il suo operato: “mancanza di appoggio ai pubblici ministeri che lavoravano su casi sensibili di diritti umani, incapacità di fornire una protezione efficace e tempestiva ai funzionari le cui vite erano minacciate, e licenziamento o rinuncia forzata di pubblici ministeri e investigatori esperti”.
Jorge Noguera Cote, ex console a Milano,  fu costretto invece  a lasciare l’incarico nel 2006 per i procedimenti penali avviati contro di lui e  fu arrestato nel luglio del 2007 in Colombia, con l’accusa di avere avuto stretti legami con i paramilitari  e di aver fornito ai capi delle AUC informazioni riservate, in   particolare è accusato di aver fornito agli stessi  liste di sindacalisti, politici e attivisti sociali che furono successivamente eliminati.
Sabas Pretelt de la Vega , l’ideatore della legge di Giustizia e Pace, con la quale i paramiliatri che si sono macchiati di crimini terribili vengono condannati con pene che prevedono la reclusione al massimo per  otto anni di carcere,  è  accusato   da due capi paramilitari di aver promesso loro la non estradizione negli Stati Uniti in cambio del loro appoggio alla rielezione di Uribe. I due fratelli Mejía Muñera (alias Los Mellizos) lo hanno accusato invece di aver fatto da tramite nel trasferimento del denaro con il quale i paramilitari hanno finanziato la rielezione di Uribe nel 2006, denaro sporco di sangue e frutto dei proventi del narcotraffico.
Si trova ancora a Roma, ma se dovessero essere confermate le accuse mosse contro di lui da  Yidis Medina e se la Corte Suprema dovesse decidere di procedere nelle indagini, ben presto potrebbe essere costretto a rinunciare per finire sotto processo in Colombia  e quindi fare ritorno in patria  in veste di inquisito.
L’Italia in Europa, quindi,  sembrerebbe svolgere rispetto alla Colombia, lo stesso ruolo che svolge il Messico in America centrale: entrambi i paesi funzionano da centro di smistamento di loschi personaggi coinvolti con il paramilitarismo e il narcotraffico nel loro paese; personaggi sul capo dei quali pendono accuse gravissime che poi si concretizzano in mandati di cattura.
E’ evidente che la Farnesina dovrebbe compiere indagini più accurate sulla storia personale dei diplomatici provenienti dalla Colombia. Jorgue Noguera Cote per esempio fu accettato in Italia, allora era Gianfranco Fini  ministro degli affari Esteri, dopo aver dovuto, nel 2005, rassegnare le dimissioni come direttore del DAS (Dipartimento Amministrativo di Sicurezza, la polizia segreta colombiana), per le accuse che Rafael García, ex capo del reparto di informatica del Dipartimento gli stava muovendo. Accuse che successivamente si dimostrarono fondate, dal momento che Jorgue Noguera Cote fu arrestato nel febbraio del 2007. In seguito alle sue dimissioni, il presidente Uribe lo nominò  console a Milano, dopo che il Canada aveva rifiutato saggiamente la proposta di averlo nel suo paese come rappresentante diplomatico della Colombia.
In Italia non si guardò tanto per il sottile, accuse come collusione con il paramilitarismo, organizzazione di frode elettorale (con la quale Uribe avrebbe vinto le elezioni nel 2002), ingerenza negli affari interni di un paese straniero (il Venezuela) dove Noguera avrebbe tentato di organizzare insieme ad alcuni capi paramilitari l’omicidio di Chávez e dove avrebbe pianificato l’omicidio del pubblico ministero Danilo Anderson, (che stava svolgendo indagini sul golpe dell’aprile 2002), probabilmente sembrarono cose di poco conto, dal momento che la Farnesina lo accolse senza nessuna riserva  nel nostro paese.
 
 
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    Disarmonico ha detto:

    Devo ammettere che questo articolo è molto equilibrato, sperando che questo stile (se proprio devo) imparziale sia la costante di questo blog, ecco il mio : “Brava”

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    Natalia ha detto:

    Grazie Annalisa! Es una verguenza que Italia permita la entrada de estas personas.… Pero es una verguenza aun mayor que los colombianos estemos representados por estos individuos…

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    salta70 ha detto:

    La torre su cui si trova Alvaro Uribe dondola come non aveva mai fatto prima. È un tiro al bersaglio a cui comunque lui non si sottrae. E ribatte e ribatte…C’è la parapolitica? Non sapete quanto è peggio la Farcopolitica! I paramilitari hanno aiutato per facilitare la sua rielezione? Non sapete quanti parlamentari dell’opposizione hanno offerto posti di prestigio a colleghi perchè si votasse contro!
    Il rammarico per noi italiani è che adesso ci sarà un riavvicinamento clamoroso Bogotà-Roma.La ragione è politica, ma penso anche a loschi traffici..

