Detenuti italiani in Repubblica Dominicana: niente di nuovo, anzi

13 commenti
Aggiornamento: In data 2 febbraio con la Commissione Nazionale per i Diritti Umani abbiamo effettuato un’altra visita ai tre italiani in carcere. Si conferma la situazione già descritta in quest’articolo..

Abbiamo, in questo blog, circa quattro mesi fa,  seguito la  situazione di tre cittadini   italiani detenuti nel carcere di Najayo, nei pressi di Santo Domingo, in Repubblica Dominicana.

Il giorno 22 settembre scorso,  la sottoscritta, accompagnata dal Dr. Manuel Mercedes Medina, presidente della Commissione Nazionale per i Diritti Umani della Repubblica Dominicana,  si era recata in quella struttura carceraria a far visita ai tre connazionali  per verificare la loro situazione. Questa era stata infatti,  segnalata dall’ associazione italiana Secondo Protocollo che si occupa di detenuti italiani all’estero,   come particolarmente difficile.

Abbiamo potuto constatare allora quanto questo corrispondesse al vero  soprattutto per le precarie condizioni igienico-sanitarie in cui i tre connazionali  si trovavano.

La situazione delle carceri della Repubblica Dominicana, così come quella di tutti gli istituti di detenzione dell’America latina e Centrale  è  molto grave. Carenze strutturali, sovraffollamento, corruzione ad ogni livello fra il  personale di sorveglianza, un elevato tasso di violenza fra i detenuti,  rendono gli istituti penitenziari di questa regione  tra i più pericolosi al mondo. Per chi vi entra esistono serie possibilità di non uscirne vivo o per lo meno non  in buone condizioni di salute.

La denuncia delle condizioni dei detenuti in genere e delle violazioni dei loro diritti fondamentali durante il periodo di reclusione,   viene ovviamente sempre fatta  a prescindere dalla loro nazionalità e la Commissione Nazionale dei  Diritti Umani in Repubblica Dominicana denuncia quasi quotidianamente abusi e violazioni commesse nei confronti dei  detenuti dominicani; in altro fronte  sta lavorando invece seriamente,  insieme alle istituzioni locali,  per sviluppare in tutto il paese il nuovo modello di gestione penitenziaria  applicato fino a questo momento in 13 dei 35 istituti di detenzione del paese. Il programma di riforma penitenziaria ha ottenuto sovvenzioni anche dall’ Unione Europea e presto verrà applicato in tutta l’area caraibica. Tuttavia, nel caso  dei detenuti stranieri,  esiste   l’obbligo della Rete Consolare del paese di cui sono cittadini,  in questo caso l’ Italia,   di seguire attentamente la loro situazione e di prestare tutta l’attenzione e l’assistenza di cui hanno bisogno.

Rispetto a quanto denunciato quattro mesi fa  si rende necessario e doveroso un aggiornamento anche per quanti di voi hanno scritto,  domandando come stesse procedendo la situazione.

L’ interrogazione parlamentare dell’ onorevole Raisi del 20 settembre scorso,  la lettera del 23 settembre scorso, consegnata dal presidente della Commissione Nazionale per i Diritti Umani della Repubblica Dominicana  e dalla sottoscritta all’ ambasciatore  italiano Arturo Olivieri e indirizzata al Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini,   hanno veramente sortito ben poca cosa.

Il sig. N.M. (nome omesso su richiesta dell’ interessato) è ancora in carcere  e nel suo caso addirittura non si riesce ad avere notizie certe rispetto alla scadenza dei termini della detenzione. Ci sono grandi difficoltà ad avere il suo carteggio processuale, ad oggi non si riesce a capire ancora bene quanto tempo gli manchi  alla fine della pena. E’ evidente che se avesse potuto accedere ad  un’assistenza legale degna di questo nome e fosse stato assistito fin dal principio da un servizio Consolare efficiente, la sua situazione sarebbe notevolmente diversa e addirittura  si sarebbe anche  potuto chiedere il trasferimento in Italia secondo il protocollo di Strasburgo (o convenzione di Strasburgo per il trasferimento delle persone condannate). La sua situazione sanitaria è molto precaria, ha continuamente bisogno di medicine che gli sono state prescritte a seguito di due pre-infarti che lo hanno colpito e il sussidio che gli viene fornito non è sufficiente a far fronte né alle spese mediche e nemmeno a quelle necessarie per cibo, acqua potabile e sicurezza personale. Queste spese i detenuti nelle carceri della  Repubblica Dominicana  sono costretti a sostenerle personalmente a meno di non voler vivere in condizioni disumane di detenzione.

