Crisi Fiat : a Pomigliano e’ piu’ dura

5 commenti

 
Nello stabilimento FIAT di Pomigliano d’ Arco la crisi e’ piu’ dura che negli altri. Ricevo e pubblico volentieri due comunicati al riguardo, quello di Gerardo Giannone, segretario PDCI e quello dei Cobas relativo al licenziamento di Mimmo Mignano e all’istituzione della Cassa di Resistenza.

 

LA FIAT A POMIGLIANO FARA’ UN MESE DI CASSA INTEGRAZIONE IN PIU’ RISPETTO AGLI ALTRI SITI.
SI RITORNA IN FABBRICA IL 9 FEBBRAIO ANZICHE IL 12 GENNAIO.
 
dichiarazione stampa del segretario del PdCI Fiat GIANNONE GERARDO:
 
Il sito industriale di Pomigliano ( Fiat ) si estende su 6Km quadrati conta ben 8000 dipendenti tra diretti e indiretti. Insomma ogni comune della provincia napoletana ha almeno un abitante che lavora alla Fiat. Inoltre quel sito nel bilancio consuntivo del 2007 ha prodotto circa 175mila auto per un valore commerciale di quasi 3,5 miliardi di euro.
I dipendenti della Fiat di Pomigliano versano mensilmente circa 12 milioni di euro nell’economia locale attraverso le spese di rutin ( cibo, vestiario, bar, ristoranti, giochi, telefonia, acqua, luce, gas, spazzatura, mutuo, fitto etc..) inoltre gli stessi versano mensilmente per quanto concerne l’IRPEF REGIONALE circa 184mila euro e circa 80mila euro nelle casse dei vari comuni come addizionale comunale IRPEF.
Si evince dai dati sovra esposti quanto conta avere una fabbrica così importante per la nostra fragile economia. Lo stabilimento della Fiat di Pomigliano all’inizio del 2008, precisamente nei mesi di gennaio e febbraio é stato chiuso alla produzione per effettuare un reastailyng tecnologico per le infrastrutture e formativo per gli operai.
Questa chiusura per due mesi ha visto una esposizione della casa Torinese per ben 110 milioni di euro, ottenendo come risultato un netto miglioramento sulla qualità del prodotto e una professionalità maggiore dei dipendenti.
A luglio di quest’anno la Fiat ci ha chiesto di effettuare 5 settimane di ferie invece delle normali 3, per evitare la cassa integrazione.
Invece abbiamo effettuato:
1.       settembre 2 settimane di cassa
2.       ottobre 3 settimane di cassa
3.       novembre 4 settimane di cassa
4.       dicembre 3 settimane di cassa
 
Insomma mentre gli altri siti hanno lavorato fino al 12 dicembre per poi ritornare il 12 gennaio (M IRAFIORI RITORNA IL 19 GENNAIO ESCLUSA LA LINEA DELL’ALFA MITO) noi abbiamo lavorato solo dal 1 al 5 dicembre per avere stamattina la notizia che torneremo il 9 febbraio. Questo quadro così desolante esce fuori dal fatto che mentre Cassino produce 3 modelli nuovi (CROMA, BRAVO EDELTA) e altri siti comunque hanno modelli nuovi come MITO e restailyng di altri, noi produciamo ancora l’Alfa 147 che sta da 9 anni sul mercato e l’Alfa 159 che seppur sta da soli 3 anni sul mercato é però destinata ad una clientela di alto reddito. La futura ALFA 149 (sostituirà l’attuale 147) sembra che venga assegnata a Cassino mentre per Pomigliano non si prospetta niente di nuovo all’orizzonte. Marchionne tra pochi giorni dovrebbe convocare le parti a Roma per presentare il piano triennale ( 2009–2010-2011 ) e dunque assegnare le missioni produttive, sembra che per Pomigliano se ne riparlerà a giugno 2009.
Ritengo la cosa molto preoccupante e credo che se non ci sia un movimento Campano a sostegno di una vertenza PRO POMIGLIANO il sito rischia di ridimensionarsi.
Inoltre il fatto che i 300 contratti di apprendistato presenti in fabbrica lavorino fino a marzo e che poi da marzo in poi facciano anche loro cassa integrazione ( vedi ultimo decreto anti crisi varato dal governo ) non é un segnale ben augurante.
Tengo a precisare che a Pomigliano già hanno perso il posto più di 120 operai con contratto termine ( vedi Pellegrini, società che fornisce la mensa e alla Sirio società che sorvegila il sito ) e che le 27 aziende fornitrici rischiano di avere ripercussioni ancora più gravi (l’indotto esterno conta circa 3000 addetti ).
Mi auguro che al più presto nasca un fronte compatto a sostegno del sito industriale campano e che il governo la smetta con proclami inutili ma che diventi realmente incisivo per la salvaguardia dei posti di lavoro.
Troppe volte ho detto che Pomigliano rischiava, la crisi ha accentuato il rischio per Pomigliano, bisogna subito mettere in moto un meccanismo a difesa dei lavoratori che con 850 euro mensili e con il rischio di perdere il lavoro non possono stare.
Concludo ricordando le tante iniziative da noi proposte ed effettuate per mettere in risalto quello che sta succedendo a Pomigliano e spero che da oggi ci sia uno spirito comune ad unirci e non più divisioni di appartenenza.
fiat lì 16 dicembre 2007
Giannone Gerardo     
 