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    Annalisa ha detto:

    La Farcopolitica? L’ennesima invenzione di Santos, è’ la misma historia de siempre o contro il Governo o con le Farc. Hai ragione Salta 70 adesso sarà proprio peggio.

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    Tazman ha detto:

    Camerata Annalisa Melandri,si camerata perché le Far(in Colombia el pueblo gli ha tolto la c per disgusto)chiamano cosí “los i****as utiles” che appoggiano i loro massacri e per le idee nazional-socialiste che propagandate da questi siti.Quindi Annalisa chi sei tu???Che conosci della Colombia???Quando hai vissuto in Colombia???Per scrivere sulla realtá di un Paese non solo bisogna appartenere a questo Paese vivendoci,ma bisogna studiare la sua storia scritta da che la ha vissuta e capita.In ultimo occorre possedere una buona intelligenza per non risultare “presumido y arrogante” come succede sempre con gli italiani.Devo questo intervento alla veritá e alle moltissime vittime innocenti del popolo colombiano massacrate dalla Far,che meritano la stessa compassione di quelle massacrate dai Paramilitari.Infine che sappiano che i processi di parapolitica si stanno effettuando perché sono voluti fermamente da questo governo eletto democraticamente e voluto fermamente dal popolo colombiano.Cosí come il popolo italiano ha democraticamente deciso che i presunti suoi rappresentanti dovevano uscire dal Parlamento.Colombia es un Pais delicado cuanto complicado no es ára jugar.De la foresta colombiana
    Tazman

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    Gianluca Bifolchi ha detto:

    Mi duole dire che il colombiano uribista o cripto-uribta che si incontra in rete dà in genere l’impressione di essere una persona piuttosto s*****a e ignorante. Come ogni altro ha diritto alla sua opinione, ma per lo più non dà l’impressione di avere opinioni da difendere, al di là delle solite due o tre frasette della propaganda officialista.
    Gira che ti rigira la sua posizione è sempre la stessa: perché voi che non siete colombiani e non conoscete la Colombia osate impicciarvi di cose colombiane? In genere è sempre detto in reazione a prese di posizione che in Colombia sono dette e ripetute tutti i giorni da Ivan Cepeda, Carlos Lozano, o Piedad Cordoba, e tanti altri colombiani che vivono in Colombia e che la Colombia la conoscono bene.
    Viceversa se ci si limita a ripetere la disinformazione di CNN, o El Pais, o della stessa stampa colombiana filo-uribista, come fa la cosiddetta “grande stampa” italiana nessuno salta fuori a dire: che ne sapete voi della Colombia?

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    Pedro ha detto:

    “Quién eres!?”. “Qué sabes de Colombia?”.
    El interrogatorio es una táctica utilizada por aquellos que no son capaces de expresar argumentos válidos.
    Pareciera que en la selva colombiana sólo se captan las señales mediáticas de los medios que defienden los crímenes del terrorismo de estado.

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    salta70 ha detto:

    Non credo che ci si possa preoccupare degli interventi come quello di Tazman. A lui evidentemente la Colombia sta bene così. Sarei curioso di spiarlo di nascosto, nella sua vita quotidiana. Posso facilmente immaginare quanto lo preoccupino quotidianamente i milioni di profughi interni, la gente sottopagata, gli indigeni malati.
    No, a lui interessa che il presidente abbia le palle e che bastoni tutti quelli che provano a sollevare la testa.
    Ormai è tanto l’impegno a fare repulisti dei ‘cattivi’ che adesso Uribe è arrivato all’ultimo stadio. Per salvare sè ed il suo progetto, ha suggerito all’Alto Commissario per la Pace Luis Carlos Restrepo l’idea che non sarebbe male “cancellare” con un colpo di spugna tutti i partiti “cattivi” filo-governativi che hanno patteggiato con i paramilitari, simpatici birbaccioni redenti, e non “bestie perseveranti” come “la gentaglia” Farc.
    Trentatre parlamentari di questi partitini, infatti, sono finiti in galera e decine di altri potrebbero finirci entro breve. Allora eliminiamoli. In fondo il loro peccato è soltanto di avere votato per far eleggere presidente…Uribe. A buon intenditor…

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