Honduras, il golpe dimenticato

7 commenti

Il golpe avvenuto in  Honduras   il 28 giugno scorso  che ha deposto e cacciato dal paese il presidente democraticamente eletto nel 2006 Manuel Zelaya e che ha visto l’insediamento manu militari  di Roberto Micheletti (dello stesso partito di Zelaya, il Parito Liberale) che ricopriva la carica di presidente del Congresso Nazionale,  è stato oramai di fatto legittimato con le elezioni del 30 novembre, realizzate in un clima di paura e di tensione,  tra repressione, detenzioni arbitrarie, omicidi e senza la presenza di osservatori internazionali. Porfirio Lobo  è  il nuovo presidente del paese e  si insedierà formalmente il 27 gennaio prossimo. Il governo uscente del golpista Roberto Micheletti e il nuovo esecutivo stanno  tentando di conquistare  adesso agli occhi miopi della comunità internazionale un volto democratico che convince veramente poco.  E nel frattempo  tentano di salvare gli autori materiali del golpe garantendo l’impunità sia a Roberto Micheletti (che proprio in questi giorni è stato nominato dal Congresso deputato a vita per i suoi 28 anni di lavoro svolti per il paese),  sia ai generali delle Forze Armate che sono sotto accusa da parte della Procura Generale per “abuso di potere” e “invio in esilio” del presidente deposto Manuel Zelaya (la Costituzione del paese infatti vieta esplicitamente di mandare in esilio cittadini honduregni). I militari rischierebbero in caso di condanna pene irrisorie che vanno dai 3 ai 5 anni di carcere.
Manuel Zelaya dall’ambasciata brasiliana dove si trova tuttora  denuncia che il Procuratore Generale Luis Rubí con questo provvedimento   “appoggia l’impunità dei militari accusandoli di reati minori e di abuso di potere e non per i gravi delitti che hanno commesso” e cioè “tradimento della Patria , omicidio, violazione dei diritti umani e torture al popolo” . Secondo Zelaya è chiaro inoltre che “ciò che si sta mettendo in pratica sono gli atti preliminari per ottenere l’impunità dei militari e lasciare senza condanna gli altri autori materiali e intellettuali del colpo di Stato militare”.
Andres Pavón, presidente del Comitato per la Difesa dei Diritti Umani (Codeh) ha ricusato formalmente il giudice in quanto “si è sostenuto e si continua a sostenere che è totalmente evidente che la rottura dell’ordine costituzionale in Honduras, avvenuta tramite un colpo militare di Stato, si è realizzata con la partecipazione e l’avallo diretto della Corte Suprema di Giustizia”.
In Italia,   a parte le sporadiche notizie di agenzie che si leggono in rete sulle vicende più propriamente politiche del paese centroamericano, il golpe  è stato completamente dimenticato e quindi legittimato e perfino uno dei pochi  spazi informativi onesti rimasti, Radio Tre Mondo, lo  ha “ratificato” recentemente,  intervistando Carlos Lopez Contreras, ministro degli Esteri del governo golpista. La redazione del programma, lo ha presentato infatti  come rappresentante del  “Governo di Transizione”.  
