Ciao, Bella! E non chiamatela Festa de l’Unità per favore.

20 commenti

A  Roma è iniziata il 26 giugno la Festa de l’Unità che a differenza dell’anno scorso non si chiama Democratic Party. Per fortuna. Visto che “We can!” non ha  funzionato, meglio tornare alle origini. Adesso lo slogan della festa è  “Ciao, bella!”, che,  come sottolineano i promotori, dovrebbe prendere “spunto della celebre canzone partigiana e dai “ valori della Resistenza e della Costituzione, fondativi del partito che stiamo costruendo”.   Intanto c’è da dire che ieri sera a due giorni dall’apertura non si riusciva a trovare da nessuna parte uno straccio di programma su interventi e  dibattiti. E’ chiaro che se il dialogo con Berlusconi è sepolto  vivo, nel senso che può sempre risorgere, (altrimenti perchè aspettare ottobre per la grande manifestazione nazionale di protesta? perchè fa più fresco?)  quello con il popolo di sinistra è ormai proprio  morto e sepolto. Gli hanno proprio staccato la spina. Le uniche date certe alla Festa de l’Unità di Roma al momento sono quelle dei concerti. A pagamento. Almeno quelle!. L’altra cosa certa è che se ci andate fatelo con il portafoglio pieno perchè  più che a una Festa de l’Unità sembra di stare a Porta Portese. Quindi se sperate di trovare stand informativi, spazi culturali, rassegne di qualsiasi tipo, appunto rassegnatevi perchè non c’è praticamente nulla o quasi di tutto ciò. Invece ci sono collanine, spillette e orribili poster del Che (in un patetico stand cubano),  sandali di cuoio fatti a mano e incensi. Questa signori è la sinistra. E non dite che è morta.
 
P.S. Dimenticavo, l’altro grande assente della festa : lo scontrino fiscale. Praticamente nelle due ore nelle quali sono stata seduta per la cena al ristorante  (uno dei tanti, mica si campa di sola cultura d’altra parte!) non ne ho visto emettere nemmeno mezzo da parte dei due solerti cassieri in occhiali adibiti alla riscossione dei conti.  Hanno iniziato a farli non appena uno dei ragazzi che serviva ai tavoli gli ha detto che c’era una cliente (io) che stava reclamando per il suo mancato scontrino fiscale.
Temo  che abbiano pensato: ma non eravamo tutti  compagni?
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    Janko ha detto:

    Si tratta della stessa mentalità che, ad un livello di maggiore importanza, si manifesta ad esempio nel caso dei furbetti della BNL. Dimostra una curiosa convergenza antropologica con un versante del berlusconismo (per NOI le leggi non contano), che forse spiega anche certa interiore difficoltà a scontrarsi con esso.
    Per mia parte, son lieto di aver solo sporadicamente frequentate tali feste, come le parrocchie ed i radicali (se poi adesso si fondono tutt’e tre, mi si semplifica la mappa dei luoghi da evitare).

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    MARCOS ha detto:

    Io ricordo invece le feste dell’Unità come degli eventi straordinari dove si faceva politica, cultura, ci si incontrava e si dibatteva. Mi vanto di averci partecipato assiduamente. Ora non ci vado più, non è più la stessa cosa, ma non si può negare che in passato abbia avuto una funzione determinante per la diffusione del pensiero progressista. Niente a che fare con parrocchie e radicali, non facciamo stupidi paragoni.

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    Janko ha detto:

    Non è un paragone s*****o, forse un paragone che non ti piace — daltronde, parrocchie e radicali hanno avuto anch’essi la loro importanza.
    Tieniti la tua storia e le tue inclinazioni, io continuo ad essere convinto che le feste dell’Unità ed il pensiero, progressista o no, non abbiano mai avuto nulla a che fare tra loro.
    Le situazioni di oggi non nascono dal nulla, tantomeno dalla progressiva corruzione (perché mai?) di un passato aureo.

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    V. ha detto:

    Mi trovo d’accordo con Marcos.
    E’ vero ciò che affermi,la festa dell’Unità aveva una funzione sociale importante,si dibatteva ci si confrontava, era un momento di festa a 360°, ci si incontrava anche con la vecchia DC,e con tanti altri partiti ma pochissimi si tiravano indietro nel confrontarsi.