Il sig. Luciano Vulcano si trova invece in un vero e proprio stato di DETENZIONE ILLEGALE perché  essendo scaduti i termini per la detenzione preventiva (di 1 anno) ormai già dallo scorso  mese di ottobre,  non viene ancora iniziato  formalmente il processo per le motivazioni più banali quali ad esempio la mancanza del traduttore. Ricordiamo che il Sig. Vulcano si trova in carcere accusato di rapina a mano armata. L’accusa si fonda su una montagna di menzogne e falsità e su  testimonianze false e contraddittorie. I  testimoni infatti non sono nemmeno d’accordo  su come fosse vestito quel giorno. Il proprietario della casa di cambio dove sarebbe avvenuta la presunta rapina non si  è presentato come parte civile nei termini previsti dalla legge, la denuncia è stata presentata da una persona e firmata da un’ altra   e la polizia ha dichiarato infine di aver arrestato il Sig. Vulcano durante un controllo in Corso Duarte mentre lui in quel momento  stava effettuando una operazione bancaria nella filiale del Banreserva  di un centro commerciale, circostanza  facilmente dimostrabile. Secondo la  polizia infine il Sig, Vulcano al momento dell’ arresto era armato.  Il Sig. Vulcano invece è stato arrestato nel posteggio privato dell’ hotel dove alloggiava, davanti ad una decina di testimoni ed era disarmato. La pistola che lui portava per sicurezza personale era in camera ed è stata trovata durante la perquisizione. L’arresto, come avviene spesso in questo paese è avvenuto senza mandato e senza la presenza del giudice. Tutto lascia supporre che tutto questo sia stato organizzato dai poliziotti per potergli rubare la macchina. Si tratta di una pratica abbastanza usuale in Repubblica Dominicana. Il Sig. Vulcano da allora è entrato in un incubo dal quale non riesce più ad uscire e il  nostro governo e l’ambasciata italiana nel paese stanno permettendo senza muovere un dito tutto questo.

A tutto questo bisogna aggiungere che la situazione sanitaria del Sig, Vulcano appare veramente delicata. Si allegano al corpo dell’ articolo una serie di fotografie eloquenti, tratte dal sito Secondo protocollo e pubblicate con il consenso dello stesso Vulcano. Ha contratto diverse infezioni della pelle,(come del resto gli altri due detenuti) in seguito alle scarse condizioni igieniche e all’ alimentazione che riceve. E’ stato ricoverato inoltre recentemente per una colica renale dovuta ai problemi trascurati di ritenzione idrica causati dall’ acqua che beve in carcere.

Anche il  Sig. Ambrogio Semeghini che era stato arrestato il 19 dicembre del 2009 si trova ancora in attesa di giudizio con la pesante  accusa di omicidio.  Le sue condizioni di salute sono gravi e preoccupanti perché sebbene sia riuscito a risolvere il problema che aveva agli occhi, nel frattempo gli  è stato riscontrato una forma tumorale alle corde vocali e avrebbe bisogno urgentemente di una biopsia, il cui costo si aggira intorno ai 200/300 euro. Gli accordi tra i governi dei due paesi in questo caso   prevedono  che sia di competenza del paese nel quale il detenuto si trova in carcere la copertura delle spese mediche  di questo tipo. L’ ambasciata  italiana quindi sostiene di non dover pagare la biopsia. Innanzitutto questo tipo di esame in questo paese non è  previsto dalla sanità pubblica, ossia non ci sono strutture pubbliche dove lo possano effettuare. Il buon senso e soprattutto un approccio umanitario alla situazione fanno ben intendere come questo principio possa valere in paesi avanzati  dove lo Stato sociale sia abbastanza sviluppato, dove non ci siano carenze sanitarie e soprattutto carenze economiche. Ovviamente questo non è il caso della Repubblica Dominicana. La sanità pubblica è in condizioni disastrose, i tempi della burocrazia sono lentissimi e come già detto le condizioni dei detenuti sono terribili. E´vero che il Sig. Semeghini  (che in Italia non ha nessuno che lo possa aiutare) riceve un fondo dal Consolato ma questo fondo è pari a 8 mila pesos ogni quattro mesi  (160 euro circa).  E’ stato detto però in varie occasioni che in questo paese in carcere i detenuti devono pagare TUTTO, dall’ acqua potabile, al materassino per non dormire proprio in terra sul cemento, a un pasto  decente, alle medicine. Fatti i dovuti calcoli (visto che la biopsia costa 15mila pesos pari a 300 euro) se il Sig. Semeghini dovesse pagarsi la biopsia con i soldi del fondo come sembrerebbe gli abbiano consigliato di fare dalla nostra ambasciata, dovrebbe stare sei mesi circa senza bere, mangiando quel poco che passa il carcere (igienicamente discutibile), dormendo in terra, non curandosi nemmeno il raffreddore. Dopo questo periodo  se riuscisse a sopravvivere in tali condizioni e se il tumore nel frattempo non lo avesse invaso potrebbe sostenere le spese della biopsia. Effettivamente questo ci sembra l’ aspetto più raccapricciante di questa storia. La mancanza di umanità.