La stampa invece   ormai  ignora completamente e ha calato un velo di silenzio sulle violazioni dei diritti umani accadute e che continuano ad accadere in Honduras. Dalla resistenza honduregna,  dal COFADEH (Comitato dei familiari di detenuti scomparsi) e dalle altre associazioni umanitarie continuano  a  giungere  denunce di omicidi di difensori dei diritti umani, come quello di Walter Trónchez ucciso il 14 dicembre a colpi di pistola mentre camminava per il centro di Tegucigalpa (era stato già arrestato e sottoposto a torture nel luglio scorso). Walter era stato anche testimone dell’arresto da parte di alcuni membri della polizia di Pedro Magdiel Muñoz Salvador, poi ucciso il 25 luglio durante una manifestazione. Walter, che faceva  parte del Fronte nazionale di resistenza popolare e che si occupava  dei diritti della comunità LGTB già il 4 dicembre scorso era stato sequestrato da quattro uomini incappucciati che dopo averlo picchiato ripetutamente lo avevano minacciato di morte. In quell’occasione riuscì a fuggire e sporse denuncia alle autorità. Inutilmente. Il 15 dicembre è stato trovato anche il corpo senza vita e senza testa di Santos Corrales, anche lui appartenente al  Fronte  che era stato arrestato dieci giorni prima da membri della Direzione nazionale di investigazione criminale (DNCI).
Andres Pavón (Codeh) denuncia che squadre di paramilitari percorrono le vie di Tegucigalpa e dei centri minori sequestrando e uccidendo giovani appartenenti al FNRP.  Dal 30 novembre  giorno delle elezioni, sarebbero già 30 i militanti uccisi, che vanno ad aggiungersi a quelli morti  immediatamente dopo il colpo di Stato e nei mesi successivi. Si tratta di una “vera e propria offensiva” contro un movimento che va crescendo sempre di più e che trova sempre maggior consenso in Honduras ma anche fuori dal paese.
La repressione si sta accanendo  duramente anche contro la comunità gay, come dimostra l’omicidio di Walter Trónchez , e contro le associazioni femministe, mentre quanto mai  pericoloso e difficile è  il lavoro di giornalisti e operatori dell’informazione. Le sedi di giornali e radio comunitarie vengono ripetutamente perquisite   con uso sproporzionato di forza e violenza, quando non sono oggetto di attentati compiuti da paramilitari, come avvenuto recentemente alla radio Faluma Bimetu, che da anni denunciava i crimini e gli interessi dei gruppi finanziari che cercavano di cacciare la comunità degli indigeni Garifuna dai loro territori (gli stessi dove è stata girata l’Isola dei Famosi per capirsi). Alcuni giornalisti invece sono stati arbitrariamente detenuti e poi rilasciati dopo aver subito percosse e torture.
Le elezioni del 30 novembre sono state riconosciute valide da pochi paesi. Oltre ovviamente agli Stati Uniti, la cui partecipazione diretta o indiretta al golpe è ormai stata definitivamente accertata (e poca rilevanza ha se ciò sia avvenuto con o senza il consenso di Obama), anche  il Messico, Panamá, Costa Rica, Perú, Colombia, Italia, Francia, Germania , Israele e Giappone hanno salutato favorevolmente il risultato elettorale,  mentre nella regione ha un certo peso, anche se alla nuova classe dirigente honduregna sembra non interessare particolarmente, la posizione di Brasile, Argentina, degli altri paesi aderenti all’Alba e del Mercosur che non riconoscono Porfirio Lobo come presidente.
Il Congresso tra l’altro  ha ratificato proprio in questi giorni la decisione di uscire dall’Alba, la cui adesione era stata fortemente voluta da Manuel Zelaya e che di fatto è  stato il motivo scatenante del colpo di Stato.
Il 7 gennaio si è tenuta la prima manifestazione del nuovo anno contro il governo proprio in protesta contro questa decisione, ma anche per chiedere un’Assemblea Costituente e per esprimere ancora una volta solidarietà a Zelaya.  A Tegucigalpa hanno sfilato  decine di migliaia di honduregni  dall’ Università Pedagogica al palazzo del Congresso e si sono dati appuntamento nuovamente   a fine gennaio per la data di insediamento di Lobo.
