A Vicenza prove tecniche di dittatura

9 commenti

Probabilmente la maggior parte degli italiani nemmeno se ne è resa conto, ma la decisione del Consiglio di Stato di annullare il referendum indetto dal Comune di Vicenza e dal suo sindaco Achille Variati contro il raddoppio della base americana, è stata  una vera e propria prova tecnica  di dittatura.
 
Contro la volontà della popolazione di esercitare uno dei più antichi esercizi di democrazia che la nostra Costituzione ci mette a disposizione,  contro l’esercizio di quella che è in Italia l’unica forma di democrazia “dal basso” di cui disponiamo, la decisione improvvisa del Consiglio di Stato che  quel referendum ha bollato come “inutile”, è stata un abuso di potere.
 
Inutile stare ad ascoltare la popolazione, inutile anche “incanalare su un binario democratico le tensioni frutto di scelte non condivise e neppure spiegate alla popolazione ” come ha detto nei giorni scorsi il sindaco di Vicenza.
Come potrebbero sfociare quindi queste tensioni adesso che il binario democratico è stato divelto?
Su che piano dovrebbero manifestarsi  visto che di fatto la loro espressione  sul piano della legalità  e della democrazia è stata vietata?
 
Grande prova di civiltà ha dato Vicenza oggi ma soprattutto grande esempio e coraggio ha dato all’Italia intera il suo primo cittadino. Vicenza oggi  ha scelto comunque  la via della democrazia, ma domani? Domani che via rimane per far sì che sia rispettata la volontà della popolazione di Vicenza?
 
Domani arriverà l’esercito,  come a Chiaiano.
Prove pratiche di dittatura…
 
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    Manfredi ha detto:

    Mi pare che il 95 % del 20 % della popolazione si è espressa contro la base. Ergo l’85 % è a favore, chiara decisione democratica. Dovè la dittatura ?

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    enrico priante ha detto:

    Purtroppo si fa spazio alla dittatura quando non si vigila abbastanza sulla democrazia ! ; probabilmente il Consiglio di Stato ha sue ragioni di interpretazione –letterale– della legge ma quando non si abrogano e non si lotta per abrogare trattati internazionali del dopoguerra che diventano incostituzionali quando permettono che l’Italia diventi base di guerra di eserciti stranieri(vedi Iraq)diventa difficile continuare le battaglie nel solco della democrazia ;
    da Vicenza sono partiti e partiranno guerrieri assassini di popolazione civile e
    bisogna denunciare pubblicamente i loro protettori italiani che tradiscono l’art.11 della Costituzione, si chiamino Berlusconi o Prodi o addirittura Napolitano. Enrico Priante, Vicenza

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    Gavino ha detto:

    Dov’è la dittatura ?
    Domanda interessante che anch’io mi pongo.
    La dittatura è nel timore di esporre la propria opinione, nella chiusura al confronto e al dialogo.
    Mi piacerebbe, ad esempio, conoscere quali benefici offre l’eventuale ampliamento della base, quanto costa in lavoro, sacrificio, risorse. E quanto di tutto ciò è sottratto all’indispensabile.
    La dittatura è anche nelle carenze della sanità,
    nello sfascio dello Stato sociale, nella mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, nella disoccupazione e nei risparmi vanificati.

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    federico s ha detto:

    @Manfredi: Mi pare che il 95 % del 20 % della popolazione si è espressa contro la base. Ergo l’85 % è a favore, chiara decisione democratica. Dovè la dittatura ?

    Al di là del fatto che ha votato il 29% degli aventi diritto e il 96% di 29 è il 27%…lo stesso discorso si potrebbe fare per le elezioni dei presidenti americani: essendoci 122 milioni i votanti su 305 milioni di abitanti, pur togliendo quelli troppo giovani per votare (circa 73 milioni), comunque si ha una percentuale di votanti del solo 52% del totale dei potenziali aventi diritto; su questo 52% solitamente circa la metà vota per il candidato che verrà eletto e quindi un 26% degli americani elegge il presidente…per il tuo ragionamento il 74% è contro e quindi le elezioni direbbero che automaticamente il vincente in realtà è il perdente…

    Non credo che nel 71% che non ha votato al referendum tutti siano favorevoli alla nuova base, come nel 48% che non vota alle elezioni USA non tutti voterebbero per il candidato perdente…In ogni caso il significato dell’articolo mi pareva diverso, ma ci tenevo a precisare.
    Vicenza, come Chiaiano, è un banco di prova per l’esercizio del potere dei prossimi anni. Si proclama il federalismo (calato dall’alto in uno stato già esistente e non come unione dal basso di realtà più piccole, un po’ strana quest’idea di federalismo) e poi si pratica il centralismo autoritario, mentre tutti credono alla favola del buongoverno che fa quello che promette…

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    Annalisa ha detto:

    “Vicenza, come Chiaiano, è un banco di prova per l’esercizio del potere dei prossimi anni“
    Lo spiega molto bene Federico dov’è la dittatura. Sta nel negare alla popolazione, la possibilità di esprimere attraverso un referendum una decisione che riguarda la gestione del territorio.