E’ vero d´altra parte, quello che ci era stato confermato dai diplomatici italiani durante l’incontro  avuto in Ambasciata e cioè che lo  Stato italiano con l’ ultima finanziaria ha notevolmente ridotto  i fondi destinati agli  italiani in difficoltà all’ estero e che oltre a quello che viene erogato ai nostri connazionali in carcere all’estero bisogna sempre mantenere un fondo di riserva per le emergenze che possono essere di vario tipo.

E’ anche vero che per assistenza non si intende solo quella economica (anche se  per un detenuto che non ha risorse proprie nelle carceri di questi paesi trovarsi senza soldi è veramente terribile), ma anche e soprattutto  una serie di interventi  volti a garantire per esempio un’assistenza legale degna di questo nome. Qui  trovare un’avvocato onesto è difficile, in modo particolare quando all’ esterno non si ha nessuno che possa interloquire con lui in modo costante e che possa fare pressioni perché agisca nel migliore dei modi. La situazione di questi tre italiani detenuti in Repubblica Dominicana è degenerata fino a questo punto  anche per questo motivo.

Si rende necessario e urgente pertanto un intervento da parte delle nostre autorità nei confronti soprattuto delle autorità dominicane, che sono tenute a garantire ai detenuti il rispetto dei tempi di detenzione  preventiva e il diritto ad un processo  regolare, nei modi e nei tempi.   I nostri concittadini non vanno lasciati soli e soprattutto non si può permettere che siano lasciati nelle condizioni terribili che le foto pubblicate,  eloquentemente dimostrano.




  1. CERTO CHE E’ UNA SITUAZIONE DAVVERO AL LIMITE DI TUTTO!! MA COME E’ POSSIBILE CHE L’AMBASCIATA ITALIANA NON FACCIA NIENTE PER QUESTI TRE DETENUTI? SE FOSSERO PIU’ DI TRE SAREBBERO GIA’ MORTI DA TANTO TEMPO. E’VERGOGNOSO TUTTO QUESTO FATE QUALCOSA AL PIU’ PRESTO ‚ALTRIMENTI SONO SICURA ‚SUCCEDERA’QUALCOSA DI IRREPARABILE!! QUESTE PERSONE HANNO SBAGLIATO OK,MA VOGLIAMO DARGLI UNA POSSIBILITA’ PER MIGLIORARE!! NON PER MORIRE.…. SANTO DOMINGO SPIAGGE BIANCHE,DIVERTIMENTO E TANTO ALTRO ALL’OSCURO DI TUTTI NOI…

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      mario ha detto:

      E’ PROPRIO VERO, “LA CIVILTA DI UN POPOLO SI LEGGE SUI MURI DELLE PRIGIONI”!!! L’IPOCRISIA ITALIANA E’ UNA DELLE FORME PEGGIORI CHE ESISTA, SOPRATTUTTO PERCHE’ E’ GRATUITA!!!CARO MINISTRO.….