Mentre nelle strade della capitale una folla pacifica e chiassosa, in un clima di relativa tolleranza, gridava slogan contro il governo e in favore di Mel Zelaya,  nelle campagne e nelle zone più rurali del paese,  dove le telecamere sono assenti e i giornalisti difficilmente arrivano, l’esercito e la polizia mostrano invece il  vero volto di quella che nessuno chiama dittatura ma che non lascia dubbi rispetto alla sua vera natura.
Una comunità di contadini nella Valle del Aguàn è stata infatti violentemente sgomberata dalla polizia e dall’esercito da alcuni territori statali nei quali aveva costruito povere capanne e seminato mais e cereali, territori che erano invece reclamati da alcuni latifondisti che spesso in Honduras assoldano anche bande paramilitari per liberare le terre.
Le colture sono state distrutte, le capanne incendiate e i contadini, circa 600 famiglie,   cacciati con lacrimogeni e proiettili (di piombo).
Sono innumerevoli le situazioni come queste nel paese,  a dimostrazione anche del fatto che i latifondisti e i grandi proprietari terrieri sono stati una delle anime del golpe e che proprio quella Riforma Agraria della quale si era timidamente iniziato a discutere durante la presidenza di Manuel Zelaya adesso  si rende estremamente necessaria. Appare  invece sempre più lontana.
Riforma Agraria e Assemblea Costituente sono le due battaglie sulle quali l’eterogeneo Fronte Nazionale di Resistenza Popolare dovrà  investire nel prossimo futuro forze ed energie,  canalizzandole probabilmente in espressioni e iniziative che abbiano sicuramente più rilevanza e peso politico di quello che hanno oggi le grandi mobilitazioni per le strade di Tegucigalpa.
Le associazioni per la difesa dei diritti umani intanto puntano sulla giustizia internazionale: Luis Guillermo Peérez Casas segretario generale della Federazione Internazionale dei Diritti Umani  (FIDH) e Manuel Ollé Sesé, presidente dell’ Associazione Pro Diritti Umani (Spagna)  hanno sporto denuncia contro Roberto Micheletti e il capo delle Forze Armate Romeo Vásquez Velásquez, per il delitto di persecuzione politica contro il popolo honduregno. Anche se questa, a voler essere pragmatici, sembra un’inutile iniziativa. L’Honduras ha ormai il suo nuovo presidente. E’ contro il nuovo governo, e il silenzio che circonda quanto accade nel paese  che adesso bisogna lottare.
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Segnalo:
Usa-Honduras-America Latina alla battaglia finale
IL RITORNO DEL CONDOR
Di FULVIO GRIMALDI
Il ritorno del Condor. Il racconto del colpo di Stato effettuato in Honduras contro il presidente progressista Manuel Zelaya dai militari agli ordini dell’oligarchia honduregna e degli Stati Uniti. L’inizio di un’operazione Condor 2, con la quale Washington si propone di rinnovare i nefasti dell’operazione Condor degli anni ’70 che installò Pinochet in Cile e altre sanguinarie dittature in America Latina. Una controffensiva statunitense, con nuove basi militari in Colombia e manovre di destabilizzazione in tutto il Cono Sud, per strappare ai governi e movimenti progressisti e rivoluzionari quello che Washington considera il suo “cortile di casa”. L’irriducibile resistenza del popolo honduregno e dei popoli latinoamericani.
 