Comunicato Cobas
 
SOSTENIAMO MIMMO MIGNANO E I LICENZIATI ,
ISTITUITA LA CASSA DI RESISTENZA
Dopo lo sciopero allo stabilimento Fiat di Pomigliano e la
riuscita assemblea ai cancelli in seguito al licenziamento politico del delegato RSU-Cobas Mimmo Mignano (vi hanno partecipato le organizzazioni del sindacalismo di base , la rete 28 aprile,i movimenti sociali della Campania ), abbiamo istituito una CASSA DI RESISTENZA CONTRO I LICENZIAMENTI.
 
In queste ultime settimane la Fiat in particolar modo, si  é distinta per aver colpito diversi lavoratori ed Rsu a Melfi, Termoli e Pomigliano, nel tentativo di azzerare il conflitto liquidandogli attivisti scomodi. Al di là  dei pretesti aziendali, questi lavoratori sono stati colpiti perché sono un punto
di riferimento certo per i diritti e le necessità dei lavoratori.
La CASSA DI RESISTENZA CONTRO I LICENZIAMENTI vuole quindi essere lo strumento di sostegno materiale e politico per i lavoratori impegnati,come Mimmo Mignano e altri, contro la precarietà , gli incidenti del lavoro, le politiche antisociali e concertative .
La resistenza contro i licenziamenti e l’ illegalità  padronale si realizza con il mutuo soccorso.
Adoperiamoci per garantire il salario sociale ai licenziati impegnandoci nelle sottoscrizioni e collette mensili.
La solidarietà éun atto concreto di condivisione.
 
Se si intende utilizzare il bonifico bancario , l’ntestazione è Cassa di Resistenza contro i Licenziamenti,le coordinate bancarie sono:
 
IBAN IT72 Z010 1003 4250
4120 0000 817
sanpaolo banco di napoli filiale 00125
Cobas Lavoro
Privato — Confederazione Cobas
 
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    ALESSANDRO ha detto:

    il problema di pomigliano non è solo la crisi e anche il fatto che molti dirigEnti, capi ecc. ci marciano favorendo molti loro seguaci,qUANDO C’è DA LAVORARE QUALCHE GIORNO in piu rispetto al rientro

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    gianni ha detto:

    si sono contento della crisi

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    ADDETTO CATANA DI MONTAGGIO ha detto:

    salve anch io sono un dipendente di pomigliano vorrei rivolgermi al direttore e a tutta la classe dirigente x le belle cose dette nell anno 2008 lavoriamo peggio di prima,lavoriamo con circa 600 persone in meno producendo le stesse vetture AL GIORNO,CI STANNO MASSACRANDO DI LAVORO.CONTINUI RICATTI E SORPUSI X NON PARLARE DI MACCHINARI DI ASPIRATORI CHE NON FUNZIONANO X NIENTE VETTURE IN MOTO CHE CRCOLANO NEI REPARTI DI LAVORARE CON PRODOTTI SCADUTI COME COLLANTI X VETRI ECC. CON ASSENZA DI MASCHERINE E DEI PIU PRINCIPALI MATERIALI ANTINFORTUNISTICA,SIAMO STIFI DI QUESTA CLASSE DIREGENZIALE CHE CI HA PORTATI AL BARATRO,PAGANDO NOI OPERAI CON LA CIG CASSA INTEGRAZIONE E X LA CLASSE DIRIGENZIALE AD ELEVATISSIMI PREMI DI PRODUZIONE E LIVELLO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE GRAZIE AI NOSTRI SACRIFICI DEGLI OPERAI SPERANDO CHE CAMBI LA CLASSE DIRIGENZIALE ED ANCHE QUALCHE CAPO,CHE CON SOLA LA LICENZA MEDIA E QUALCHE DIPLMA COMPRATO X 5,000 EURO E QUALCHE GRAN RACCOMANDAZIONE SI FA FARE IL CAPO NON FA NIENTE CHE NON SI SA NEANCHE ESPRIMERE IN ITALIANO COSA BASILARE X AVERE UN BUON RAPPORTO CON GLI OPERAI X NON PARLARE DELL EDUCAZIONE E DEL RISPETTO DELGI OPERAI STESSI SPERANDO ALMENO CHE QUALCHE DIRIGENTE LEGGA QUESTE PAROLE SCRITTE DA UN OPERAIO—————-

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    kira ha detto:

    Lettera — Appello del Consiglio Pastorale Parrocchiale ai fedeli della parrocchia sulla crisi industriale in atto
    La crisi economica, annunciata dai media e tanto temuta, sta bussando anche alle nostre porte.La fermata dei lavori dello stabilimento della Fiat Auto di Pomigliano d’Arco, Giovanbattista Vico, sta entrando prepotentemente nella nostra Città.La produzione è sostanzialmente ferma: da settembre 2008 ad oggi si è lavorato solo 5 settimane, un’ulteriore settimana di lavoro è prevista dal 9 al 13 marzo, per poi fermarsi ulteriormente fino al 19 aprile. Operai e impiegati sono sostanzialmente a casa, e senza certezze di prosieguo per il futuro. Il forte ridimensionamento dello stabilimento di Pomigliano, la chiusura della Fiat Auto è un rischio tutt’altro che lontano ed aleatorio.Fiat Auto significa circa 5.200 addetti – circa 4.700 operai e 500 impiegati -, oltre all’indotto, fatto di occupati nelle medie e piccole imprese, dalle cifre imprecisabili che, ormai, si è già fermato. Solo l’indotto diretto, cioè interno allo stabilimento, è di oltre 9.000 addetti; mentre quello complessivo è di oltre 15.000. Una marea di persone, circa 20.000, dunque, con famiglie da sostenere, pigioni da pagare, figli da tenere agli studi, bollette ed utenze varie da saldare, mutui accesi da onorare, etc.Tanti, troppi cittadini cui la malavita guarda come l’avvoltoio le carcasse. Ora come un castello di carta tutto cade.La preoccupazione è per i molti costretti a vivere con il salario da fame assicurato dalla cassa integrazione, e per i tanti, troppi, che, lavorando in piccole e medie imprese, non hanno alcuna garanzia, sono semplicemente in mezzo ad una strada.

    Ma è anche la preoccupazione per l’intera Città, la cui vocazione produttiva è, allo stato attuale, essenzialmente manifatturiera.Il fermo della Fiat Auto, la chiusura di tante piccole e medie imprese, gli scenari a tinte fosche per le altre grandi e medie imprese insediate a Pomigliano, interpellano tutti, non solo le famiglie dei lavoratori.
    È in gioco il futuro, ma anche il presente di questa Città.Se pochi guadagnano (la cassa integrazione c’è, ma non per tutti), e sempre meno, a chi potranno vendere e quanto i commercianti e gli artigiani, e a chi potranno fornire prestazioni e servizi i liberi professionisti e le società di servizi?
    Se la produzione manifatturiera si ridimensiona o addirittura chiudono le imprese, dove possono essere impegnati i giovani, come diplomati o laureati, come operai, impiegati o, magari, dirigenti? E se non possono essere qui impegnati, resteranno in questa Città?Questi interrogativi chiamano tutti noi a metterci in gioco, ad interpellarci, a non chiuderci nel nostro piccolo mondo, personale o familiare, nella illusione, infruttuosa, che non sarà toccato dalla crisi che si sta già abbattendo su altre famigl

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    Luigi Bregaglio ha detto:

    Piena solidarietà agli operai campani che sono finiti loro malgrado in una situazione davvero preoccupante a dir poco io non ho mai creduto nelle risorse industriali e dei vari manager da Romiti in poi (forse il solo Ghidella padre della uno e della Thema credeva nel prodotto) fino ad arrivare all’italo canadese con il maglione in cachemir ed al rampollo dalla faccia di cera quando un’altro quello prediletto dall’Avvocato con la A maiuscola è stato pescato in overdose in casa di un trans che gli ha pure salvato la vita. Le cose della Fiat si conoscono non conosciamo però il piano di venti miliardi di euro del programma fabbrica italia quando il competitor tedesco la volkswagen ne ha già messi 50 di miliardi e va a gonfie vele e ha fatto partecipare alla gestione anche gli operai, qui si tratta del destino di 8000 persone e di 3000 persone almeno dell’indotto dopo che è stato fatto il referendum burla del si e del no con la pistola puntata alla tempia con i sindacati disorientati a volere il si vuoi lavorare o essere gettato nel deserto? Bisogna pensare una cosa che nella casa reale italiana della vita e della morte delle persone non interessa niente a nessuno hanno lasciato morire su un viadotto dell’autostrada un poveretto bistrattato perchè non eccelleva negli studi economici o ingegneristici e nella loro visione competitiva del mondo, quando volevano sempre vincere nel calcio e nell’automobilismo sono persone diventate aristocratiche e spietate anche con i loro stretti consanguinei non gliene frega niente non ti perdonano niente deve essere veramente triste essere uno di loro non conoscono la pietà. Per questo ne hanno preso uno che vuole fare l’amerikano sulla pelle della povera gente però i soldi statali non gli fanno schifo se ne sono fottuti in lire solo 250.000 miliardi in euro non lo so. Ci vorrebbe ancora l’iri che ritornase a produrre le splendide Alfa Romeo di una volta utilizzate da polizia e carabinieri come volanti.

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