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    Emanuele ha detto:

    HO BISOGNO D’AIUTO!!
    Buongiorno a tutti, in breve: mia mamma 4 anni fa circa, si è trasferita nella Repubblica Dominicana con suo marito. La località è stata scelta dopo un viaggio che hanno fatto insieme. E fin qua sembra tutto bello.. La scelta che ha portato a questo cambio di vita, è stato l’ingente problema di salute che negli ultimi anni mia mamma affrontava in Italia. Lei è affetta dal lontano 1990 di una forma di leucemia che le ha già fatto fare molte cure, di cui 2 cicli di chemio terapia. Vista l’età e le condizioni generali del suo stato di salute i medici le hanno sconsigliato vivamente il terzo ciclo, in quanto il suo fisico non avrebbe retto la terapia. Il consiglio fu di trasferirsi in una località con un clima tropicale, quindi più stabile e caldo dell’europeo. A parola loro, questo avrebbe giovato alla sua malattia, se non altro “allungato un po’ la sua previsione di vita”. La località designata è la Repubblica Dominicana, scelta fatta da mia mamma e suo marito dopo un viaggio fatto insieme. Due anni fa si separano, e lei, si ritrova a 58 anni, senza parlar bene la lingua locale, a doversi arrangiare nel sopravvivere. Più volte è stata derubata e fisicamente male per aver bevuto acqua locale e per aver mangiato cibo igienicamente poco adatto al suo fragile sistema immunitario. Premetto che gli italiani non sono visti granchè bene dai residenti locali, a patto che non rivestano dei ruoli che tornano comodo ( albergatori,ristoratori ecc). Io dal mio canto finchè ero in possesso di un lavoro ho provveduto a mandare lei un sostentamento economico. Perso il lavoro, il sostentamento che lei riceveva da me per garantirsi una sopravvivenza minima è venuto meno. ORA, MIA MAMMA HA COMMESSO UN REATO PER CUI DEVE RISPONDERE ALLE LEGGI DELLA REPUBBLICA DOMINICANA. HA SBAGLIATO, SONO IL PRIMO A DIRLO!! MA L’HA FATTO PERCHE’ ERA SICURAMENTE DISPERATA. HO LETTO DELLE CONDIZIONI PRECARIE DEI CARCERI DOMINICANI E DI QUELLO CHE STANNO PASSANDO I NOSTRI CONNAZIONALI CHE VI SI TROVANO ALL’INTERNO. HO GIA’ SCRITTO AL CONSOLATO ITALIANO E MI STO MUOVENDO IN DIVERSI CANALI PER POTER AITUARE MIA MAMMA AL RIMPATRIO, MA VISTA LA REALTA’ HO PAURA DI NON VENIR NEMMENO PRESO IN CONSIDERAZIONE. Sono una persona di legge, ho sempre sposato la legalità, ma riconosco anche quando moralmente una persona non sa più a che porta bussare per poter sopravvivere. Sono cosciente del fatto che rientrando in Italia oltre all’aspetto legale, mia mamma ne risponderà fisicamente, ma, diversamente, restando in quella situazione ha chiaramente i giorni contati. VI PREGO, CHIUNQUE POSSA AIUTARMI MI CONTATTI al emaatidioblastdotit grazie

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    Giulio ha detto:

    Salve Sto cercando informazioni e/o aggiornamenti circa la situazione del Sig. Luciano Vulcano
    prego chiunque ne avesse di contattarmi giuliov999athotmaildotcom
    Grazie
    Giulio

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    carlo ha detto:

    Ho letto l’articolo , e so essendo in Repubblica Domenicana e veritiera , sono compiaciuto che vi siano persone che aiutano questi Italiani caduti in disgrazia , quello che mi stupisce sono le parole dette in merito all’ambasciata o dette da sicuramente un responsabile della stessa .
    Aiuti agli Italiani in difficolta ? assistenza legale ? oltre la beffa anche la presa in giro.…
    perche non dire la verita , il consolato domenicano non fa nulla per nessuno , se vi trovate in Santo Domingo e avete problemi legali o gravi economici , risparmiatevi il viaggio all’ambasciata , risparmierete 100 peso per il deposito del telefono e vi serviranno per mangiare .
    Io sono un Italiano qui da tre mesi in santo domigo , da poco arrivato , ho subito un furto e mi sono trovato senza nulla in casa , senza soldi per mangiare , non parlo bene lo spagnolo , ma ho speso gli ultimi per andare al consolato .
    Assistenza legale ? consiste nel darti un elenco di avvocati e se hai i soldi li contatti altrimenti nulla , nemmeni ti offrono di accompagnarti o scriverti la denuncia li al consolato , aiuto legale zero
    Assistenza di rientro ? ma dove ? sicuramente sta scritto nella pagina della farnesina , ma in realta ti dicono . e qui senza soldi , non sa come mangiare , non sa dove dormire , non ha parenti che possano aiutarla , bene se vuole facci una domanda , faremo ricerche in italia se e vero quando avremo le risposte le prestiamo i soldi per un biglietto , naturalmente se ha garanzie di poterlo restituire .
    In contropartita ti offrono di iscriverti all’anagrafe , puoi ricevere un aiuto per stare qui , naturalmente dietro una domanda di aiuto , dopo una prassi piu o meno lunga di daremo circa 4000 pesos ma non spenderli tutti in tre mesi senza trovare lavoro , con quattro mila pesos non vivi tre giorni ammesso che arrivi a prenderli , se non muori di fame o non ti succede qualcosa si notte obbligato a girare per i quartieri di santo domingo m, o non ti arrestino per vagabondaggio .
    Naturalmente non e colpa delle persone che lavorano per il consolato , applicano le disposizioni , che sono tra le altre cose gentilissime , ma non parlatemi di aiuti Consolari o che i nostri Consolati all’estero ci proteggono , ci stupiamo di come agiscono alcuni stati e il nostro e il primo a lasciarci nei guai .

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    TONY ha detto:

    Che dire , ho letto attentamente le varie dichiarazioni qui’ riportate, e essendo anch’io un cittadino Italiano residente nella Rep.Dominicana tutto cio’ mi spaventa.
    Adesso adirittura hanno chiuso L’Ambasciata quindi sara’ peggio x tutti i cittadini Italiani che avranno bisogno di assistenza.
    Questo e’ il Paese della Meraviglia !!!!
    Tutti i giorni siamo a rischio .…
    Io AMO moltissimo questo paese sono qui’ da ben 15 Anni, pero’ adesso mi sto rendendo conto che la situazione peggiora sempre di piu’ !!!!
    Non ci resto null’altro che .…PREGARE .…PREGARE
    Che non ti succeda niente, ma non solo se sei in Carcere, ma anche
    se avrai bisogno di una Clinica.
    Ragazzi Vi Auguro di risolvere i vostri problemi e .…..diciamo
    L’Unione fa’ la forza
    Un Saluto Tony

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      Marco ha detto:

      Ciao Tony,
      Sono stato due anni in Dominicana e non vedo l’ora di tornare…Se ti rimane qualche minuto prega un pochino anche per me, perche’ qui la situazione E’PEGGIORE !!
      Meglio morire con un tostones in pancia che spengersi ogni giorno di piu’ in un paese che sta morendo da tutti i punti di vista.

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        Tony ha detto:

        Caro.…..
        Vieni qui’ allora !!!!
        ti capisco ‚l’Italia ormai e’ sull’orlo del Baratro questo e’ risaputo.
        Ok preghero’ x il tuo possibile ritorno e rientro qui’ nella Rep.Dom.
        posso sapere di cosa ti occupi ?
        mandami la risposta a :
        elchato7athispavistadotcom
        Ciao Tony

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    Alessandra ha detto:

    Salve,
    sto cercando notizie su Rodolfo Subrizi e Lucilla Magnanti arrestati ad Aprile 2014 in repubblica domenicana per presunta tratta di minori.
    Qualcuno può aiutarmi?
    grazie

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    Maddalena ha detto:

    Ma perché non rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto penale internazionale? Io conosco questo. Daniele Bertaggia, http://Www.avvocatobertaggia.com
    Credo sia caro ma almeno risolve i problemi.
    Ciao a tutti.

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    antonio ha detto:

    Sono stato in carcere x 14 mesi ambasciata italiana nn se mai vista Italia fa schifo x questo diritti umani nelle carceri domenicani nn esistono e l Italia ci abbandona e vero k Italia nn ha colpe sui nostri errori però nn si abbandonano i concittadini nn c’è nessun aiuto ne finanziario ne morale nulla mi vergogno di essere italiano

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