Fulvio Grimaldi. Giornalista, scrittore, inviato di guerra ex-Rai i cui docufilm sullo scontro tra popoli e imperialismo non verranno mai trasmessi dalla Rai. E’ il quarto documentario sul “continente della speranza”, dopo “Cuba, el camino del sol”, “Americas Reaparecidas”, “Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador: l’Asse del Bene”. Si affianca ai suoi popolari lavori di controinformazione su Balcani, Iraq, Libano, Palestina – ultimo “Araba fenice, il tuo nome è Gaza” – e ai libri sugli stessi argomenti e sulla crisi della Sinistra italiana.
 
Produzioni VisioNando-Roma – visionandoatvirgiliodotit – tel/fax 06 99674258
Dal 16 gennaio al 7 febbraio Il Circolo di Italia-Cuba della Tuscia organizza, insieme ad altri circoli e strutture, un tour italiano di una dirigente del Fronte Nazionale della Resistenza al Colpo di Stato in Honduras, nel corso del quale verrà presentato anche il nuovo documentario “Il ritorno del Condor”.
Per le date degli appuntamenti consultare :


 
 
 
 
 
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    barabba ha detto:

    fosche previsioni per il futuro,un inquilino della casa nera degno del peggior bush, come siamo caduti nella trappola.
    diceva io dovro rispondere solo a voi rivolto ai suoi sostenitori,dovra dire e fare quel che le viene ordinato dall’aparato industrialmilitare e dalle multinazionali del più becero sfruttamento

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    Anonimo ha detto:

    STOP NOW! fermiamo l’impero e le sue armate mercenarie…HAITI,invasa da migliaia di marines, che forse sta meglio dopo il terremoto che prima…e’ il simbolo della la tracotanza dell’impero.. chi ha facilmente dimenticato Papa Doc e i suoi ton ton macut.…ovvero squadroni della morte istruiti ed armati dalla cia, oppure l’invasione del 2004 da parte dell’impero e suoi contractors che arresto’ e deporto’ in poche ore un presidente eletto il vecchio professore liberale Aristide.….
    HONDURAS… i gorilletti golpisti fascisti e sopratutto narcotrafficanti hanno non solo ammazzato decine di patrioti, ma impacchettato il presidedente Zelaya e spedito all’estero…come fecero nell’isola di Granada dopo una rapida invasione dei mercenari dell’impero che impacchettarono il presidente ed addirittura lo portarono via in mutande.…per trasbordarlo all’estero…
    Guardate bene uno dei primi entusiasti protettori del governo narcofascista dei gorilletti e stato il SIG. NUMERO 82, cioe numero in cui la CIA catalogo’ tra i narcotrafficanti piu pericolosi del mondo
    NARCOURIBE che in una lista ormai poco segreta era considerato all’epoca uno dei BOSS emergenti del cartello di Medellin.Questo che significa: che l’impero Yanqui-europeo ha interesse a creare con guarimbe o golpe sanguinari sempre piu spazio alle proprie basi militari e soprattutto a pulire e facilitare le grandi rotte del narcotraffico di
    cocaina,dato che i grandi cartelli dei narcos primi fra tutti il narco stato di colombia a cui capo c’e’ il sig 82, oppure i potentissimi cartelli mexicani. la mafia cubana di Miami, e come al solito le onnipresenti e storiche mafie calabro-padane dell’Italia,hanno sempre piu bisogno di potere e spazio.
    Questo coordinamento internazionale di delinquenti.e’ un pilastro essenziale dell’impero mondiale. I poveri magistrati
    italiani sotto attacco in maniera vergognosa dalla oligarchia fascista italiana ed ovviamente da parte della mafia, sanno bene che non potranno mai arrivare a colpire gli inespugnabili bastioni del narcotraffico mondiale . come per esempio gli irraggiungibili cartelli del narco stato Colombia ed il sig.82…poiche fare cio’ significa colpire l’impero dei gangster e delle mafie al cuore finanziario.
    In questo contesto puo essere visto il golpe contro Zelaya, che ha fatto felici
    solo questi cartelli criminali mondiali
    e l’impero di cui essi fanno parte.…
    Per questo l’ appoggio a tutte le lotte di massa di quella aria mondiale della COSTA NOSTRA e piu che mai necessario…
    ANOTHER WORLD IS POSSIBLE
    OTRO MUNDO ES POSSIBILE
    UN ALTRO MONDO E POSSIBILE

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    Ricorsi storici ha detto:

    HAITI: CASTRO, “MEDICI E NON SOLDATI, GLI USA L’HANNO OCCUPATA-Bertolaso: «Ad Haiti gli Usa confondono l’intervento militare con l’emergenza»

    Dichiarazioni a Confronto. Ma non è che Berlusconi si sta avvicinando alla rivoluzione? Entra presto nell’ ALBA? Marooo quando vi arrivano gli ordini da oltre oceano, cosa fate, in piazza con SILVIO.….…Lìder della rivoluzione.……AUGURI.

