Facundo Cabral ucciso a Cittá del Guatemala

2 commenti

di Maurizio Campisi — El Dorado

Hanno ucciso Facundo Cabral. Il cantautore argentino, di 74 anni, é stato assassinato sabato mattina a Cittá del Guatemala mentre si dirigeva all’aeroporto per continuare il suo tour centroamericano. Nemmeno a farlo apposta, é stata la violenza, che aveva sempre rinnegato nei testi delle sue canzoni, a portarlo via ed in una delle cittá piú insicure del continente. Continua cosí lo stillicidio di morti nella capitale guatemalteca. Il metodo usato nell’assassinio di Cabral non é nuovo: i criminali seguono le auto che escono di mattina presto per raggiungere l’aeroporto e, durante il tragitto, assaltano i turisti. Cionostante, la leader indigena Rigoberta Menchú pensa anche ad una possibile matrice fascista: ¨É stato assassinato per i suoi ideali¨ ha dichiarato costernata alla stampa.

Poco conosciuto al grande pubblico in Europa, Cabral é stato una delle voci piú rappresentative dell’America Latina dei poeti e trovatori, assieme a Mercedes Sosa, Silvio Rodríguez e Alberto Cortez. La sua vita é tutta da raccontare. Nato a La Plata nel seno di una famiglia povera, al limite dell’indigenza, dovette emigrare con i suoi nella Terra del Fuoco. Analfabeta fino ai quattordici anni, per lungo tempo tra il riformatorio e la strada, Facundo ha sempre confessato che il suo amore per la musica e le lettere nacque per caso e grazie ad una rivelazione: l’incontro con un vagabondo che gli recitó il Sermone della montagna.

Nel corso degli anni diventó il cantore di un’America Latina che sprofondava nel vuoto e nel terrore delle dittature. In fuga dall’Argentina dei generali, l’autore di ¨No soy de aquí ni soy de allᨠandó a vivere in Messico portando le sue canzoni di protesta e di denuncia sulla situazione latinoamericana in tutto il mondo. Ultimamente, ammalato di un tumore al pancreas, aveva diminuito le sue apparizioni in pubblico. Nelle sue interviste o nei suoi recital, peró, non mancava di ricordare la sua traiettoria, il suo essere: ¨Sono un anarchico, che é peggio che essere comunisti: non credo nella politica, perché nessun politico puó cambiare la nostra realtá¨. Nonostante la sua matrice anarchica, Cabral credeva fortemente nella religiositá delle persone, nella forza ed il potere degli ideali.

Martedí l’ultimo concerto nella capitale del Guatemala, alternando la narrazione alla musica, in cui ha ripercorso i momenti principali della sua vita, ipnotizzando come sempre il pubblico. Aveva lasciato il palco con una frase sibillina: ¨Suoneró ancora a Quetzaltenango e poi che sia fatta la volontá di Dio, lui sa quello che fa¨. Canzoni, video, testi ed immagini di Facundo Cabral si trovano qui: http://cancionesfacundocabral.blogspot.com/. Un omaggio completo al cantautore:http://www.facundocabral.info/

 

  1. vergognoso che non si possa sconfiggere ai maledetti sicari della narco mafia ultra destra nazifascista che opera a campo libero per uccidere a chi vuole e quando vuole senza essere disturbati col visto buono dei governi della regione..

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      Annalisa ha detto:

      Proprio in Guatemala appena un paio di settimane fa si é tenuta la conferenza Internazionale di appoggio alla strategia di Sicurezza in Centro America. Con tanto di ministri e capi di Stato della regione e la presenza della Clinton in rappresentanza degli USA. Credo che sia da studiare e vedere che implicazioni ha. Il mio modesto parere é che il narcotraffico fa parte di una strategia pianificata dagli Stati Uniti per tenere alta la loro presenza nella regione, per militarizzarla sempre di piú (con un ritorno economico non indifferente) e con precisi obiettivi geopolitici. Grazie pe il commento e a presto. La dichiarazioen finale della Conferenza si puó leggere qui:
      http://www.slideshare.net/lili369/declaracin-de-guatemala-conferencia-internacional-seguridad?from=embed

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