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    pedro navaja ha detto:

    Scusa annalisa. Solo un tardivo e rapidissimo commento. Come mai quando ci furono i referendum nei diparitmenti boliviani di santa Cruz, Beni; Pando e Tarija, dichiarati illegali dal governo, ed osteggaitui con violenza squadrista dai militanti di Morales, nonostante fossero stati richiesti seguendo le procedure legali previste (raccolta di firme di cittadini, ecc.) tu ed altri tuoi colleghi, tra cui il famoso censore carotenuto (scusa, il professore carotenuto, colui che sa tutto del continente e che non accetta critiche che quindi non pubblica se non fedeli alle sue veline), parlavate di referendum illegale…non era questi quindi una naturale e legittima prova, come dici tu, “dei più antichi esercizi di democrazia”. L’ho detto più volte…perchè ciò che non sarebbe, sacrosantamente, accettato in Italia, va invece addirittura difeso in altri paesi. I boliviani non avevano quindi diritto di esercitare, come poi hanno fatto, quell’antico esecizio di democrazia perchè Evo non voleva?

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    Annalisa ha detto:

    Caro Pedro, la tua è una domanda provocatoria. Qualsiasi persona di buon senso non paragonerebbe il referendum degli Statuti di Autonomia con quello che si doveva tenere a Vicenza.

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    pedro navaja ha detto:

    Non voglio generare una lunga e, forse, inutile polemica con te. Cara Annalisa, apprezzo il tuo sforzo nel blog, sforzo tra l’altro esente di quelle censure del personaggio sopra citato. Detto questo, forse perchè allora non sono una persona di buon senso, mi chiedo perchè dovrebbe essere diverso il referendum di Vicenza da quello a Santa cruz? Forse che in entrambi i casi le persone non avevano diritto di esprimere liberamente con il voto l’accetazione o il rifiuto di qualcosa? Perchè l’antico esercizio della democrazia del referendum sarebbe diverso tra la Bolivia e l’Italia? Non so se è una domanda “provocatoria”. Probabilmente si. Se lo è allora vuole provocare una riflessione soprattutto sull’ultima parte del mio precedente post… …perchè ciò che non sarebbe, sacrosantamente, accettato in Italia, va invece addirittura difeso in altri paesi, con maggior riguardo in Bolivia? Ho una quantità di casi, con informazioni comprovabili, da sottoporti. Ma ti menzionerò solo un caso di oggi stesso (non quello di ieri, l’arresto di un giornalista in piena notte da parte di 20 uomini della “sicuerzza nazioanle” incapucciati…imbavagliando tutta la famiglia COMPRESO UN BAMBINO DI 10 MESI!): sulla base di video e una foto pubblicata da un giornale, si è scoperto che un tipo che stava bastonando, assieme ad altri, un giornalista (i giornalisti sono uno dei principali bersagli del governo) in un quartiere di Santa Cruz controllato dal partito di governo, era un poliziotto vestito da civile (bada…non in borghese), cioè esercendo attività personale, privata, non istituzionale, come ha detto il capo della polizia. Sarebbe eccettato in Italia che un poliziotto, in un giorno di libertà, vada a massacrare giornalisti con un gruppo di manifestanti di un determinato partito? O, per restare a temi più casarecci, vada allo stadio e bastoni tifosi avversari?

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    Pedro ha detto:

    Siempre es bueno recurrir a los datos histôricos para entender la realidad actual.
    Bolivia ha sufrido continuamente la implantaciôn sangrienta de dictaduras militares de marcada orientaciôn fascista.
    Basta recordar algunos nombres de los que destruyeron la democracia cada vez que sus privielgios se vieropn amenazados: Renê Barrientos, Alfredo Ovando, Luis Garcîa Meza,Celso Torrelios, Guido Vildoso, Hugo Banzer.
    La pregunta es, porquê razôn oculta los “autonomistas” de Santa Cruz no alzaron sus voces cuando imperaba el terror de estado?
    Sr,“Navaja”, hasta su nick es provocatorio (copiado de una canciôn de Rubên Blades).
    Cuando dice que no desea originar polêmica estâ mintiendo y si desea defender a los grupos fascistas de Santa Cruz puede hacerlo pero le sugiero que no sea hipôcrita y mucho menos quetrate de mezclar dos realidades totalmente diferentes. No existe relaciüon alguna entre una discusiôn sobre el emplazamiento de bases militares en Italia con la violencia reaccionaria en Bolivia.
    Fâcil resulta culpar al gobierno de Evo Morales cuando se cuenta con el monopolio que manipula las informaciones. El diario El Paîs (España) ha publicado hace unos dîas dos fotografîas y descaradamente le CAMBIARON los textos. Llegaron al extremo de decir que las bandas armadas fascistas de Santa Cruz eran partidarios de Evo Morales.
    Le sugiero “Sr Navaja” visite el blog del periodista español Pascual Serrano donde podrâ comprobar las sucias maniobras de desinformaciüon.

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