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    Anonimi contro l'impero ha detto:

    RAI SERVILE E SQUALLIDO PORTAVOCE DELL’IMPERO!!!!
    A proposito rispetto alle mie riflessioni precedenti,vorrei denunciare con forza e subito rispetto a fatti nuovi , che rispetto ad una presunta Guarimba cioe atti vandalici da guerra civile e distruttivi di provocatori prezzolati e pagati dalla opposizione mafiosa e fascista al governo legittimo del Comandante Chavez GUARDIAMO BENE IL PROVOCATORIO COMPORTAMENTO DI RAI UNO CHE PURTROPPO GLI ITALIANI ALL’ESTERO SONO COSTRETTI A SUBIRE.…si parla di gravi scontri e repressione della polizia chavista per le strade di Caracas,polizia, che spara ed ammazza uno studente.… CIO E UN FALSO INFAME!!!!ª!
    degno delle piu squallide marionette dei media italiani asserviti all’impero..
    IL RAGAZZO UCCISO E’ UN GIOVANISSIMO BOLIVARIANO ASSASSINATO DAL PIOMBO DEI SICARI FASCISTI PROVOCATORI E SQUADRACCE DELL’IMPERO!!!!!!
    CAMBIARE I FATTI AVVENUTI IN MANIERA COSI PROVOCATORIA DA PARTE DELLA RAI E’ UN FATTO ASSAI GRAVE PERCHE SERVE SOLO AD DISINFORMARE ED ISTIGARE ALL’ODIO ED ALLA GUERRA CIVILE IN VENEZUELA,PER QUESTO STANNO LAVORANDO SUBDOLAMENTE I PENNIVENDOLI ITALIANI DELL’IMPERO!!!!!

    N0 VUELVERAN!!!!!NO PASARAN
    COMANDANTE CHAVEZ PATRIA SOCIALISMO O MUERTE!!!!

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    Alvise Moschen ha detto:

    A Anonimi contro l’impero.
    Non so se sei un venezuelano o un semplice fanatico.
    Certamente non conosci Venezuela, non conosci i fatti per cui due e non un solo ragazzo sono morti negli scontri tra polizia e universitari.Forse non sai nemmeno perché quegli scontri sono avvenuti un po in tutto il paese. E’ vero che oggi Chavez è al governo ( peraltro il peggior governo che abbia mai avuto Venezuela ), ma non c’è dubbio che in un fururo non troppo lontano finirà in galera per le melefatto ed il ladrocinio che ha impiantato con la copertura del Socialismo. Quindi n on vale la pena che ti scaldi tanto; piuttosto dovresti conoscere meglio Venezuela, prima di sparare fregnacce.

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    V. ha detto:

    Sig.Alvise…amichevolmente le assicuro che nessuno la vuole distogliere dalle sue ossessioni…

  7. ¡Oh Patria Mia!

    Oh! patria mia
    me parecen tan lejanas
    tus calles,cerros y tu gente
    son reliquias en mi mente

    Oh! patria mia
    bendita tierra
    hoy a un mundo
    lejos de tu suelo
    añoro tu cobijo,tus valles
    y el sabor a pueblo

    Bendita mi gente de pueblo
    que labra la esperanza
    bendita esa esperanza
    de vivir aun con nuestra economía moribunda,

    Hoy te recuerdo patria mia
    como te recuerdo cada día
    hoy como ayer,
    lloro mi ausencia de tu suelo
    es mi deseo
    si muero lejos de tus calles

    Que me regresen a tu suelo
    y sobre mi féretro escriban

    “Honduras patria mia te quiero.“
    ———————————
    Scritta dal poeta Oscar Henriquez

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