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    Janko ha detto:

    Ho visto che la parola “s-t-u-p-i-d-o” nel mio commento precedente è stata censurata: pure, non è una parolaccia, e l’avevo solo ripresa tal quale dal commento di Marcos, in cui non era stata censurata; capisco che il sistema è automatico, ma qual’è il criterio?

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    V. ha detto:

    …Le situazioni di oggi non nascono dal nulla, tantomeno dalla progressiva corruzione (perché mai?) di un passato aureo…
    Si vabbè ma non capisco che c’azzecca la festa dell’unità?

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    Janko ha detto:

    Scusa, V., ma di che parla il post?

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    V. ha detto:

    Mi sono spiegato male, sicuramente.
    Il mio che c’azzecca la “festa dell’unità“é riferito alle vecchie feste dell’unità, di 35, 40 anni or sono.
    Non me lo sogno nemmeno di far paragoni con le attuali.
    Ciò che io ho capito dal tuo ultimo post,é che vi sia stata una deriva lenta di questa forma di socializzazione “La festa dell’unità” dove innegabile secondo me, é stata la funzione politica ed anche culturale della medesima nel recente passato. La “corruzione” secondo me, nasce da altri contesti.Ora tutti i leader della sinistra non continuano a far proclami di ricominciare dalla base, e le feste dell’unità non hanno dato il loro contributo per creare una base progressista?
    Colpevole la cecità dei leader, della situazione della sinistra.Anzi ti dirò che forse non sarebbe male ritornare alle vecchie feste.

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    Annalisa ha detto:

    Janko, il sistema è automatico, il criterio è che esiste una lista di parole, che può essere continuamente aggiornata da me,e dalla quale il sistema attinge quelle da censurare. Nella lista esiste la parola s-t-u-p-i-d-o ma non il suo plurale cioè stupidi.

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    MARCOS ha detto:

    Janko non ti capirà mai caro V. Lui probibilmente ha dedicato il suo tempo a cose più importanti. Noi eravamo dei trogloditi, stupidi ed indottrinati, incapaci di ragionare con la nostra testa, lui invece è un alfiero di questo presente luminoso.….….

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    Annalisa ha detto:

    Tornando alla festa dell’Unità, ne ricordo una, quella del 1974 forse alla Mostra d’Oltremare a Napoli, ci lavorava mio padre e quindi la frequentavo spesso pu essendo appena una bambina. Però ne ho un ricordo bellissimo, belle sensazioni, una bella atmosfera, un sentirsi appunto uniti nella creazione di un qualcosa di grande. Era un’occasione di arricchimento e innumerevoli erano gli spazi informativi e culturali. Anche i concerti, la musica facevano parte di tutto questo. Gli Inti Illimani appena dopo il golpe cileno…Non credo che oggi sia più così. Ricordiamo che c’era il PCI e c’era anche la FGCI. E con le parrocchie e i radicali non c’entrano nulla. Valentino sarebbe bellissimo ritornare alle vecchie feste ma impossibile. Nel prossimo post vedrai perchè. Ora lo preparo.

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    scontrino fiscale in una festa di partito?

    nelle feste di partito non c’è l’obbligo di scontrino fiscale, forse è un ristorante che affitta lo spazio all’interno della festa.…
    si sa che nelle feste de l’unità e ora feste democratiche è ta un po’ di tempo che non ci sono più volontari per tenerle aperte…

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    Antivirus ha detto:

    “è ta un po’ di tempo che non ci sono più volontari per tenerle aperte…“
    Lo credo, mica siamo cosi fessi! Non l’avessero stravolta e fosse rimasta una festa COMUNISTA, invece ora è diventata democratica, cioè al servizio degli interessi di pochi. Ma che se la facciano loro!!!!!!!

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    Annalisa ha detto:

    Paolo, infatti era un servizio di catering che gestiva uno spazio probabilmente in affitto, e credo che anche gli altri ristoranti fossero più o meno di questo tipo, il ristorante gestito dai “compagni” ammesso che ce ne fosse stato uno, non ho capito qual’era.

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    Luca ha detto:

    Nel “ps” trovo l’Annalisa agguerrita ed idealista, onesta e mai disposta a scendere a compromessi che ammiro tanto.

    Maledetti evasori. Saprei io cosa fare per evitare tutta questa magnaria.

    Altroché destra o sinistra.

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    stiv ha detto:

    ma non vi sembra ridicola la foto del manifesto?

    A qualcuno ha fatto la stessa impressione che a me quella foto? Una bella ragazza che appena svegliatasi si stiracchia…ma sembra che vogliono (non riesco più a dire “vogliamo”) proprio essere presi in giro? Come dire che fino adesso abbiamo dormito…O forse è proprio un’ammissione che sì, stanno ancora dormendo…

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    kekko ha detto:

    Il comunismo ha fatto la fine che meritava…è la storia, alla fine la verità trionfa sempre…

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    dema ha detto:

    kekko ma ti sei accorto di cosa sta succedendo in america latina? ok bisogna fare dei distinguo rispetto al passato ma i principi cardine sono SEMPRE quelli del socialismo…è qualcos’altro che dovrebbe andare nella pattumiera della storia…

  19. Ciao, bella! Così si appellano anche le povere sventurate buttate sulle strade sotto gli occhi indifferenti del perbenista che magari, passando, può dire al massimo “che schifo!” Alla faccia dei valori della Resistenza su cui sarebbe fondata la nostra Repubblica democratica (per non parlare del Lavoro!), alla faccia di tutti coloro –uomini e donne, ragazzi e ragazze, marxisti, liberali (non liberisti– Gobetti docet), cristiani– hanno lottato contro il fascismo, sulle montagne ma anche nei luoghi della vita quotidiana, con la loro fede, con il loro impegno, con il loro sacrificio spesso anche estremo. Ma ve li ricordate, cari pidini festaioli,gli antifascisti, i partigiani, i semplici cittadini torturati a Via Tasso, rastrellati per le strade,dalle case e perfino dalle carceri e massacrati alle Fosse Ardeatine? Vi dice niente il nome di Pilo Albertelli? E il nome di Raffaele Persichetti? Vi dice qualcosa “Porta San Paolo”? E mi sto limitando a pochissimi esempi che riguardano solo Roma. Ogni città, ogni paese, ogni luogo di questo nostra sfortunata Italia parla di Resistenza, se non altro perché l’Italia, come stato repubblicano, è nata da quella Resistenza e da quella Costituzione che voi offendete con le vostre feste all’insegna dell’omologazione e del consumismo, che farebbero inorridire coloro che hanno reso possibile democrazia e Costituzione col loro impegno, col loro sacrificio. Che farebbero inorridire Pier Paolo Pasolini, che tutto questo non può vedere ma che, a suo tempo, aveva già denunciato in modo profetico: e che anche per questo, nuovo Partigiano , ha pagato con la vita.

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      Annalisa ha detto:

      Ciao bella! cosi si salutano le amiche, le compagne a volte… a quello volevano rifarsi i pubblicitari della Festa de L’unita’. Non hanno capito nulla perché’ nella sostanza, come ho scritto quella festa era tutt’altra cosa. Niente a che vedere con le vecchie feste de l’unita’ dove io lavoravo o dove lavorava mio padre, nel lontano 1974/75.
      Un altro mondo. Siamo cambiati? Molto, il paese e’ cambiato, gli italiani sono cambiati, la sinistra e’ cambiata. Purtroppo anche la cultura e’ cambiata, in modo terribile, fin nelle fondamenta. Una volta a scuola c’erano dei miti da studiare, la letteratura produceva materiale di valore, a prescindere dalle idee e dalle fazioni politiche, all’unanimità considerato materiale di valore, perché’ basato su ideali, su paradigmi che in pochi mettevano in discussione. Mi chiedo cosa studieranno i miei nipoti? Che cosa sta producendo il nostro paese? Vent’anni di televisione privata e di Berlusconi hanno fatto terra bruciata… I nostri partigiani, gli eroi della resistenza, i più’ anziani se ne stanno andando lentamente, quasi come dei perfetti sconosciuti. Guarda Bentivegna, morto pochi mesi fa, qualche giornale lo ha definito “stragista” , ma non solo, ne sono convinta, lo pensa la stampa di destra… il revisionismo ha fatto danni terribili, quando si perde la memoria, non si ha passato e senza passato il futuro non ha valore perché orfano delle fondamenta. Io credo sia questo il compito che tocca alla nostra generazione, e quella precedente alla nostra, recuperare la memoria, mantenerla per lo meno viva e intatta…gia nelle generazioni future il danno culturale e’ in atto, già stanno perdendo il contatto con la nostra storia. Leggiti Maelstrom di S. Ricciardi, per Derive e Approdi, ti piacerà’. Ti abbraccio.
      P.S. Bella la pagina http://www.mondolibro.net/

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